Io sono leggenda

Io sono leggenda ti spiazza. Siedi al cinema in compagnia, senti le voci delle persone attorno a te e poi, all'improvviso, sei fiondato a New York, solo, disperatamente alla ricerca di qualcuno (o qualcosa) con cui condividere l'orrore e la disperazione in cui il genere umano è caduto. Solo un cane, all'inizio, e una donna (per poco tempo, alla fine) hanno il privilegio di condividere con l'ottimo Smith l'epopea del "sopravvissuto". Il film scorre veloce con ritmo serrato e ottima recitazione. Ottimi gli effetti speciali e la sceneggiatura. Casomai sarebbe il caso di chiedersi perhé al cinema i mostri (nel caso umani-contaggiati-vampiri) urlano sempre, ad ogni apparizione, anche quando non c'è nessuno (nel vero senso della parola) che possa ascoltarli. Allo spettatore il compito di tracciare il bilancio dell'avventura (gioia per le sorti dell'umanità, desolazone per la parabola personale dell'eroe). Non cercate, però, una vittoria schiacciante dell'eroe: non la troverete. Vi resterà, "soltanto" (e non è poco), la voglia di riflettere sui temi proposti dal film (virus mutati, manipolazione genetica, contrasto scienza-fede) supportati dalle immagini (e dalle atmosfere, ancor di più) che resteranno impresse nei vostri occhi. E la consapevolezza di aver visto un bel film.