Melissa P.

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Un film di Luca Guadagnino. Con María Valverde, Marcello Mazzarella, Claudio Santamaria, Geraldine Chaplin, Elio Germano.
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Erotico, durata 100 min. - Italia 2005. uscita venerdì 18 novembre 2005. MYMONETRO Melissa P. * - - - - valutazione media: 1,44 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   

Natalia Aspesi

La Repubblica

Quando uscì il romanzo-diario, a molti schizzinosi apparve come il compito di scuola di un’adolescente meritevole di insufficienza sia in matematica che in fellatio, addirittura 4 vuoi in originalità che in orgia. Infatti Melissa P., 100 colpi di spazzola, vendette chi dice un milione chi due di copie, in ltalia!, più traduzioni in mezzo mondo, dando fama e moderata ricchezza alla sua autrice, la allora diciottenne catanese Melissa Panarello, oggi una simpatica, spigliata, intelligente ragazza di vent’anni, con fidanzato fisso (almeno sino a poco tempo fa, non si sa mai), che ha già scritto un secondo romanzo meno orgasmico (L’odore del tuo respiro, sempre Fazi editore) e non è proprio contenta di quello che la produttrice Francesca Neri, il regista Luca Guadagnino e gli sceneggiatori tra cui la brava Barbara Alberti, hanno fatto alla sua assatanata ma pur sempre lacrimosa Melissa.
Anche una parte degli spettatori che certamente accorreranno a migliaia, forse, e non perché non si possa cambiare un testo che non è Proust e nemmeno Harmony, potrebbero restare delusi vedendo il film dal titolo deviato, pare su richiesta dell’autrice, MelissaP., scopri cosa è vero. Infatti, se si parte da un romanzo che deve la sua fortuna alle avventure pomo di un’adolescente, da una storia che elenca con ordine e in crescendo i soliti esercizi sessuali (masturbazione, fellatio, deflorazione ovunque ci sia da deflorare, in tre, in cinque, sadomaso, guardonismo con omosessuali, con travestiti, multiorgia e altro) se poi tutto questo non si materializza, non si vede e bisogna spremersi le meningi per immaginarlo, insomma si resta scontenti.
Trama del film, dove le avventure erotiche del:libro sono meno della metà, manca il padre e c’è invece una nonna sbarazzina e antipatica, forse per poter contare sul nome di Geraldine Chaplin: la quindicenne Melissa col grazioso volto grassoccio e le robuste cosce della diciottenne spagnola Maria Valverde si tocca le mutande a fiorellini, primo piano di gambotte spalancate e niente di più, al momento. A una festa giovanile attorno a ricca piscina, accanto all’amica ovviamente grassa, la timida fanciulla viene definita l’unica scopabile e il ragazzo Primo Reggiani bello e crudele la mette in ginocchio, facendola inopinatamente innamorare. Passano i mesi, la scuola è come non ci fosse, la buona mamma, Fabrizia Sacchi, non si accorge di nulla, la nonna un po’ rockettara fuma e la chiudono in un’elegante casa per vecchi. Il tutto avviene in un continuo scorrere veloce di cerniere lampo in una foresta di patte, di cui non ci viene mai rivelato neppure di striscio il contenuto.
A placare l’impazienza del fan melissiano non basta il salottino rosso e nero, tipo night club, dei goffo dandy rimorchiato in chat a cui la povera fanciulla in cerca di guai si presenta con parrucca nera, stivali con tacco e ahi noi, giarrettiere nere: botte a non finire.
Ma anche Melissa, scopatrice derelitta, cresce, e finalmente incontra l’amore nella persona dell’unico ragazzo bocciato della classe; par di capire che l’amore coinciderà finalmente con la castità, s’immagina con un sospiro di sollievo dei parroci e dei vescovi. Nel libro Melissa era sporcacciona per spirito libero, intraprendente e curioso, nel film più il sesso si complica più la ragazzina è musona, non ha mai l’aria di godersela, di trarre profitto dalle sue immancabili disavventure sadiane per essere più accorta la prossima volta, alla prossima ammucchiata, magari cavandone non si dice una mancia ma anche solo un fiore, un gelato, una caramella.
La scrittrice Panarello, autobiografica o no, è riuscita nel suo primo romanzo a raccontare le fantasie sessuali femminili di classica depravazione e sottomissione venute molto meglio nel vecchio Histoire d’O. Ma i responsabili del film, essendo adulti e volendo far di testa loro, potevano approfittarne per essere un po’ meno oratoriali, un po’ più arditi o semplicemente più realistici. Non si fa che parlare della fragilità e della paura del sesso da parte degli uomini, e qui ragazzi del liceo sono crudelissimi seduttori che dominano tremule adolescenti, che invece le inchieste e i sondaggi descrivono sprezzanti, vincenti, irraggiungibili. La commissione di censura ha vietato il film ai minori di 14 anni. Il che pare ragionevole, visto che l’ultimo Harry Potter, opera pensata anche per i piccini, è stato vietato, almeno in Inghilterra, sotto i 12 anni. Tuttavia il film pare fatto proprio pensando agli agognati passaggi televisivi in prima serata e per un pubblico non bambino, però di 15/ l6enni scalpitanti ma ancora vergini.
Da La Repubblica, 18 novembre 2005


di Natalia Aspesi, 18 novembre 2005

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