Melissa P.

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Un film di Luca Guadagnino. Con María Valverde, Marcello Mazzarella, Claudio Santamaria, Geraldine Chaplin, Elio Germano.
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Erotico, durata 100 min. - Italia 2005. uscita venerdì 18 novembre 2005. MYMONETRO Melissa P. * - - - - valutazione media: 1,44 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   

L'incredibile verità dei giovani fatta film Valutazione 4 stelle su cinque

di marco.vittorio.defilippis@gmail.com


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giovedì 15 novembre 2018

Mi dispiace contraddire il Dr. Zappoli, che conosco per aver partecipato ad uno dei cineforum al Palestrina, organizzato da lui, persona che stimo moltissimo. Ma questo film, secondo me, racconta bene ed in modo preciso, con le immagini, innanzitutto, la verità dei giovani.

Il film rappresenta mirabilmente una dicotomica verità: l'esperienza di Melissa da un lato, la ancora incredula fanciullezza dell'amica Manuela dall'altro. Riconosco che la voce fuori campo dà sempre il necessario contesto per dare la chiave di lettura delle immagini, girate con una fotografia niente male direi (l'inquadratura del solo occhio destro durante la fellatio iniziatoria è magistrale, secondo me) ma è anche vero che l'espediente è molto utilizzato ed efficace nel cinema. Magari qui il suo utilizzo è un poco troppo intenso, ma per me ci sta molto bene.

Tutto il film è il percorso emotivo di Melissa che passa dal solo desiderare all'agire e da questo, disillusa dal comportamento meschino, anzi, vile di Daniele che la sfrutta, all'esagerare. L'esagerazione cura la sofferenza indicibile di questa quasi sedicenne che alla domanda «Quanti anni hai?» risponde quindici e mezzo, come a voler dire che sente di dimostrarne di più di quelli che ha, non vuole sembrare una bambina. Vediamo l'esagerazione prendere corpo nella prestazione da pantera che assume quando, sull'orlo di una crisi di fanciullezza, se ne fa due insieme, Daniele e l'amico Arnaldo. Anche qui la fotografia è niente male e la castità delle riprese fa potentemente immaginare il non visto: Maria Valverde è proprio brava nell'interpretare Melissa! Questa è lei. Il film ci dice poco? Non direi proprio! Anzi la dose rincara quando la nonna di Melissa (una fantastica Geraldine Chaplin) le racconta del suo passato giovanile, quando da ragazza amava un uomo che la considerava solo un giocattolo sessuale. La nonna racconta di come lasciò da parte l'amore e di come imprigionò il suo amato smettendo di amarlo ed ancorandolo saldamente alle sue prestazioni sessuali: la femmina che domina il maschio proprio nel momento in cui il maschio si autoconvince di aver vinto tutto! E lei fa uguale, non perché voglia imitare la nonna, ma perché riconosce già sua questa pulsione e la voglia tremenda di smettere di soffrire per amore, annegandosi di sesso. E infatti Daniele la chiama: non può più fare a meno di lei!

La classe maschile dei giovani viene così rappresentata, biecamente sessuofila, che cerca solo una ragazzina «scopabile» per dar senso alla propria esistenza. Anche loro uccidono l'amore col sesso ma, a differenza di Melissa, ne sono inconsapevolmente schiavi. Invece, per Melissa, è una consapevole strategia. Melissa si fa deflorare da Daniele ed il regista mette in risalto la psicologia femminile che pensa in un modo e agisce al suo contrario. Nell'atto sessuale, il suo primo atto sessuale, lei pensa intensamente «io ti amo», ma dopo pochi istanti gli dice «io non ti amo». Lui, incredulo, mostra le dita sporche di sangue e le dice con disprezzo «Sei una cretina, chi te l'ha chiesto?» (di farlo, nds). Forse qui lo spettatore spera che Daniele sia in fondo un “bravo ragazzo” e che abbia rinunciato al completamento del rapporto sessuale per rispetto di lei.

Intersecato con tutto questo, c'è la madre di Melissa, rappresentata in modo quasi grottesco, che vive quasi in un mondo parallelo e si disinteressa totalmente di sua figlia, che considera ancora solo una bambina.

Chi non ha ancora visto il film e vuole la sorpresa, non legga oltre, perché per terminare la recensione e finire di dimostrare la mia tesi, devo almeno fare un cenno sul finale.

La ragazza prova anche la chat erotica e fa un brutto incontro. Nel frattempo la nonna, malata di cuore, muore e la madre legge il diario segreto di Melissa, scoprendo ciò che fa sua figlia: lungi dall'essere una bambina, fa la «puttanella».

Si ritrovano entrambe nella camera dell'ospizio in cui nonna era ricoverata e la figlia, che è stata frustata dal maniaco conosciuto in chat, si arrende a sua madre, e la madre si arrende alla figlia e si riuniscono (e qui la regia è manchevole: come è possibile???). E finalmente la classe maschile si rivaluta: il lui, da sempre presente nel film e mai da lei notato, le rivela di amarla con una delicatezza che sorprende Melissa: tutti i ritratti che le ha fatto dall'inizio della scuola. Ella ritrova l'amica, mollata perché troppo bacchettona ed una nuova vita sembra possa ricominciare. Va all'ultima festa, per dimostrare a se stessa che «i giochetti» di Daniele non fanno più presa su di lei. Lui, appena prima, aveva tentato di sedurla come lei voleva all'inizio, ma le parole di lui non fanno più presa sul suo animo che ormai ha compreso ciò che vale nella vita. Ma è convinta che per affermare la propria vita occorra terminarla e si suicida buttandosi dalla scogliera con tutti gli invitati della festa che vedendola buttarsi si rendono finalmente conto di ciò che è vero e ciò che si fa finta che sia vero.

Il battesimo finale nel mare non la uccide, anzi la ritonifica. Papà finalmente si fa vivo e la vuole un po' con sé sulla piattaforma petrolifera: una gioia cui Melissa stenta a credere, ma è vero. Il padre cui lei voleva chiedere aiuto (mirabile la breve sequenza) e scrive una mail che però non invia: papà è troppo lontano per amarmi come vorrei, sembra pensare. E alla fine, madre e figlia si abbracciano sulla tomba della nonna, che riporta la foto da ragazza: il nuovo inizio per entrambe.

Credo che il film racconti tantissimo sui giovani e sappia rendere con grande forza le varie verità che si affastellano nei loro animi: il devastante desiderio di essere amati che, se frustrato, può condurli anche al suicidio, la potenza dell'amore delicato mostrato da un ritratto che redime anche l'anima più nera, il ribrezzo per ciò che si è agito che conduce a sopprimere anche la propria vita, irrimediabilmente compromessa. Il ritorno alla realtà vera, cui li richiama la morte, scrollando via tutto quello che di artefatto si sono buttati addosso. Questo sono i giovani, questo ci racconta il film.

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