Batman Begins

Ho scelto di prepararmi alla visione di “Batman Begins” visionando nuovamente tutti i precedenti, i modo da ottenere una più equilibrata considerazione possibile. Così mi trovo in parte a smentire alcune delle mie convinzioni dopo aver visto il “Batman Begins” di Christopher Nolan: poiché, come non amare il Batman di Burton? Fiabesco, incoraggiato da un tocco di scenografia (premiata con un Oscar nel ’90), e un occhio registico che ne fa un’opera nettamente distinguibile da i vari film di supereroi. Un supereroe. Con il nuovo Batman però, scopriamo che lui non è tanto un supereroe, quanto una persona qualunque, prerogativa che riesce a dar maggiore forza alla sceneggiatura firmata da David S. Goyer. Ed è per questo che è a mio parere il miglior film su Batman, Batman personaggio, Batman uomo, sulla sua maschera, e quant'altro. Ho trovato sorprendente quanto la sceneggiatura sia ponderata, fluida; e non è tanto lo scambio di battute divertenti dei precedenti Barman, che facevano tra l’altro apparire le sue imprese come un allegro gioco, ma la tensione suscitata da sguardi ottimamente dosati. Questo perché il cast è stato capace di adattarsi perfettamente al bagliore della storia, e Michael Caine (“Gli insospettabili”, “Le regole della casa del sidro”), Gary Oldman (“Dracula di Bram Stoker”, “Harry Potter”) e Morgan Freeman (“Million Dollar Baby”, “Le ali della libertà”), aiutano lo spettatore a rimanere a proprio agio per le due ore di durata del film, in un clima prettamente familiare. Esploriamo poi, con l’aiuto di Christian Bale (“Io non sono qui”, “American Psycho”, “Piccole Donne”) ,entrato con destrezza dentro la leggenda creata da Bob Kane, il subconscio del personaggio, in modo da trovare risposte ai perché legati alla sua figura, alle sue azioni, alla sua maschera. Il cammino di un uomo scosso da un avvenimento tragico quanto indimenticabile, passa dall’ardore per la vendetta, alla criminalità stessa, fino in prigione, per poi diventare un membro della setta delle ombre, libero da ogni paura. E solo così, aprendo gli occhi sulla sua Gotham, prenderà coscienza che “Non è tanto chi sei, ma quello che fai che ti qualifica”, diventando l’uomo pipistrello a servizio non più della rivalsa, ma della giustizia. La capacità di cogliere l’anima di Batman, e permettere a noi di entrare nella sua prospettiva, è una prerogativa che solo in questo nuovo capitolo è presente, in modo indiscutibile. Un Batman dalle scelte perfette, nella speranza che il sequel “The Dark Knight” non distrugga l’aura da questo creato.