Identità violate

Un film di D.J. Caruso. Con Angelina Jolie, Ethan Hawke, Kiefer Sutherland, Gena Rowlands, Olivier Martinez.
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Titolo originale Taking Lives. Thriller, durata 103 min. - USA 2004. MYMONETRO Identità violate * * - - - valutazione media: 2,26 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Discreto adattamento d'un omonimo libro. Valutazione 3 stelle su cinque

di ashtray_bliss


Feedback: 29534 | altri commenti e recensioni di ashtray_bliss
martedì 19 maggio 2015

A distanza di ormai ben undici anni mi sono ritrovata a rivedere questa pellicola, dell'assai bravino J. Caruso. Una pellicola che già ai suoi tempi era stata per promossa da astute tecniche di marketing e poteva vantarsi di un cast d'eccelenza. A partire dall'allora giovane e bellissima Angelina Jolie (che stava cavalcando l'onda del successo dopo la strepitosa performance da girl interrupeted), a Kiefer Sutherland per finire con l'arcinoto ed enigmatico Ethan Hawke. Il thriller in questione si rivela essere abbastanza esile di per se e discreto.
Ciò nonostante scorre via lisco come l'olio, vanta comunque di una buona struttura scenografica e un buon ritmo narattivo che cerca sempre di essere incalzante e ogni tanto premia gli spettatori più esigenti con dei ben congeniati colpi di scena. Ma la vera falla della pellicola in questione è purtroppo la sua fin troppo apparente ed evidente banalità nei risvolti che invece dovrebbero tenere sulle spine gli spettatori e rivelarsi autentici colpi di scena. Caruso non riesce a destreggiarsi molto bene su questo livello e cosi fa perdere quota alla storia della quale si puà facilmente intuire il risvolto scena dopo scena.

Non è che ai personaggi manchi il pathos o non siano ben calati nelle loro rispettive parti, tutt'altro. Sia la Jolie che Hawke danno delle ottime performance e si immedesimano nelle sorti dei loro personaggi. Ma nei personaggi, o meglio nella loro caraterizzazione, si concetra anche il maggior difetto del film. Sono molto mediocri, non riescono a suscitare in pieno l'interesse degli spettatori, hanno virtù e difetti che non vengono mai pienamente in superficie, rendendoli appunto personaggi abbozzati e disorganici. Il senso di incompletezza che li pervade permea tutta la durata della pellicola e contribuisce a darle un voto essenzialmente negativo. A quello, si viene a sommare da un punto in poi, una incredibile prevedibilità di mosse e azioni che peggiorano ulteriormente il giudizio sulla pellicola in questione, salvata peraltro dalla location e ambientazione intrigante e decadente in quel del Canada.
La trama invece è ispirata dal omonimo libro di successo, Taking Lives di M. Pye, ed ampiamente modificata per renderla più appetibile al grande pubblico. Il film si concentra cosi sulla figura predominante della Jolie nei panni della psicologa Ileana Scott, che lavora come agente investigativa per conto dell' FBI. Scaltra e intuitiva, la donna decide di collaborare con un gruppo di poliziotti canadesi sulle traccie di un serial killer particolare.
Il killer infatti non si occupa solo di addocchiare e uccidere brutalmente le sue vittime, ma si impossessa della loro identità, vivendo la loro vita più a lungo possibile. Poi, quando iniziano a sorgere dubbi sulle vere sorti del malcapitato, l'uomo procede con la prossima vittima. Il contesto è sicuramente intrigante ma fa sollevare alcuni dubbi riguardo l'applicabilità di tali metodi in un mondo in continua evoluzione, sempre più tecnologico e monitorato da tutti, in primis dall'occhio elettronico, dentro al quale muoversi è già complicato, figurasi 'rubare' le vite degli altri per cosi tanto tempo. In tal senso, forse il film avrebbe potuto essere realizzato negli anni '90 a cavallo del nuovo millenio, per risultare un tantino più credibile e dunque appetibile. Cosi non è stato e ci accontentiamo di giudicare al meglio il prodotto che abbiamo tra le mani, o preferibilmente, davanti agli occhi.

Si procede dunque con la caccia all'uomo e il tentativo di decodificare i pochi elementi a disposizione da parte di Scott e la squadra francofona. Poi, come un deus ex machina, irrompe prentuosamente nelle scene il personaggio misterioso ed enigmatico di Costa (E.Hawke) che è colui che trattiene la chiave per la risoluzione del mistero del film. Peccato che a quel punto anche la scontatezza e la prevedibilità tolgono una componente basilare del thriller, la suspence, la tensione. Non possiamo lamentarci dei colpi di scena che indubbiamente esistono e irrobustiscono il film, ridonandogli un certo spessore, specialmente quelli concentrati nei minuti conclusivi della pellicola.
C'è anche la immancabile componente erotica, racchiusa nella scena, memorabilmente bollente, che si consuma tra la Jolie ed Hawke. Tuttavia una scena non strumentale ai fini della trama ma solamente a quelli di marketing, studiata e inserita a tavolino per incuriosire il pubblico nella speranza di trattenerlo in sala il più a lungo possibile solo ed esclusivamente per gustare 'quella' sequenza (cortissima) piccantina. Da li a breve caleranno definitivamente le maschere, delle vittime e dei carnefici e dopo l'ennesima vittima, scatterà un'ultima corsa disperata per mettere la parola fine alla furia omicida di Costa.

In definitiva direi che il film non è da cestinare e può benissimo rientrare nella media. Tuttavia ci sono parecchie lacune che impediscono di dare un giudizio più alto. La sceneggiatura è solida ma non ben strutturata e/o montata e ci sono evidenti 'buchi' i quali non vengono mai colmati o spiegati in un qual modo (ad esempio chi è la persona che si nasconde nello scantinato della villa?). Altro punto negativo è come detto prima la frammentarietà dei personaggi e dei loro moventi d'azione. Gli attori invece, dal punto di vista tecnico, sono bravi a partire dalla rocciosa Gina Rowlands passando per la glaciale Angelina Jolie. Peccato solo per il talentuoso e versatile Kiefer Sutherland, un nome veramente sprecato all'interno di questo thriller flaccido, che ricopre soltanto uno spazio di pochissimi secondi in una parte poco significativa e ancor meno memorabile. Discreti anche i personaggi secondari, ovvero la squadra investigativa canadese. Buona la fotografia nel suo insieme e affascinante la location Quebeq-iana di una Montreal decadente.
Si può vedere comodamente senza aspettarsi un capolavoro ecclatante. 3/5

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