paolo1967
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lunedì 1 maggio 2023
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si muore un''altra volta, ma non james bond...
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Dato più volte cinematograficamente morto (è anche una trovata dell'inizio di più di un film della serie) James Bond è sempre tornato. Anche se non sempre con film veramente ottimi. Ma può essere uno dei peggiori film di 007 della serie ufficiale un cattivo film? Per i critici, forse, ma non per il pubblico. Uno dei migliori dizionari dei film definisce questo una specie di catalogo di citazioni valido solo per i fan più fedeli (come pure altri della serie). 007 aveva già ogni tanto mostrato la corda ma è fatto in modo da garantire sempre spettacolo, divertimento per il vasto pubblico con gli ingredienti fondamentali aggiornati ai tempi ma rispettando sempre quello che il pubblico vuole che 007 mostri, dal divertimento fanciullesco ai toni seri da guerra fredda (già Goldfinger stemperava il cinismo col fumetto) o da poliziesco violento.
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Dato più volte cinematograficamente morto (è anche una trovata dell'inizio di più di un film della serie) James Bond è sempre tornato. Anche se non sempre con film veramente ottimi. Ma può essere uno dei peggiori film di 007 della serie ufficiale un cattivo film? Per i critici, forse, ma non per il pubblico. Uno dei migliori dizionari dei film definisce questo una specie di catalogo di citazioni valido solo per i fan più fedeli (come pure altri della serie). 007 aveva già ogni tanto mostrato la corda ma è fatto in modo da garantire sempre spettacolo, divertimento per il vasto pubblico con gli ingredienti fondamentali aggiornati ai tempi ma rispettando sempre quello che il pubblico vuole che 007 mostri, dal divertimento fanciullesco ai toni seri da guerra fredda (già Goldfinger stemperava il cinismo col fumetto) o da poliziesco violento. Si vede che io fan di 007 lo sono davvero, perché la prima volta che vidi questo film in televisione (dove non fece un buon ascolto, ma la prima serata sè una brutta bestia) non mi deluse. Bisogna aspettare quasi mezz'ora per vedere il vero 007 (con uno di quegli scarti degni dei migliori titoli della serie, cesura con la prima parte del film). Le parti nella falsa Cuba (a quella vera non si poteva per l'embargo) sono molto belle e altrettanto lo sono le scenografie di Peter Lamont (formatosi col grande Ken Adam, uno dei geni che hanno fafto fare la differenza a 007 coi normali buoni film). Lee Tamahori si prende qualche licenza personale (come tutti i registi della serie). Insomma, spesso nei film di 007 c'è poco di nuovo, ma poco importa, perchè continuano a riflettere, sotto forma spettacolare, la vita che il pubblico conduce o vorrebbe condurre, con tutte le sue caratteristiche - sempre esagerate rispetto alla della realtà - con qualche ritorno al minimalismo dei romazi di Flemimg, ma più spesso non lesinando in tutto ciò che fa spettacolo (e comfort materiale e ideologico per gli spettatori) anche se, come aveva notato Fellini, sotto la superifcie smalttata e brillante si possono avvertire (e qualche volta fanno capolino anche nei film più fanciulleschi) aspetti non poco inquietanti (in fondo anch'essi a soddisfazione catartica nel profondo per lo spettatore). Questi film non sono mai banali anche quando lo sembrano. I grandi 007 torneranno coi titoli successivi, guarda caso col primo (uno dei tanti ritorni) romanzo di Fleming.
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nino pellino
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mercoledì 4 settembre 2019
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il peggiore film di tutta la saga dell'agente bond
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Ho trovato "La morte può attendere", uscito nell'anno 2002, il peggiore film di tutta la storica saga del mitico agente 007 James Bond. Se il primo film della serie interpretata da Pierce Brosnan è stata una pellicola avvincente e riuscita e i successivi due film sono da considerarsi più che accettabili, questo quarto capitolo con Brosnan è decisamente da dimenticare ed accantonare per sempre. Infatti vi ho trovato una miriade di effetti speciali che riducono questa longeva serie quasi ad un cartone animato interpretato da attori reali e che inabissano la presenza e il fascino dell'attore Brosnan, sicuramente più che discreti nelle sue precedenti recitazioni del personaggio, limitandolo quasi ad essere un super personaggio di presenza.
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Ho trovato "La morte può attendere", uscito nell'anno 2002, il peggiore film di tutta la storica saga del mitico agente 007 James Bond. Se il primo film della serie interpretata da Pierce Brosnan è stata una pellicola avvincente e riuscita e i successivi due film sono da considerarsi più che accettabili, questo quarto capitolo con Brosnan è decisamente da dimenticare ed accantonare per sempre. Infatti vi ho trovato una miriade di effetti speciali che riducono questa longeva serie quasi ad un cartone animato interpretato da attori reali e che inabissano la presenza e il fascino dell'attore Brosnan, sicuramente più che discreti nelle sue precedenti recitazioni del personaggio, limitandolo quasi ad essere un super personaggio di presenza. Per non parlare poi di certe situazioni della trama che si ripetono in idee già abbondantemente sviluppate nei passati capitoli, per cui smorzano da tutte le angolature ogni minima attrattiva a livello di vere novità. Noiose le caotiche scene di azione che si lasciano seguire con difficoltà quasi come se si avesse l'impressione di ritrovarsi in un sogno fantastico dove ogni piccola fesseria tecnologica che si vede va considerata ben accettata. L'unica nota positiva è la colonna sonora cantata da Madonna, la quale compare anche in un piccolo cameo. Non che Madonna sia mai stata una grande attrice, ma almeno resta tra le pochissime attrattive di un film completamente da dimenticare.
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angelino67
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sabato 30 aprile 2016
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un film godibilissimo
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Il film conclude un ciclo (i film di 007 vanno a cicli, anche politici come vedremo), quello di Brosnan, riportando un ruolo alla conquista militare nel Bond post guerra fredda. L'attore lo ha amato molto e ha dato il suo meglio avendo bene in testa come doveva interpretarlo. Non poteva essere più indovinata la scelta del nemico: il governo della Corea del Nord a tutt'oggi, approfittando di condizioni favorevoli, minaccia l'occidente con un leader che potrebbe figurare tra i migliori (o peggiori) vilain della serie; ma la figura del generale padre del colonnello Noon, che ha una scena intensa e insolita nel drammatico confronto col figlio malvagio – più che dignitosamente interpretato dal bel Toby Stephens, eccellenti le scene di scherma con Brosnan -, indica rispetto verso i nordcoreani.
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Il film conclude un ciclo (i film di 007 vanno a cicli, anche politici come vedremo), quello di Brosnan, riportando un ruolo alla conquista militare nel Bond post guerra fredda. L'attore lo ha amato molto e ha dato il suo meglio avendo bene in testa come doveva interpretarlo. Non poteva essere più indovinata la scelta del nemico: il governo della Corea del Nord a tutt'oggi, approfittando di condizioni favorevoli, minaccia l'occidente con un leader che potrebbe figurare tra i migliori (o peggiori) vilain della serie; ma la figura del generale padre del colonnello Noon, che ha una scena intensa e insolita nel drammatico confronto col figlio malvagio – più che dignitosamente interpretato dal bel Toby Stephens, eccellenti le scene di scherma con Brosnan -, indica rispetto verso i nordcoreani. La canzone dei titoli di coda, "Die Another Day - Dirty Vegas remix", scelta per concludere in allegria, è migliore della versione originale dei titoli di testa (entrambe di Madonna), una canzone che anch'essa migliora con gli ascolti, accattivante, eccitante. Il direttore della fotografia David Tattersall usa la luce in modo magistrale e i set progettati da Peter Lamont, degno erede del grande Ken Adam, sono stupendi, con ambientazioni tra le più spettacolari e creative di tutta la serie. Ottimi i costumi di Lindy Hemming. Il film ha una sua originalità: Lee Tamahori dirige con intelligenza e abilità spesso sul filo del rasoio, sapendo quando, dove e come osare; la più grande libertà che si prende – con eccellenti risultati, anche perché coincide con l'inizio di Bond, una specie di sfida interna tra tutti i film della serie, - é un lungo contrasto iniziale con la formula di Bond, uno straordinario pezzo di cinema, venti minuti con il più scuro tono che un film di 007 abbia mai avuto prima di virare nel consueto, vivace e spensierato della ricetta classica, con una serie di citazioni (per 007 anche questo non é una novità) dei precedenti Bond ma non solo. Ci sono bellissime atmosfere. L'immagine é di una bellezza grezza e lo scenario offre forti contrasti e trasalimenti (e qui siamo tra i momenti migliori degli 007 migliori). Tamahori sperimenta e, come i grandi registi, esibisce la stessa finzione cinematografica in una lunga scena d'azione esagerata quanto divertente grazie agli effetti visuali di Mara Bryan. Il montaggio di Christian Wagner é scattante, ci sono molti colpi di scena, la sceneggiatura di Neal Purvis e Robert Wade ha piccole e grandi trovate bizzarre fino all'assurdo, ma questo é il mondo di 007: bigger than life, e far apparire normale, anche in un contesto esclusivo, ciò che un prodotto della fantasia. Bella l'idea della scena di realtà virtuale tra Bond e Moneypenny verso la fine. Halle Berry – una grande donna - è bella e brava in una parte calda in amore e dura, all'occorrenza spietata nella lotta mentre l'esordiente Rosamund Pike brilla nel ruolo della cattiva. Le due donne rappresentano anche i poli opposti della sesso (non a caso la gelida doppiogiochista si chiama Frost). Nell'ultima mezz'ora siamo nel fumetto, una delle classiche tendenze del Bond (interi film della serie lo sono). La colonna sonora di David Arnold si attiene alle musiche tipiche (fu proprio il grande John Barry a consigliarlo alla produzione) di Bond. Ci sono da rimarcare un paio di cose. Non si manca di far dire una battuta sul miglior servizio sanitario del mondo a Cuba, paese per il quale traspare una generale ammirazione, ricreato in bellissima ambientazione, una vita dolce che si addice a Bond. Inoltre, in una scena mentre Bond sorseggia il suo Martini sull'aereo di ritorno in Inghilterra, si sente “London Calling” dei Clash. Cosa sorprendente non solo perchè si tratta dell'unico caso in cui in un film di Bond compare un brano già noto – di 23 anni prima-, ma anche perché di un gruppo fantastico ma ideologicamente tutt'altro che fedele a Sua Maestà (a meno di non pensarla come chi li considera dei burattini parte del gioco). Forse é una citazione ironica, forse un calcolo di marketing considerando l'antiamericanismo molto diffuso nel mondo all'epoca, di sicuro una dimostrazione della complessità e delle contraddizioni della civiltà occidentale, già rappresentate dagli 007 degli anni '60: una delle ragioni del successo di James Bond é che si tratta di un personaggio ideologicamente complesso. I Clash avevano una grande coscienza politica; sono stati una specie di radio rock che ha informato i giovani inglesi e americani sul fatto che i loro governi tutto erano tranne che i salvatori e i liberatori del mondo (confrontare con il Bond degli anni '80, quello del thatcheriano John Glen, che in “Octopussy” - spettacolarmente un ottimo film – liquida gli europacifisti come utili idioti alla causa dei nemici del mondo libero; dopo i progressisti “La spia che mi amava” - forse il più bel film della serie - e “Moonraker” - il più sottovalutato - diretti da Lewis Gilbert nella seconda metà dei '70). Contraddizioni che Hollywood rappresenta pienamente, essendo sempre stata molto diffusa (vedi l'autobiografia di Kirk Douglas “Io sono Spartaco” o “Reds” di Warren Beatty) nei suoi studi una posizione politica di sinistra liberal vicina al comunismo, guardato con simpatia da molti intellettuali occidentali. La questione porterebbe lontano. Quello che qui voglio sottolineare é che “La morte può attendere” é un gradevolissimo spettacolo. Grazie anche ai produttori Barbara Broccoli e Michael Wilson, che hanno scelto e accettato un regista di talento (che a sua volta sapeva i limiti entro i quali poteva e doveva muoversi) e aiutato gli sceneggiatori nell'orientarsi tra gli spunti possibili dai romanzi di Fleming, con le questioni fondamentali attinenti alla attualità.
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jekyll
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domenica 13 dicembre 2015
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ambivalenza di bond
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Il più nostalgico, nonostante il suo sforzo di modernità, dei film della serie. Cita qualcosa da ciascuno dei precedenti, ma ha spunti originali sorprendenti, come un buon film di 007 deve fare. Pierce Brosnan ha il giusto fascino assassino. Halle Berry, che appare, bellissima, in un bikini color pesca, é la tipica donna dei film di Bond come "Goldfinger": intelligente, intraprendente, dura ma simpatica, guerriera, potenzialmente malefica ma comunque sempre deliziosa, con lo stesso senso dello stile, lo stesso atteggiamento disinvolto verso il sesso di Bond. Anche la bella Rosamund Pike brilla, perfetta nella implacabilità del suo personaggio. Rick Yune è molto efficace nel ruolo di spia coreana.
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Il più nostalgico, nonostante il suo sforzo di modernità, dei film della serie. Cita qualcosa da ciascuno dei precedenti, ma ha spunti originali sorprendenti, come un buon film di 007 deve fare. Pierce Brosnan ha il giusto fascino assassino. Halle Berry, che appare, bellissima, in un bikini color pesca, é la tipica donna dei film di Bond come "Goldfinger": intelligente, intraprendente, dura ma simpatica, guerriera, potenzialmente malefica ma comunque sempre deliziosa, con lo stesso senso dello stile, lo stesso atteggiamento disinvolto verso il sesso di Bond. Anche la bella Rosamund Pike brilla, perfetta nella implacabilità del suo personaggio. Rick Yune è molto efficace nel ruolo di spia coreana. Samantha Bond ha uno dei migliori momenti di Moneypenny. John Cleese, ex Monty Python, é ottimo nei panni di Q. Judi Dench é un M di acciaio e, se necessario, spietato. Gli effetti speciali non deludono. Ice Palace è meravigliosamente stravagante. La regia di Lee Tamahori, secca, vivida e vibrante, conferisce al film il giusto scatto. Un buon Bond, accattivante, piacevole, divertente. Madonna canta "Die another die", co-scritta dalla stessa con l'emergente star francese dela musica elettronica Mirwais Ahmadzaï, e appare in un cameo come maestra d'armi. Tra quelli cui il film é piaciuto, nel suo stile, nei suoi personaggi, nelle sue scene, nei suoi ambienti, sono d'accordo con la parte della critica favorevole, che tra i vari elogi ha visto in Tamahori un regista che "ha ristabilito la sensualità pop della serie" ("Entertainmente Weekly"). Per i film di 007 può valere quello che ha fatto il successo di Gioachino Rossini, ovvero la paradossale quanto armoniosa convivenza di un messaggio conservatore entro forme innovatrici.
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fabio57
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giovedì 5 novembre 2015
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buon film
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Dissento dal critico, è un buon film di spionaggio,con una pioggia di effetti speciali,il duello alle spade è da antologia.Pierce chiude in bellezza la sua esperienza da Bond.
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fabio57
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giovedì 5 novembre 2015
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buon film
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Dissento dal critico, è un buon film di spionaggio,con una pioggia di effetti speciali,il duello alle spade è da antologia.Pierce chiude in bellezza la sua esperienza da Bond.
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jackpug
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venerdì 14 agosto 2015
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james bond protagonista di assurdità
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Eccoci al quarto ed ultimo capitolo dei film interpretati da Pierce Brosnan nella saga cinematografica di James Bond ... che dire : non potrebbe andare peggio di così !
Ne abbiamo viste tante con i film di 007 : dai momenti ridicoli di "Una cascata di diamanti" alle banalità de "L'uomo dalla pistola d'oro" fino alle scene da cartoon di "Moonraker" e alla scontatissima quanto inutile ed eccessiva violenza di "Vendetta privata" ma mai la saga si è trovata a raggiungere il limite del peggio ... fino a quando non è uscito "La morte può attendere" !
Diciamo che "La morte può attendere" è il "Batman & Robin" del franchise di James Bond : infatti questi film "fatti fuori" dalla critica e anche da alcuni fans sono noti come "ammazza-franchise" ovvero film che rovinano o rompono completamente una serie cinematografica.
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Eccoci al quarto ed ultimo capitolo dei film interpretati da Pierce Brosnan nella saga cinematografica di James Bond ... che dire : non potrebbe andare peggio di così !
Ne abbiamo viste tante con i film di 007 : dai momenti ridicoli di "Una cascata di diamanti" alle banalità de "L'uomo dalla pistola d'oro" fino alle scene da cartoon di "Moonraker" e alla scontatissima quanto inutile ed eccessiva violenza di "Vendetta privata" ma mai la saga si è trovata a raggiungere il limite del peggio ... fino a quando non è uscito "La morte può attendere" !
Diciamo che "La morte può attendere" è il "Batman & Robin" del franchise di James Bond : infatti questi film "fatti fuori" dalla critica e anche da alcuni fans sono noti come "ammazza-franchise" ovvero film che rovinano o rompono completamente una serie cinematografica.
Questa pellicola è tra le più assurde che abbia mai visto e se poi penso che si tratta ( o meglio che dovrebbe trattarsi ) di un film di una saga come quella dell'agente 007 mi viene da piangere e/o da ridere di fronte alla banalità e alla ridicolaggine prensente !
Una trama praticamente inesistente, momenti di completa stupidità o sciocchezza ( l'Aston Martin Vanquish invisibile !? la battaglia del laser !? ) e un uso davvero eccessivo di CGI ( nemmeno fosse un kolossal del genere fantasy o fantascientifico ! ); i personaggi sembrano quasi di plastica : troviamo degli antagonisti davvero poco convincenti ( Zao con l'acne di diamanti !? ) mentre le bellissime Halle Berry e Rosamund Pike interpretano due Bond Girls che sarebbero interessanti se non fosse per il fatto che sembrano davvero poco e mal delineate; e le battute di Bond ( da notare quelle quando arriva nel club di scherma e incontra Madonna ) che sembrano più da cine-panettone che da un qualsiasi film di spionaggio ? e la theme song di Madonna che è eccessiva in un modo incredibile a causa delle parti elettroniche ?
Insomma un film davvero deludente che porrà fine alla prima serie di James Bond ma che ( come accaduto con la prima serie di Batman, fallita con "Batman & Robin" ma risollevata dal regista Christopher Nolan con un reboot che inizia con "Batman Begins" ) ridarà alla luce una nuova serie di film di 007 più interessanti e più moderni.
Almeno il film è servito a questo ...
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germon
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lunedì 11 febbraio 2013
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007 ovvero vendere (prodotti)
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Gerardo Monizza
Senza girare inutilmente intorno alle sue avventurose storie, cercando significati reconditi, il tema è solo la pubblicità. La mitica auto, il Martini cocktail, gli accessori (soprattutto “meccanici”) dei primi film si sono trasformati. Sfacciatamente – negli ultimi film – le auto, gli orologi, i telefonini, le bevande, gli hotels sono tutti targati, firmati, siglati, griffati. Persino le ragazze. Tutto ha un nome, una riconoscibilità, un marchio. La storia, il racconto non c’entrano.
“007 La Morte può attendere” è ormai l’ennesima variante postuma al suo autore: Ian Fleming ideatore del personaggio e scrittore dei primi soggetti, essendo morto nel 1964, ha lasciato spazio ai manieristi.
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Gerardo Monizza
Senza girare inutilmente intorno alle sue avventurose storie, cercando significati reconditi, il tema è solo la pubblicità. La mitica auto, il Martini cocktail, gli accessori (soprattutto “meccanici”) dei primi film si sono trasformati. Sfacciatamente – negli ultimi film – le auto, gli orologi, i telefonini, le bevande, gli hotels sono tutti targati, firmati, siglati, griffati. Persino le ragazze. Tutto ha un nome, una riconoscibilità, un marchio. La storia, il racconto non c’entrano.
“007 La Morte può attendere” è ormai l’ennesima variante postuma al suo autore: Ian Fleming ideatore del personaggio e scrittore dei primi soggetti, essendo morto nel 1964, ha lasciato spazio ai manieristi. Le sue motivazioni (che contemplavano l’affermazione esasperante della superiorità britannica, l’incorreggibile superficialità Usa, l’anticomunismo viscerale e la cialtroneria del restante universo mondo) non appartengono più alla contemporaneità globalizzata.
In mancanza di creatività, i neo-autori ripetono all’infinito una storia buona per tutti i palati e servibile sui tavoli di mezzo mondo. Al buono e birbante Bond “James Bond” ripetuto all’infinito, si contrappone un cattivo quasi sempre isterico, deficiente, tanto scienziato (questa volta in raggi spaziali) quanto approssimativo. Vagando per mari, deserti e ghiacciai la storia (ma c’è una storia?) si muove nella disunità di luogo (spostamenti da una sequenza all’altra senza preoccuparsi della verosimiglianza geografica), di tempo (ma quanto dura, in “giornate”, tutto ‘sto casino?). In quanto all’azione: se s’intende il movimento, nessuno sta fermo un attimo; se invece si riferisce all’insieme di eventi uniti da una logica, allora non ci siamo. E qui torna il tema dominante, quello della pubblicità.
007 è una lunga maratona di promozioni subliminali divisa in tante pubblicità , ma con una novità: non importa la marca, basta imporre “un’idea”. Le forme dell’auto, gli accessori, l’apparato tecnologico informatico, i Pc, i telefonini, gli alberghi e tutto l’apparato scenico e visivo serve solo a “imporre” un sogno. Sembra che la vita comune e quotidiana (tipo: casa- lavoro) non sia apprezzabile se non alzando lo standard corrente. Bond (pur nell’ironica interpretazione di Pierce Brosnan) delude non perché si presenta come il paladino di una vita frivola, ma avventurosa, amorale ma intrigante, faticosa ma esaltante. Bond – il neo-Bond – delude e annoia perché è solo un “marchettaro” pagato per interpretare i tanti ruoli (ovviamente da protagonista) del “prodotto” internazionale.
Per questo: per aver tradito i suoi alti o bassi ideali (discutibili ma consistenti) è seguito da un pubblico sempre più scontento. Il suo antico stile di vita aveva ancora una lontanissima possibilità di essere – se non imitato – almeno creduto. Ora no. Passando da una nazione all’altra, da un’avventura ad un’esplosione, da un assurdo all’improbabile, il nuovo Bond assume la consistenza di un’immaginetta traballante, spazzolata nevroticamente davanti al televisore di casa, col telecomando, nella noia della notte insonne. Altro che licenza di uccidere.
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gipinna
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domenica 25 novembre 2012
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immensa noia
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Vedendo il film mai titolo fu poi così sbagliato, almeno in italiano: perchè la 'morte' del personaggio 007 si era prolungata nel tempo, almeno intendendo per personaggio la spia seria che Fleming creò negli anni 50 come eroe della guerra fredda, l'unico vero eroe europeo alternativo al Marlowe americano in quanto a leggenda continuativa. Una morte iniziata nel fumetto di 'Si vive solo due volte, degenerata in Moonraker, e poi salvata a più riprese con tentativi degli sceneggiatori (del passato, come Maibaum) di tenere James Bond coi piedi per terra, meglio....sulla terra. Il duemila inizia malissimo per 007, tra minchiate tecnolgiche alla Diabolik (auto-invisibile), scene d'azione girate malissimo ed infarcite di effetti digitali che anzichè emozionare alla lunga causano un fortissimo senso di nausea, battute degne di Steve Segal, personaggi che non esistono e che recitano a mossette e digrignano i denti.
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Vedendo il film mai titolo fu poi così sbagliato, almeno in italiano: perchè la 'morte' del personaggio 007 si era prolungata nel tempo, almeno intendendo per personaggio la spia seria che Fleming creò negli anni 50 come eroe della guerra fredda, l'unico vero eroe europeo alternativo al Marlowe americano in quanto a leggenda continuativa. Una morte iniziata nel fumetto di 'Si vive solo due volte, degenerata in Moonraker, e poi salvata a più riprese con tentativi degli sceneggiatori (del passato, come Maibaum) di tenere James Bond coi piedi per terra, meglio....sulla terra. Il duemila inizia malissimo per 007, tra minchiate tecnolgiche alla Diabolik (auto-invisibile), scene d'azione girate malissimo ed infarcite di effetti digitali che anzichè emozionare alla lunga causano un fortissimo senso di nausea, battute degne di Steve Segal, personaggi che non esistono e che recitano a mossette e digrignano i denti. L'inizio in Corea del Nord è ottimo, dopo la canzone (orrenda) di Madonna il 20esimo Boind scade nel peggior esempio del cinema commerciale per teenager, girato e recitato come un lunghissimo video-clip, stile MTV, con protagonisti e storia più virtuali degli stessi effetti. La Berry, bellissima, è del tutto sprecata, Brosnan non crede nel film e infatti lascerà il ruolo, i suoi nemici....chi se li ricorda? Addirittura la plastica facciale da europeo del coreano traditore, peggiori trovate gli sceneggiatori (Purvis e Wade) non potevano trovare. A questo si aggiunge la storia che poi non è altro che l'ennesimo remake di spezzoni dei film precedenti, da 'Una cascata di diamanti' a Moonraker....un rifacimento del peggio...per la serie che al peggio non c'è mai fine. "La morte può attendere"....ci penserà Daniel Craig a resuscitare Bond, nei bellissimi 'Casinò Royale' e soprattutto 'Skyfall'.
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renato c.
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venerdì 10 febbraio 2012
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l'ultimo brosnan
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Pierce Brosnan era un attore adattissimo ad interpretare James Bond! Era partito alla grande con "Goldeneye", ma nei films successivi i soggettisti gli hanno composto trame che poco avevano a che vedere con lo stile Fleming, e troppo basate sui gadgets! Qui arriviamo addirittura alla Aston Martin che diventa invisibile! All'inizio la trama sembra quella di un film molto serio, con James Bond prigioniero, capellone e barbuto che viene scambiato con un nemico e la signora "M" gli revoca la licenza di uccidere perchè pensava che avesse rivelato dei segreti sotto tortura. Poi il film si affloscia. L'uscita dal mare di Halle Berry in bikini ricordava molto quella di Ursula Andress in "Licenza di uccidere" tanto che qualcuno ha pensato "Questo è l'ultimo James Bond, ed hanno voluto fare un riferimento al primo!" La trovata poi del coreano che diventa bianco tramite cambiamento del dna sfocia proprio nel fumetto di fantascienza! Bellissima, comunque anche la "cattiva" del film Rosamund Pike, peccato che resta cattiva e debba morire! John Cleese interpreta bene il nuovo "Q" ed è stata una buona idea di non sostituire l'attore di punto in bianco ma annunciarlo già come successore nel film precedente; non si tratta quindi di un nuovo attore che interpreta il maggiore Boothroyd, interpretato per 17 films dal compianto Desmond Llewelyn, ma di un suo successore che nel film precedente era stato suo assistente; e qui non esita a ricordarlo.
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Pierce Brosnan era un attore adattissimo ad interpretare James Bond! Era partito alla grande con "Goldeneye", ma nei films successivi i soggettisti gli hanno composto trame che poco avevano a che vedere con lo stile Fleming, e troppo basate sui gadgets! Qui arriviamo addirittura alla Aston Martin che diventa invisibile! All'inizio la trama sembra quella di un film molto serio, con James Bond prigioniero, capellone e barbuto che viene scambiato con un nemico e la signora "M" gli revoca la licenza di uccidere perchè pensava che avesse rivelato dei segreti sotto tortura. Poi il film si affloscia. L'uscita dal mare di Halle Berry in bikini ricordava molto quella di Ursula Andress in "Licenza di uccidere" tanto che qualcuno ha pensato "Questo è l'ultimo James Bond, ed hanno voluto fare un riferimento al primo!" La trovata poi del coreano che diventa bianco tramite cambiamento del dna sfocia proprio nel fumetto di fantascienza! Bellissima, comunque anche la "cattiva" del film Rosamund Pike, peccato che resta cattiva e debba morire! John Cleese interpreta bene il nuovo "Q" ed è stata una buona idea di non sostituire l'attore di punto in bianco ma annunciarlo già come successore nel film precedente; non si tratta quindi di un nuovo attore che interpreta il maggiore Boothroyd, interpretato per 17 films dal compianto Desmond Llewelyn, ma di un suo successore che nel film precedente era stato suo assistente; e qui non esita a ricordarlo.
Dopo questo film arriverà "Casino Royale" interpretato da Daniel Craig e si tornerà ad una trama seria su un soggetto di Ian Fleming. Peccato che tale tipo di trame non sia stato usato di più anche con Pierce Brosnan, l'avrebbe meritato!
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