valetag
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sabato 22 marzo 2014
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l'odissea in stile coen
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L’Odissea in stile country dei fratelli Coen ha fatto centro: è una pellicola tutta da scoprire, da guardare e riguardare all’infinto per scovare ogni citazione e messaggio nascosti tra le righe.
Il cast è straordinario: se dietro ad un grande uomo c’è una grande donna, allo stesso modo possiamo affermare che dietro ai grandi attori ci sono grandi registi. Un George Clooney convincente come non mai, Nelson e Turturro nei panni dei due compagni un po suonati e creduloni: insieme regalano spessore ad un film ch'è già eccellente di suo.
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L’Odissea in stile country dei fratelli Coen ha fatto centro: è una pellicola tutta da scoprire, da guardare e riguardare all’infinto per scovare ogni citazione e messaggio nascosti tra le righe.
Il cast è straordinario: se dietro ad un grande uomo c’è una grande donna, allo stesso modo possiamo affermare che dietro ai grandi attori ci sono grandi registi. Un George Clooney convincente come non mai, Nelson e Turturro nei panni dei due compagni un po suonati e creduloni: insieme regalano spessore ad un film ch'è già eccellente di suo.
Tra gli episodi dell'Odissea i Coen aggiungono qualche piccola provocazione sui cliché americani, utilizzando del sano sarcasmo e mantenendo una certa leggerezza, tanto che anche le critiche passano sotto mentite spoglie.
Magnifiche le musiche della colonna sonora: insieme alle tonalità color seppia ci spingono ad immergerci nella cultura americana del sud. Si finisce per canticchiare tutto il giorno "man with constant sorrows".
Unica pecca: la fotografia non proprio eccellente, ma nel complesso di buon livello.
Uno dei film migliori di tutti i tempi. Consigliato.
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elgatoloco
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giovedì 2 settembre 2021
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geniale film dei coen
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"O Brother, Where art You?"(Ethan e Noel Coen, 2000), vede tre avasii da una colonia penale girare gli States poco dopo la "grande Depressione"del 1929, alla riocerca di un tesoro che non c'è. Vagamente ispirato dall'"Odissea", attribuita ad Omero(che però i due Brothers affermano di non aver mai letto integralmente, avendone solo sentito parlare e avendone letto al massimo dei brani e dei rifacimenti filmici e /o in TV), vede i tre alla ricerca di un tesoro inventato dal meno sciocco e più acculturato dei tre, incontrando personaggi vari("profeta"-vate cieco, Sirene etc.), senza scendere agli Inferi, ma passandone di cotte e di crude, finendo quasi"impiccati"e scampando regolarmente a tutto, con il finale che vede i due"liberi"del trio comunque salvi e il"direttore di gara"tornato nell'ambito della sua famiglia.
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"O Brother, Where art You?"(Ethan e Noel Coen, 2000), vede tre avasii da una colonia penale girare gli States poco dopo la "grande Depressione"del 1929, alla riocerca di un tesoro che non c'è. Vagamente ispirato dall'"Odissea", attribuita ad Omero(che però i due Brothers affermano di non aver mai letto integralmente, avendone solo sentito parlare e avendone letto al massimo dei brani e dei rifacimenti filmici e /o in TV), vede i tre alla ricerca di un tesoro inventato dal meno sciocco e più acculturato dei tre, incontrando personaggi vari("profeta"-vate cieco, Sirene etc.), senza scendere agli Inferi, ma passandone di cotte e di crude, finendo quasi"impiccati"e scampando regolarmente a tutto, con il finale che vede i due"liberi"del trio comunque salvi e il"direttore di gara"tornato nell'ambito della sua famiglia. Divertissement puro, in apparenza e in gran parte anche proprio come creazione filmica, decisamente rivolta a creare una cifra stilistica che"ridendo castigat mores", come con la parte, invero abbastanza lunga sul Ku-Klux-Klan. dove naturalmente i due geniali fratelli, nordamericnai di origini saldamente ebraiche, irridono ma al tempo stesso condannano un movimento che a fine anno 2000 aveva ripreso forza e slancio, come dimostrerano anche sviluppi successivi recenti, mostrandone la plaese assurdità. Per il resto, la riscoperta del soul e del country, con le loro diverse e contraddittorie(anche qui, l'elemento"dialettico"è sempre fortemente presente, volutamente),implicazioni , la forza di tre interpreti come Geroge Clooney(l'"eletto"del trio), John Turturro e Tim Blake Nelson, con alcuni(e)intepreti non notisismi(e)all'epoca come Holly Hunter e John Goodman, con la capacità, ovviamente, di riscoprire e rivacizzare la tradizione"immortale"negli States dell'"on the road"che va da Mark Twain alla beat generation di Allen Ginsberg ma poi arriva ben oltre"Easy Rider"di Dennis Hopper e Peter Fonda, che si ripropone ciclicamente e che qui viene declinata in forma ironica ma non per questo brutalmente autrodistruttiva o meramente critica, divenendo un vettore creativo formidadabile, qui sviscerato con una forza e un'intelligenza creativa altrimenti poco presente nel cinema di quegli anni. El Gato
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figliounico
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domenica 16 aprile 2023
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la speranza di un riscatto morale
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Il cinema dei Coen, raffinato, colto, intelligente, ironico, come quello di Woody Allen e di pochi altri cineasti a stelle e strisce, ha il potere di riconciliare l’anima europea con l’America, altrimenti destinata, dall’immagine che offre di sé stessa, ad essere considerata grezza, volgare, materialista, edonista, consumista e fondamentalmente ignorante e violenta. O Brother where art thou non è un capolavoro come Fargo o Non è un paese per vecchi, per non citare Il grande Lebowsky, ma è tuttavia un’opera di grande artigianato cinematografico, godibile da vedersi sia per le stupende immagini dei paesaggi color seppia, sia per i dialoghi sempre piacevoli e divertenti e per la recitazione dei suoi protagonisti che, a parte Clooney in stato di grazia, vede di nuovo in azione Turturro e Goodman, già interpreti di alcuni personaggi cult dei migliori film dei Coen.
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Il cinema dei Coen, raffinato, colto, intelligente, ironico, come quello di Woody Allen e di pochi altri cineasti a stelle e strisce, ha il potere di riconciliare l’anima europea con l’America, altrimenti destinata, dall’immagine che offre di sé stessa, ad essere considerata grezza, volgare, materialista, edonista, consumista e fondamentalmente ignorante e violenta. O Brother where art thou non è un capolavoro come Fargo o Non è un paese per vecchi, per non citare Il grande Lebowsky, ma è tuttavia un’opera di grande artigianato cinematografico, godibile da vedersi sia per le stupende immagini dei paesaggi color seppia, sia per i dialoghi sempre piacevoli e divertenti e per la recitazione dei suoi protagonisti che, a parte Clooney in stato di grazia, vede di nuovo in azione Turturro e Goodman, già interpreti di alcuni personaggi cult dei migliori film dei Coen. Ispirato vagamente all’Odissea di Omero il soggetto è un road movie attraverso l’America degli anni ’30 vittima della grande depressione e delle proprie ataviche paure dell’integrazione e della giustizia sociale cui corrisponde la reazione speculare e contrapposta del suprematismo bianco e dei politicanti conservatori corrotti e finti progressisti. E’ una favola a lieto fine per tentare di riscrivere la storia dell’America degli inizi del secolo scorso, che, pur senza fare sconti alle colpe originali della più grande potenza mondiale, introduce la speranza che il riscatto individuale motivato dai valori tradizionali dell’amicizia dell’amore e della famiglia possa rappresentare una possibilità ancora da sperimentare collettivamente per la rinascita morale di un popolo attualmente decaduto al livello più basso della storia della civiltà, come del resto quello occidentale in generale.
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ultimoboyscout
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giovedì 23 maggio 2013
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alla ricerca del tesoro che non c'è.
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Tre galeotti, Everett Ulysses, Pete e delmar, riescono ad evadere dai lavori forzati ai quali erano condannati dandosi alal fuga per cercare di recuperare un fantomatico tesoro. Inizia così un viaggio tragicomico che gli farà sfiorare più volte la forca e che un'incisione di "I'm a man of constant sorrow" permetterà loro di salvarsi. Ispirato in maniera più che grottesca a "L'Odissea" di Omero, è una commedia con al centro un viaggio, la musica e la società americana degli anni '30, quella della Grande depressione e del proibizionismo, che sta inevitabilmente cambiando. Il film è ricchissimo di citazioni ma è un film in stile Coen i quali non perdono occasione di lasciare ovunque i loro marchi di fabbrica, non è solo ben diretto ma anche sublimemente recitato da tre attori ottimamente nella parte che danno un taglio particolare e personalissimo ai loro personaggi, anch'essi in stile coeniano.
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Tre galeotti, Everett Ulysses, Pete e delmar, riescono ad evadere dai lavori forzati ai quali erano condannati dandosi alal fuga per cercare di recuperare un fantomatico tesoro. Inizia così un viaggio tragicomico che gli farà sfiorare più volte la forca e che un'incisione di "I'm a man of constant sorrow" permetterà loro di salvarsi. Ispirato in maniera più che grottesca a "L'Odissea" di Omero, è una commedia con al centro un viaggio, la musica e la società americana degli anni '30, quella della Grande depressione e del proibizionismo, che sta inevitabilmente cambiando. Il film è ricchissimo di citazioni ma è un film in stile Coen i quali non perdono occasione di lasciare ovunque i loro marchi di fabbrica, non è solo ben diretto ma anche sublimemente recitato da tre attori ottimamente nella parte che danno un taglio particolare e personalissimo ai loro personaggi, anch'essi in stile coeniano. Film avventuroso, pregno di umorismo e sentimenti veri, che racconta storie tipicamente americane come peraltro è prassi del cinema dei Coen, che danno una loro rilettura dell'opera di Omero in chiave narrativa ma soprattutto dandone una loro versione in chiave visiva, con una colonna sonora strepitosa e una cura dei dettagli incredibile. Scanzonato, allegro e spensierato, non è la migliore pellicola dei fratelli registi ma è comunque ben riuscito.
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alexander 1986
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venerdì 12 settembre 2014
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l'odissea dei gonzi nella vecchia america
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Mississippi, anni della Grande Depressione. Tre galeotti fuggono dai lavori forzati a rischio della pena capitale, ingolositi dalla prospettiva di godere del tesoro promesso dal loro leader, Ulysses (George Clooney). Durante il loro viaggio incroceranno la fauna dell'America di quegli anni, trasposta sotto la lente della caricatura: politici integerrimi ma cattivi, politici buoni ma corrotti, rapinatori depressi, diabolici venditori di Bibbie, parenti traditori e qualche buon samaritano fra i perfetti sconosciuti.
La dichiarata ispirazione all'Odissea è una presa in giro nonostante abbia colpito l'immaginazione di gran parte del pubblico. A dispetto di qualche citazione sparsa qua e là (come un John Goodman con un occhio solo) la pellicola trae dal poema omerico solo il suo rovesciamento parodico: l'Ulysses/Clooney è loquace ma per nulla sveglio, Penelope/Holly Hunter non ha così tanta voglia di aspettare il ritorno del marito, non ci sono déi e mostri ma una fiera di gonzi incapaci di concepire tanto il bene quanto il male.
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Mississippi, anni della Grande Depressione. Tre galeotti fuggono dai lavori forzati a rischio della pena capitale, ingolositi dalla prospettiva di godere del tesoro promesso dal loro leader, Ulysses (George Clooney). Durante il loro viaggio incroceranno la fauna dell'America di quegli anni, trasposta sotto la lente della caricatura: politici integerrimi ma cattivi, politici buoni ma corrotti, rapinatori depressi, diabolici venditori di Bibbie, parenti traditori e qualche buon samaritano fra i perfetti sconosciuti.
La dichiarata ispirazione all'Odissea è una presa in giro nonostante abbia colpito l'immaginazione di gran parte del pubblico. A dispetto di qualche citazione sparsa qua e là (come un John Goodman con un occhio solo) la pellicola trae dal poema omerico solo il suo rovesciamento parodico: l'Ulysses/Clooney è loquace ma per nulla sveglio, Penelope/Holly Hunter non ha così tanta voglia di aspettare il ritorno del marito, non ci sono déi e mostri ma una fiera di gonzi incapaci di concepire tanto il bene quanto il male. Se l'Ulisse originale rinunciò alla divinità per tornare a essere uomo, il suo emulo si accontenta di molto meno.
'Fratello, dove sei?' è il film nel quale i fratelli Coen hanno trasposto la maggiore quantità del loro impegno; lo si vede dalla sceneggiatura brillante, dalla tecnica raffinata e dalla mole esagerata di citazioni letterarie, musicali e cinematografiche. In un certo senso, la pellicola rappresenta il deposito finale di un mondo e di una cultura americani che non esistono più, o che ci sono pervenuti solo nei suoi aspetti meno limpidi. Che poi il risultato finale corrisponda alle nobili intenzioni, è un'altra questione. Il sottoscritto non condivide le critiche esaltanti circolate intorno al lavoro dei Coen e non ritiene quest'ultimo un capolavoro. La comicità è debole perché si basa più sull'espressività corporea degli attori più che sulla scrittura. Inoltre (ma questa è un'idiosincrasia personale) il citazionismo pare troppe volte fine a sé stesso.
Bisogna comunque riconoscere che si tratta di un film non comune, quasi da manuale sotto molti aspetti. Da vedere e rivedere se non altro per ammirare il lavoro del cast: tutti, ma proprio tutti, sono stati eccezionali.
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fab_y
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martedì 4 settembre 2012
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booooooooooooo
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Sarò una voce fuori dal coro ma...questo film davvero mi ha poco coinvolto. Sì buona interpretazione, buona scenografia però davvero ci ho capito poco finchè per trovare un pò di senso appena il film è finito ho navigato tra i vari siti di cinema per capire e ricercare una qualche metafora celata, un significato che non sono riuscita ad estrapolare...e ho visto che era una rivisitazione surreale dell'Odissea di Omero...e allora ci ho capito ancora meno pur essendo un'appassionata di mitologia. A parte qualche scena comica...quello che mi è rimasto in testa sono state le odiose canzoncine americane che si ripetevano ossessivamente in moltissime scene del film.
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Sarò una voce fuori dal coro ma...questo film davvero mi ha poco coinvolto. Sì buona interpretazione, buona scenografia però davvero ci ho capito poco finchè per trovare un pò di senso appena il film è finito ho navigato tra i vari siti di cinema per capire e ricercare una qualche metafora celata, un significato che non sono riuscita ad estrapolare...e ho visto che era una rivisitazione surreale dell'Odissea di Omero...e allora ci ho capito ancora meno pur essendo un'appassionata di mitologia. A parte qualche scena comica...quello che mi è rimasto in testa sono state le odiose canzoncine americane che si ripetevano ossessivamente in moltissime scene del film. Con tutto il rispetto per i fratelli Coen che tanto ho apprezzato ne "Il Grinta"...questo film sa di poco.
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unochepassa
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venerdì 3 agosto 2007
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povero omero...
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Un film curioso e decisamente originale, sicuramente il regista ha inventiva e fantasia da vendere...tuttavia non capisco proprio come abbia raccolto ben 5 delle preziose stelline di questo sito, il punteggio massimo, il top. Una per l'idea, un'altra per l'interpretazione dei protagonisti, la terza per la scenografia...ma poi basta: una in meno per il miscuglio decisamente fuori luogo di così tante idee, epoche, suggestioni che finiscono per annientarsi a vicenda, l'ultima lasciata bianca per lo squallore generale dell'atmosfera, che rende questo film un'opera, diciamo, ma sicuramente non arte.
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(di dido93)
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(di evil86)
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(di anonimo403483)
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