Il padrino - Parte III

Ultimo capitolo della saga dei Corleone. In un'atmosfera che tenta di ricalcare quella dei primi due film, ritroviamo i medesimi,ormai stanchi, personaggi. Michael è assai invecchiato, il figlio non è interessato alle sorti della famiglia e deciso ad assecondare la propria vocazione di cantante lirico:non si ripeterà dunque il sacrificio alla famiglia fatto anni prima dal vecchio boss. I tempi evidentemente sono cambiati. La figura del nuovo Capo in ascesa, Vincent (Garcia), figlio di Sonny, nipote di don Michele, caratterialmente lontano dai predecessori, irruento, violento, risoluto, senza diplomazia, la sua tresca con la cugina-figlia del boss, gli intrecci politica-Vaticano-finanza internazionale, falliscono il tentativo di dare nuova linfa ad un'epopea che già è storia. A nulla vale, in tal senso, il tentativo di costruire la trama adattandola alla storia mondiale di fine anni '70: dallo scandalo Ior, all'assassinio di Calvi, dall'ascesa al papato di Albino Luciani (cardinale Lamberto) alla sua prematura scomparsa. Questo, anzi, costringe il film ad adattarsi a contenuti già dati, con generale perdita di credibilità della trama. Resta, come al solito, la grande interpretazione di Pacino cui però, nessuno tiene adeguato bordone: la stessa performance di Garcia, sicuramente all'altezza, non è tuttavia degna di particolare segnalazione. In un un finale convulso, con ricostruzioni poco credibili (l'uccisione in Vaticano del cardinale-affarista) o inutilmente cruente (la morte cruenta, per sbaglio, della figlia di Michael), il film termina con la morte anche di don Michele-Pacino, dopo che, in precedenza, con evidente copiatura del primo film, tutti i suoi avversari sono stati eliminati dall'erede designato. Nonostante i grossi investimenti (10 milioni di dollari il cachet del solo Pacino), e la splendida fotografia, l'opera risulta in definitiva assai pleonastica e grezza, senza significativi apporti qualitativi ai due precedenti capolavori. Curiosità finale:l'esecuzione della Cavalleria rusticana di Mascagni fu realmente eseguita al Teatro Massimo di Palermo in una sera del 1978, in occasione delle riprese del film.