La messa è finita

Grazie Nanni Moretti per questo film, che a distanza di tanti anni non ha perso nulla della sua capacità comunicativa. Forse perchè quello che importa a Moretti è descrivere il comportamento delle persone e le loro relazioni, e più o meno anche oggi ci siamo. Di questo film amo le ambientazioni, che sono strumentali fra l'altro a ciò che comunica, almeno a me: un'indicibile nostalgia per ciò che è passato prossimo, ma irrimediabilmente perduto, come l'infanzia, parte di un sè lacerato e già offeso, seppur ancora giovane. Perchè il protagonista del film, tra le altre cose, scopre che la vita non è fissa e immobile, ma che tutto è in divenire, che le persone crescono, invecchiano, muoiono, e ne loro stesse nè chi sta loro attorno sono in grado di adeguarsi e accettare i cambiamenti. Neanche la religione aiuta. Ma le ambientazioni, quei cinema all'aperto con le sedie un po' sconnesse, quei cortili di oratori sotto il sole, quei muri scrostati, quelle piante mediterranee e i colori caldi... Certi paesaggi, che ben si addicono alla dimensione surreale del film, oltre che al contenuto, ricorreranno, ne sono sicura, nei nostri sogni migliori, sono immagini che possono concorrere a formare un immaginario. E poi ancora, grazie Nanni Moretti perchè mostri un uomo che non ha paura di mostrare il suo corpo, che anzi ama il suo corpo, così com'è, senza troppa palestra, ma la nuotata iniziale, direi che è molto meglio della palestra!