Il cacciatore

Film 2018 | Drammatico

Regia di Stefano Lodovichi, Davide Marengo. Una serie con Francesco Montanari, David Coco, Paolo Briguglia, Francesco Foti, Marco Rossetti. Cast completo Genere Drammatico - Italia, 2018,

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Ultimo aggiornamento martedì 6 marzo 2018

La storia della discesa agli inferi di un giovane PM, ma in parallelo racconta anche il privato di quei boss sanguinari a cui Saverio dà la caccia.

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La più grande caccia ai mafiosi della storia moderna.
Ilaria Ravarino
martedì 6 marzo 2018
Ilaria Ravarino
martedì 6 marzo 2018

"Nella realtà ci sono i buoni e ci sono i cattivi. E non c'è alcun dubbio su chi siano gli uni e chi gli altri". Alfonso Sabella è un magistrato che ha attraversato da protagonista, in più di un momento, la recente storia d'Italia. Assessore alla Legalità durante Mafia Capitale, coordinatore di Bolzaneto per il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria durante i fatti di Genova 2001, Sabella è stato tra i responsabili di una delle stagioni più importanti dell'antimafia italiana.
Durante gli anni Novanta, mentre Sabella lavorava alla procura di Palermo, sono stati arrestati latitanti considerati "invisibili" come Leoluca Bagarella, Giovanni Brusca, Nino Mangano e Pasquale Cuntrera.

Erano anni in cui lo stato era in ginocchio e sulla Repubblica era calata una notte profonda. Persino il capo del pool antimafia pensava che non ci sarebbe stato niente da fare, che non li avremmo mai trovati. E invece li abbiamo presi tutti, uno per uno.
Il magistrato Alfonso Sabella

Nel 2008 Sabella ha pubblicato un'autobiografia, "Il cacciatore di mafiosi", servita da spunto per la serie tv Rai Il cacciatore: "Ho scritto questo libro per sporcare quel falso senso di etica e di onore mafioso raccontato da romanzi come "Il Padrino". La mafia non è etica, è disprezzo, orrore e morte". I mafiosi, nella realtà "come nella fiction", per Sabella non possono che avere un ruolo: "quello dei cattivi".

LA FANTASIA.

Diretta da Stefano Lodovichi e Davide Marengo, la serie tv Il cacciatore è una coproduzione Cross production, Beta Film e Rai Fiction. Distribuita in sei puntate in onda dal 14 marzo su RaiDue, la storia segue le vicende del magistrato Saverio Barone, che entra a soli trent'anni nel pool antimafia di Palermo, duramente provato dalle stragi di Capaci e via D'Amelio.
Partendo dalla procura di Termini Imerese, Barone inizia una scalata che lo porterà a diventare protagonista della più grande caccia ai mafiosi della storia moderna: gli anni Novanta sono l'epoca terribile degli omicidi di mafia e dei rapimenti, tra tutti quello del piccolo Giuseppe di Matteo, figlio di un pentito, finito a 12 anni nelle mani di Giovanni Brusca.

Un'impresa, quella di Barone, costellata di ostacoli fisici - l'omertà che protegge i latitanti; la mancanza di trasparenza nelle istituzioni; il clima di sfiducia che si respira nel pool - e psicologici - non ultima la paura più atavica: quella di morire.

Ma il magistrato, cresciuto tra i cacciatori di un piccolo villaggio tra i boschi, conosce il segreto che rende una caccia vittoriosa: un mix di tattica e istinto, oltre all'aiuto della buona sorte.
Girato esplicitamente "in chiave pop", con una regia brillante che ammette l'uso di titoli e inserti, rallenti e fermi immagine, con un'estetica che strizza l'occhio ai comics (anche nelle caratterizzazioni dei personaggi), Il cacciatore riesce nell'impresa di rendere inedita una storia che appartiene a uno dei generi più frequentati - con alterni risultati - dall'epos televisivo nazionale.

I BUONI.

Nella parte di Saverio Barone c'è un dimagrito, elettrico Francesco Montanari, mai così in sintonia col personaggio dai tempi in cui recitava nel ruolo diametralmente opposto del Libanese in Romanzo Criminale - La serie.

Definirei Barone come un personaggio leggero, iper-reattivo, mentre il Libanese era pesante, da tutti i punti di vista. Qui mi sono fatto crescere i baffi, sono dimagrito e ho studiato la camminata di Sabella, anche se il magistrato non è stato il mio unico modello. L'ho incontrato solo a serie inoltrata, venne sul set mentre giravamo una scena molto importante. Mi ha detto una frase che da allora ho portato sempre con me: bisogna dare abbastanza confidenza al mafioso per farsi rivelare ciò che si vuole, ma non bisogna mai perdere la dignità. In fondo penso che la storia di Sabella e quella di Barone ci insegnino una cosa importante, cioè che il bene può essere cool. Essere buoni è fico.
Francesco Montanari

Tra gli altri personaggi dalla parte del bene anche la compagna di Barone Giada Strazi (Miriam Dalmazio), il procuratore vendicativo amico di Falcone Carlo Mazza (Francesco Foti), il superiore di Barone Andrea Elia (Roberto Citran), primo a credere nelle qualità del giovane.

I CATTIVI.

La discesa nell'inferno di Barone è la discesa nella soggettiva del male, nelle teste dei Corleonesi che Il cacciatore racconta anche nel privato.

Leoluca Bagarella (David Coco), a capo della mafia palermitana ma addolorato dalla propria infertilità, Giovanni Brusca (Edoardo Pesce, letteralmente in un'interpretazione da brividi), orco violento e ignorante col sogno di costruirsi un castello spodestando il tiranno Bagarella, Mico Farinella (Giulio Beranek) sorta di Joker col complesso di Edipo e ancora Tony Calvaruso (Paolo Briguglia), autista del boss che si illude di potersi sporcare le mani "quanto basta" per non compromettersi.

Per loro i registi costruiscono un luogo d'elezione macabro e crudele, una bat-caverna al contrario in cui si entra e non si esce con certezza: una camera della morte dove scorre perpetuo il sangue dei rapiti, dei nemici, dei traditori e da cui nemmeno i cadaveri, senza permesso, possono uscire.

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