Last Days

Film 2005 | Drammatico, 97 min.

Regia di Gus Van Sant. Un film Da vedere 2005 con Asia Argento, Kim Gordon, Lukas Haas, Ricky Jay, Harmony Korine, Riley G. Matthews Jr.. Cast completo Genere Drammatico, - USA, 2005, durata 97 minuti. Uscita cinema venerdì 13 maggio 2005 distribuito da Bim Distribuzione. - MYmonetro 3,46 su 12 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 5 aprile 2019

E' ispirato agli ultimi giorni di vita di Kurt Cobain, il nuovo film di Gus Van Sant presentato a Cannes 2005. Protagonista è Blake (Michael Pitt, l'americano di "The Dreamers"), nei panni del famoso musicista. In Italia al Box Office Last Days ha incassato nelle prime 5 settimane di programmazione 259 mila euro e 84,7 mila euro nel primo weekend.

Consigliato sì!
3,46/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA
PUBBLICO 2,91
CONSIGLIATO SÌ
Capitolo finale di un'autoriale trilogia sulla morte firmata Van Sant.
Recensione di Marzia Gandolfi
Recensione di Marzia Gandolfi

Blake è la copia addolorata di Kurt Cobain, che si consuma e consuma gli ultimi giorni della sua vita. La cronaca lirica e monotona della sua solitudine esistenziale è interrotta da un venditore di Pagine Gialle che gli pone quesiti inserzionistici, da un detective che rivela storie e aneddoti dimenticando il soggetto investigato e dalla madre di Blake che lo supplica di andare via con lei. Intorno alla casa, che lo contiene insieme alla sua musica, respira la natura, scorre l'acqua in cui Blake monda i peccati e fa scivolare il dolore. Circondato da giovani coinquilini indifferenti, Blake compone il suo requiem e si congeda dal suo corpo.
Last days è il capitolo finale di una trilogia sulla morte: cominciata con Gerry, due giovani perduti nel deserto, e proseguita con Elephant, due studenti omicidi alla Columbine High School. A partire da Gerry, Gus Van Sant ha cercato di allontanarsi dalla narrazione tradizionale, lavorando in maniera originale e differente sul contenuto e la forma. Lo spazio è unico: il deserto, la scuola, la casa. Il tempo è circolare: si apre e si chiude sul corpo e il volto di Michael Pitt. Last days gioca con la sensazione di tempo reale e con le suggestioni che può creare il suo trascorrere. Il tempo quasi scaduto di Blake si muove orizzontalmente, in maniera ripetitiva, ma allo stesso modo suggerisce una progressione che porta all'atto finale e definitivo. Nel ripercorrere gli ultimi giorni del leader dei Nirvana, Van Sant rinuncia a investigare le motivazioni che lo hanno consumato, lasciando più di una domanda in sospeso. Non concede allo spettatore puntuali informazioni drammaturgiche e il film resta disabitato e lontano come la casa in cui il protagonista si rifugia e ripiega su stesso. Oltre quello che vediamo non c'è nulla, niente passato e niente futuro, soltanto il presente e la gelida cronaca di una morte (suicidio?Omicidio?Fatalità?). Kurt Cobain secondo Van Sant diventa una riflessione autoriale sull'"elefante" che nessuno vede ma ciascuno tende a rappresentarsi, sull'America giovane e invisibile lanciata nel vuoto. Così capita che l'elefante si appassioni alla morte come alla musica, quella suonata da Blake alla finestra, solo, singolo, senza più band.

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Recensione di Francesca Felletti
mercoledì 31 gennaio 2007

E' ispirato agli ultimi giorni di vita di Kurt Cobain, il nuovo film di Gus Van Sant presentato a Cannes 2005. Protagonista è Blake (Michael Pitt, l'americano di The Dreamers), un musicista che trascorre le ultime ore prima del suicidio nel vagare allucinato in una una villa di campagna. La macchina da presa lo segue nel bosco, dove le strade si biforcano e l'acqua del lago lava e purifica; e nelle stanze della casa che proteggono ma, contemporaneamente, soffocano. In questo labirinto, Blake percorre mille strade per non arrivare da nessuna parte, indossa mille vestiti senza trovare il suo. Balbetta parole (forse) senza senso, cerca di scrivere frasi che si ripetono, suona una musica solo immaginata. Intorno a lui, come in un castello kafkiano, si muovono amici (fra cui Asia Argento) e persone che comunicano senza comprendersi, si muovono senza incontrarsi.
Gus Van Sant prosegue la strada di Gerry e Elephant nello scavo psicologico del disagio giovanile. E per farlo usa uno stile avvolgente fatto di lunghissime inquadrature fisse, di numerosi piani sequenza, di una struttura narrativa che intreccia le stesse sequenze riproponendole con diversi punti di inizio e di fine. Quasi a voler sottolineare la consapevolezza della relatività dello scorrere di un tempo, che si ferma solo nel momento in cui Pitt inizia a suonare, e l'immagine si allontana con un lentissimo carrello all'indietro.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
martedì 15 settembre 2020
giulio andreetta

Film di Gus Van Sant interessante per concezione estetica e tecnico-realizzativa. Vengono ritratti gli ultimi giorni di vita di Kurt Cobain, celebre frontman dei Nirvana. Si nota - in un'atmosfera quasi irreale offerta da un casolare immerso nella campagna e nella natura - un uomo deluso dalla vita, benché abbia raggiunto un successo internazionale.

sabato 16 maggio 2009
Ian74

Gus Van Sant e' un poeta che invece di usare le parole usa le immagini... la trama e' secondaria. Questo film non ha niente a che vedere con i Nirvana, lo spettacolo o l'intrattenimento, chi si vuole distrarre dalla vita reale non guardi questo film ! Questo film e' poesia, e' arte, e' la vita cosi' com'e'.

martedì 3 luglio 2012
Luca Scialo

Ultimi giorni dell'ultimo rivoluzionario del rock: Kurt Donald Cobain. Decise di passarli immerso nella natura, tra il silenzio e le allucinazioni offertegli dalla droga. Lontano dallo Star system, nel quale non si era mai trovato. Lontano dai falsi amici, i falsi amori. Cercò di riempire un vuoto che in realtà si faceva sempre più incolmabile. Fino al tragico epilogo.

martedì 12 luglio 2011
Donnie87

Un film macchinoso, lento, una regia appesantita che necessita di una non indifferente capacità di attenzione e a volte dedizione dello spettare. Inutile dire che una leggenda non può essere raccontata da un film, ma ci sono stati film che grazie alla potenza del personaggio o della storia raccontata sono anch'essi diventui leggenda.

giovedì 23 aprile 2009
stiky

un film alloso e noioso nello stesso tempo a parere mio non guardatelo che cascheranno i ...

mercoledì 16 giugno 2010
Frenky 90

Posso dire senza offendere nessuno, è solo la mia opinione ovviamente, che Last days sia un film abbastanza insopportabile. Se l'obbiettivo è far sentire lo spettatore come Kurt Cobain nei suoi “ultimi giorni” appunto, dove viveva un grave malessere mentale e fisico che lo portò a scavalcare l'orlo di un baratro senza ritorno, allora il “goal” è bello che fatto dato che progressivamente viene voglia [...] Vai alla recensione »

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Giuseppe Videtti
La Repubblica

Undici anni dopo, la villa al 171 di Lake Washington, a Seattle, dove Kurt Cobain, il 27enne cantante dei Nirvana, si è suicidato 18 aprile del 1994, è ancora meta di pellegrinaggio. I ragazzi si arrampicano sugli alberi per avere una visuale migliore. Qualcuno ha tagliato i rami degli abeti per permettere alle ragazze che non riescono a salire fin lassù di vedere almeno le due finestre della soffitta, [...] Vai alla recensione »

Valerio Caprara
Il Mattino

Michael Pitt, uno dei «sognatori» dell'ultimo film di Bertolucci, sullo schermo indossa le magliette sdrucite e lerce, i pantaloni molli, le giacche informi che in anni recenti fecero il successo della moda grunge. Nella vita, anche. Gus Van Sant, il regista che lo ha diretto in «Last Days», liberamente ispirato agli ultimi giorni di vita di Kurt Cobain, il leader dei Nirvana morto suicida nel 1994 [...] Vai alla recensione »

Mariuccia Ciotta
Il Manifesto

Un solo angolo visuale, uno sguardo di parte, l'unico punto di vista, Last Days. La pluralità dei suoni e dei movimenti in questo capolavoro di Gus Van Sant è la vita di Kurt Cobain che scorre per soli due giorni ancora in una grande casa antica immersa nei boschi. Anche il set è unico, e così il suono che capta dall'ambiente i rumori naturali, musica concreta, ovvero come riprodurre la «verità» con [...] Vai alla recensione »

Massimo Lastrucci
Ciak

Parzialmente fuorviante èpensare di trovarsi di fronte alla ricostruzione degli ultimi giorni di Kurt Cobain. il leader dei Nirvana sembra infatti un pre-testo per uno scopo altro. Il film, girato, se ci si passa il termine, in filosofia grunge (anzi, la recensione di Variety lo definisce «unplugged»), racconta, oggettivando la soggettività, uno stato di allucinazione che precede la morte.

Lietta Tornabuoni
La Stampa

Ragazzi nervosissimi espongono striscioni davanti al Palazzo del cinema: «Fans Nirvana urgono biglietti»: magari si aspettano un film sul mondo americano della musica, canzoni glamour, siringhe, bustine, travestimenti, drammi, strumenti, donne, divertimento, eccessi. Invece «Last Days» di Gus Van Sant, presentato in concorso, dedicato alla memoria di Kurt Cobain dei Nirvana, idolo musicale che si uccise [...] Vai alla recensione »

Valerio Caprara
Il Mattino

Attesissimo e pre-recensito con squilli d'entusiasmo dai magazine francesi di cinema, «Last Days» potrebbe anche aspirare a un posto nel Palmarés. Non certo perché bello e raccomandabile, ma perché emblematico del nuovo corso di Gus Van Sant, il regista americano di nicchia che ha già trionfato sulla Croisette col sinistro «Elephant». Anziché salire sull'otto volante della cripto-critica, è preferibile [...] Vai alla recensione »

Gloria Satta
Il Messaggero

Se la reazione del festival è un segnale, appare ridotto al minimo il rischio di barricate da parte dei devoti di Kurt Cobain contro Gus Van Sant e il suo film che molto lontanamente ricostruisce la tragica fine della rockstar americana, suicida nel ’94 a soli 27 anni. Last Days , passato ieri in concorso, a Cannes non ha scandalizzato il pubblico né scatenato il dibattito fra i critici, tantomeno [...] Vai alla recensione »

Emanuela Martini
Film TV

Un ragazzo solo, con i capelli lunghi, i jeans stracciati, la maglia penzolante, la “divisa” grunge. Cammina in un bosco, nuota nel fiume, accende un fuoco. Poi, si aggira in una grande casa malconcia, indossa una sottoveste da donna, trova un fucile, cucina degli orrendi spaghetti al formaggio, ascolta un agente pubblicitario delle Pagine gialle, risponde (o non risponde) al telefono, suona un pezzo [...] Vai alla recensione »

Alberto Crespi
L'Unità

Rockstar in contumacia. Dopo un film su Kurt Cobain senza Kurt Cobain, altri famosi cantanti aleggiano su Cannes. Il festival voleva Madonna in giuria, ma lei aveva di meglio da fare: sta tentando di avere il terzo figlio e deve seguire le festività ebraiche(?). Più seriamente, Bob Dylan arriva - idealmente - sulla Croisette grazie all'annuncio che Todd Haynes, il bravo regista di Velvet Goldmine, [...] Vai alla recensione »

Alberto Crespi
L'Unità

Aleggia sulla giornata cannense il nome, in contumacia, di Kurt Cobain. Last Days, di Gus Van Sant, vorrebbe raccontare le ultime ore di vita del leader dei Nirvana, morto suicida nel 1994. Ma il personaggio si chiama Blake, non c'è una nota dei Nirvana in colonna sonora e per un'ora e mezzo vediamo solo i deliri solipsistici di uno psicopatico, non la disperazione esistenziale di un artista.

NEWS
CELEBRITIES
martedì 4 dicembre 2007
Stefano Cocci

Cosa si nasconde dietro l'arte di un regista indiscutibilmente unico Poter ammirare di nuovo Gus Van Sant che torna nel suo giardino artistico prediletto – l'adolescenza problematica della nostra epoca – è un autentico piacere.

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