Anno | 1998 |
Genere | Commedia |
Produzione | USA |
Durata | 124 minuti |
Regia di | Gary Ross |
Attori | Jeff Daniels, J.T. Walsh, Joan Allen, William H. Macy, Tobey Maguire Reese Witherspoon, Don Knotts, Natalie Ramsey, Kevin Connors, Heather McGill, Paul Morgan Stetler, Denise Dowse, McNally Sagal, Jane Kaczmarek, Giuseppe Andrews, Marissa Ribisi, Jenny Lewis, Justin Nimmo, Kai Lennox, Jason Behr, Robin Bissell, Harry Singleton, John Ganun, Paul Walker, Dawn Cody, Maggie Lawson, Andrea Baker (II), Lela Ivey, Jim Patric, Charles C. Stevenson Jr., Nancy Lenehan, Weston Blakesley, Patrick Thomas O'Brien, Jim Antonio, Marley Shelton, Erik MacArthur, David Tom, Johnny Moran, Jeanine Jackson, James Keane. |
Tag | Da vedere 1998 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,92 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 16 giugno 2021
Grazie a uno strano telecomando, David finisce nel mondo di Pleasantville, una sitcom che segue con interesse e passione. Il film ha ottenuto 3 candidature a Premi Oscar, Al Box Office Usa Pleasantville ha incassato 40,6 milioni di dollari .
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ASSOLUTAMENTE SÌ
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Stati Uniti. Oggi. Grazie a un strano telecomando il giovane David, insieme a sua sorella, finisce nel mondo di "Pleasantville", una sitcom anni Cinquanta che segue con passione. A Pleasantiville non piove mai, il termometro è fisso sui 23°, non si sa cosa sia il sesso e i pompieri si preoccupano solo di salvare gatti incapaci di scendere dagli alberi. Ma l'arrivo dei due ragazzi, non avvertiti inizialmente come corpi estranei dai personaggi della soap, cambia molte cose. Al laghetto degli innamorati si comincia a baciarsi per davvero. Una brava madre di famiglia scopre l'orgasmo al punto di far incendiare un albero e, soprattutto, il colore comincia ad ottenere cittadinanza. È una vera e propria rivoluzione, stimolante per alcuni e inaccettabile per altri. Uscito dopo The Truman Show, Pleasantville ne integra l'assunto. Seppure con qualche lungaggine di troppo, Gary Ross costruisce un simpatico (ma non indolore) affresco sulla televisione del tempo andato, rivisitata con lo sguardo disincantato di uno spettatore moderno. In questa Rosa purpurea del Cairo unidirezionale (chi sta 'fuori' può entrare ma chi sta 'dentro' non può uscire) l'ipocrisia perbenista degli anni Cinquanta viene ridicolizzata con bonomia apparente. Perché nel sottotesto non si dimentica di ricordare che le 'cacce alle streghe' hanno inizio spesso in quegli ambienti ovattati e osservanti delle buone maniere in cui, una volta aperta la porta del bagno, non si trova il water. Perché nessuno ha così 'bassi' bisogni a Pleasantville!
Mentre la madre è fuori casa, David e Jennifer - fratello e sorella dal carattere diametralmente opposto (l'uno è timido e ipersensibile, l'altra estroversa e un po' superficiale) - litigano per la scelta del programma televisivo e mandano in frantumi il telecomando. Per una circostanza provvidenziale, si presenta un tecnico TV con un nuovo telecomando sofisticatissimo, ma azionando il congegno i due ragazzi vengono risucchiati dentro il piccolo schermo, all'interno della sit-com anni '50, "Pleasantville", preferita da David. Mescolati tra i protagonisti del serial, i due adolescenti condividono una strana avventura, secondo il prevedibile copione di uno dei tanti episodi al punto che David riesce ad anticiparne con sicurezza le situazioni. Il mondo in bianco e nero in cui sono catapultati è pulito e rassicurante (...non ci sono gravi incidenti, ci si esprime in linguaggio garbato, fa sempre bel tempo) ma del tutto privo di emozioni e di funzionalità (...le stanze da letto sono sempre in ordine, le biblioteche sono finti scaffali di libri dalle pagine bianche). Jennifer non tarda a sconvolgere la asettica vita di Pleasantville suscitando interesse nei suoi coetanei e ben presto ciascun personaggio è costretto a misurarsi con comportamenti prima sconosciuti, reagendo in maniera diversa agli stimoli della trasgressione. A mano a mano che la piccola società "catodica" comincia a vivere, anche le luci e le ombre cambiano gradualmente, scivolando in tonalità più calde fino a sciogliersi in un luminoso colore. Ma il passaggio al nuovo non è indolore: i "conservatori" che si ostinano a rifiutare il cambiamento non esitano a promuovere una vera e propria persecuzione contro i "colorati".
A differenza di altre pellicole che parlano di televisione per criticarne i poteri di persuasione occulta (...Quinto potere, Re per una notte, The Truman Show...) il film di Gary Ross ha per bersaglio la vita reale della piccola provincia americana, fatta di pregiudizi e turbamenti puritani, soffocata dall'uniformità, dalla tacita rassegnazione, e restia a confrontarsi con le nuove generazioni. I due adolescenti, magicamente risucchiati nella metafora dell'esistenza quotidiana, rappresentano la scintilla che interviene beneficamente a spazzar via vecchie e polverose convenzioni. David, timoroso dei pericoli che lo attendono fuori dalle sicure pareti domestiche, e Jennifer, vacua ragazzina con troppa fretta di crescere, simboleggiano una gioventù ancora immatura che soltanto interagendo con gli altri può rimuovere incertezze e paure per affrontare consapevolmente la vita... Un messaggio, tutto considerato, molto ottimistico (cui non sono estranei echi buonisti alla Frank Capra) e che nel film rischia di rimanere confinato nel panorama immaginario di "Pleasantville", ma che ben si adatta allo stile brillante della commedia.Scritto e diretto da Gary Ross (già candidato all'Oscar per la sceneggiatura di Dave presidente per un giorno) il film deve molto del suo fascino alla fotografia di John Lindsey e agli effetti di Charles Watt che hanno lavorato ad una elaborata tecnica computerizzata per "decolorizzare" la pellicola (originariamente girata a colori) ed ottenere le tonalità neutre dell'immagine televisiva sulle quali far poi riaffiorare le diverse soluzioni cromatiche, secondo lo sviluppo della storia.Nel ruolo di David, Tobey Maguire (futuro protagonista di Spiderman), e nella parte del tecnico riparatore di TV, Don Knotts, commediante di discreta popolarità negli anni '60 (tra i suoi film, The Reluctant Astronaut del 1967).
Pleasantville. Tutto è perfetto in questa cittadina, piacevole, ma se David (Tobey Maguire) si ambienta subito, la sorella Jennifer (Reese Whiterspoon) incomincia a comportarsi seguendo il proprio istinto e i propri desideri, dando cosi inizio ad una piccola rivoluzione che stravolgerà la vita di tutti i concittadini. Il film è uscito nelle sale cinematografiche lo stesso anno di The Truman Show, [...] Vai alla recensione »
Ritengo ke sia un film tutt'altro ke banale anzi cela un significato assolutamente realistico ke non si astiene dal mettere in mostra il finto perbenismo di una plebe ottusa,ke è rispettosa degli pseudo valori e di una c.d. morale sol perchè non ha mai avuto il vero piacere di vivere,giacchè esistere non significa necessariamente vivere e di conseguenza percepire emozioni ed acquisire esperienze.
Decisamente un film sorpresa, una fiaba splendidamente narrata, in cui un ragazzo degli anni '90 e sua sorella entrano magicamente nel mondo della televisione, precisamente in un telefilm ambientato nel '58. I due giovani si ritroveranno in un universo in bianco e nero, dove le situazioni, la città, il tempo e tutto il resto sono statici, immobili, [...] Vai alla recensione »
Se dovessimo comporre un'opera d'arte che rappresenti adeguatamente il binomio conflittuale conscio/inconscio dell'epoca moderna, Pleasantville sarebbe sicuramente la più esaustiva. Un dipinto, un saggio, una scultura, per quanto anch'esse possano essere opere eccelse dell'arte e dell'ingegno, non potrebbero da sole raggiungere la sintesi di tutte queste arti, [...] Vai alla recensione »
Poco tempo fa ho recitato in uno spettacolo teatrale: il titolo era Vite a Tinte Unite. Parla di un gruppo di ragazzi che vivono in un mondo grigio e uguale; ma l'arrivo di due ragazze colorate e allegre cambierà ogni cosa. Per prepararci alla recita la nostra maestra di teatro ci ha proposto di vedere appunto Plasentville, cosa che ho fatto dopo un po' di tempo.
Bellissimo, una delle poche favole moderne che ti fanno rimanere attaccato allo schermo. La storia è originale e ricca di significati, fa riflettere parecchio sulla nostra vita, che troppo spesso non siamo capaci di rendere "a colori". E voi, siete a colori o in bianco e nero? Vivete di routine o di passione? Queste le domande che ti rimangono dopo averlo visto
Dietro l'apparente veste di commedia fantastica il film è capace di andare in profondità: interrogandosi sul destino individuale, la libertà e l'importanza delle emozioni nella nostra vita. Ottimi interpreti, bella fotografia, una sceneggiatura che spazia tra letteratura, arte e musica: tutto questo racchiuso in un paio d'ore fa di "Pleasantville" un piccolo [...] Vai alla recensione »
Merito non da poco, quello del film di Gary Ross, quello di trattare temi diversi tra loro(pur se convergenti)con grande intelligenza filmica: A)l'onnipervasività della TV, usata/consumata, che usa e consuma, il"fantasma televisivo"(GUenther ANders). IL fatto che, con nuovo"ordinatore"ci si entri dentro, ci si"caschi"emblematizza la sua forza destabilizzante("la [...] Vai alla recensione »
È un film incantevole, Pleasantville (città piacevole), opera prima dell'americano Gary Ross: un po' a colori e un po' in bianco e nero, un po' nel nostalgico presente e un po' nel passato mistificato, intelligente, spiritoso, affollato di ragazzi. Divertente, ma non superficiale: senza parere riflette su conservazione e progresso, su immobile continuità e difficile divenire, sulla scelta tra non-vita [...] Vai alla recensione »
Pleasantville, ovvero la sorella quasi gemella di Seahaven, la linda cittadina-set del Truman Show di Peter Weir. Due luoghi speculari: maritini che vanno in ufficio felici dopo abbondanti colazioni, mogliettine sempre sorridenti che tirano a lustro le ordinatissime dimore. I figli, poi, sono il ritratto di mamma e papà. Nessuna trasgressione, casa, scuola e palestra.
«Nella nostra città sta succedendo qualcosa», dice allarmato Big Bob (J. T. Walsh) a tre o quattro membri esimi della comunità. Essendo il chairman o presidente della Camera di commercio - il sindaco, nella versione italiana -, sa bene che niente è successo mai, a Pleasantville. A garantirne l'immobilità, le sue strade sono circoli viziosi: là dove finiscono, eternamente ricominciano.