Titolo originale | Forbrydelsens element |
Anno | 1984 |
Genere | Giallo, |
Produzione | Danimarca |
Durata | 103 minuti |
Regia di | Lars von Trier |
Attori | Michael Elphick, Me Me Lai, Esmond Knight, Jerold Wells, Ahmed El Shenawi Astrid Henning-Jensen, János Herskó, Stig Larsson, Harry Harper, Roman Moszkowicz, Lars von Trier, Frederik Casby, Duke Addabayo, Jon Bang Carlsen, Leif Magnusson, Preben Lerdorff Rye, Camilla Overbye Roos, Maria Behrendt, Mogens Rukov, Gotha Andersen. |
Uscita | giovedì 1 agosto 2024 |
Tag | Da vedere 1984 |
Distribuzione | Movies Inspired |
MYmonetro | 3,08 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 30 luglio 2024
Tornato sconvolto al Cairo dopo un'indagine in Europa, un investigatore racconta a uno psichiatra la sua vicenda, di come venne coinvolto nel caso del... In Italia al Box Office L'elemento del crimine ha incassato 44,9 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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L'ispettore Fisher vive al Cairo e sente il bisogno di recarsi da un ipnotista per ricostruire quanto accaduto quando, dopo tredici anni di assenza, era stato richiamato in Germania per risolvere il caso di un serial killer che uccideva le giovanissime venditrici di biglietti del lotto. Per farsi aiutare era tornato da Osborne, un suo professore che aveva scritto un testo secondo lui fondamentale "L'elemento del crimine". Osborne lo aveva messo sulle tracce di un certo Harry Grey.
Von Trier affronta la sua opera prima cercando soluzioni azzardate in cui l'atmosfera prevale sul plot.
Per la prima volta il regista danese si trova ad operare (e a mettersi in contrasto) con una équipe di professionisti che ha la sensazione si vogliano sostituire a lui. I mezzi messigli a disposizione sono imponenti per un esordiente che ha però già le idee molto chiare. Inonda i set di acqua (gira anche realmente nelle fogne) e realizza un noir in cui le scene sono tutte sulla tonalità arancione. Il titolo è lo stesso del libro scritto da Osborne il quale vi esplicita una sua teoria secondo la quale i crimini traggono origine dal contatto con una sorta di 'fonte d'infezione', un elemento del crimine appunto. Da quel momento essi si propagano come batteri che si moltiplicano. Per Von Trier questo elemento è costituito dalle pulsioni che intaccano la moralità degli esseri umani.
Siamo di fronte ad uno sguardo estremamente pessimistico su quell'Europa che un danese come Lars identifica con la Germania; in questo film, così come nei titoli successivi. Nel libro intervista a lui dedicato da Stig Björkman alla classica domanda "Di cosa parla il film?" risponde: "C'è un intrigo poliziesco, ma anche alcune oscure idee sul transfert...". In effetti non conta tanto il 'chi è stato' ma l'ambiente estremamente degradato in cui i personaggi agiscono. Un animalista avrebbe più di una ragione nel lamentare la crudeltà di alcune inquadrature di cavalli (in particolare di quella iniziale che è però una ripresa d'archivio). Anche in questo caso il regista trova una giustificazione nel fatto che si trattava di equini che stavano per essere macellati e dati in pasto ai leoni di uno zoo.
Ciò che compare sullo schermo può essere riletto (ex post) come un esercizio di stile in cui, sulla base di un rigoroso storyboard, Von Trier intende far diventare la scenografia il motore principale dell'azione quasi che dovesse essere vivisezionata per sostituirsi alle parole in un film in cui l'interprete di Osborne era totalmente non vedente (scoperta fatta sul set una volta scritturato) ma non per questo meno in grado di gestire un personaggio così importante e complesso.
Se si pensa al Von Trier di Dogville e di Manderlay si fa quasi fatica a pensare che si tratti della stessa persona. Ma di fronte al suo cinema si è sempre costretti a considerare l'eccesso che però non è mai fine a se stesso. Inizia qui infatti in maniera determinata il percorso che continuerà a portarlo ad indagare sulla presenza del bene e del male che in questo caso si fanno materia, luce, ombra, dissoluzione. In un percorso ipnotico che si fa tutt'uno con il fare cinema. Salendo sulle spalle di un gigante anche lui danese: Theodor Dreyer.
Tornato sconvolto al Cairo dopo un'indagine in Europa, un investigatore racconta a uno psichiatra la sua vicenda, di come venne coinvolto nel caso delle ragazzine della lotteria. Chi le sta uccidendo e perché?
E' oscura quella notte in europa,fischer non ricorda cosa e' successo,si trova sotto ipsnosi,si chiede cosa puo' aver scatenato la furia omicida di un assassino che a colpi di bottiglia uccide giovani donne che vendono biglietti per il lotto,cosa si nasconde dietro questi orribili delitti? e soprattutto come uscirne se non immedisimandosi con l'assassino?Questo e' il debutto [...] Vai alla recensione »
Un detective rievoca tramite ipnosi una sconvolgente esperienza del passato legata al suo ritorno in Europa dopo tredici anni per risolvere un caso. Il caso riguardava un serial killer che uccideva e mutilava bambine, per scovarlo dovrà immedesimarsi lui stesso nel serial killer, una mossa che lo consumerà e con il passare del tempo il confine tra lui e il serial killer si ridurrà [...] Vai alla recensione »
Un oscuro e tormentato agente di polizia, ritornato al Cairo dopo un soggiorno di due anni in Germania, racconta , in una lunga confessione ipnotica al suo analista, la sua esperienza professionale in Europa sulle tracce di un pericoloso e sanguinario killer seriale di bambine. Le sue reminescenze, alla stregua di un allucinato ed onirico viaggio in un inferno uggioso e crepuscolare, ripercorrono il [...] Vai alla recensione »
L'impianto visivo e scenografico dell'esordio di Von Trier, che ne costituisce il principale motivo d'interesse, è un collage di rimandi a 'Stalker' di Tarkovskij e 'Blade Runner' di Scott. Di suo il regista danese ci mette i toni color seppia che caratterizzeranno buona parte della filmografia successiva. Ma esaurita l'analisi estetica, peraltro scopiazzata, [...] Vai alla recensione »
lungometraggio d'esordio con componenti stilistiche di assoluto rilievo, dalla regia alla fotografia, con un interessante alone surrealista, peccato che la trama sia davvero molto mediocre
Bellissimo esordio di Lars Von Trier. Un film originale e visionario, claustrofobico e intenso, che racconta la strategia investigativa di un vecchio detective, il quale teorizza l'identificazione psicologica dell'investigatore con l'investigato, al fine di poterne anticipare le mosse. Vale la pena di vederlo soprattutto per la forma estetizzante, oscura e delirante.
Attraverso l'aiuto di uno psicanalista, il detective Fisher racconta gli eventi che gli sono successi mentre era in Europa sulle tracce di un killer di bambine. Primo film del regista danese Lars Von Trier (famoso per film come Dogville, Dancer In The Dark, Antichrist) e anche primo capitolo della sua trilogia Europea (continuata con Epidemic e Europa), l' Elemento Del Crimine è una [...] Vai alla recensione »
Ambientazione claustrofobica e "umidità" color seppia per il primo lungometraggio del danese von Trier. Il regista si presenta al mondo con un film non facile, imponendo da subito l'"autorialità" del progetto "Europa" che si concluderà con altri due film: Epidemic ed Europa. Se si ha voglia di seguirlo si entra in uno straordinario "viaggio" [...] Vai alla recensione »
Abbiamo sempre cercato l'elemento del crimine nella società, ma perché non cercarlo nella natura dell'uomo?: la battuta spiega il titolo e la sostanza del primo film molto interessante diretto nel 1984 da Lars von Trier, a suo tempo visto da pochi, di nuovo distribuito in Italia adesso che l'autore è più noto al pubblico. Von Trier aveva allora 28 anni, e come càpita ai debuttanti il film è una mescolanza [...] Vai alla recensione »
C'è del marcio in Europa. Qui regna il caos e piove incessantemente. Lars Von Trier debutta nel lungometraggio con un'opera tutta spostata sulla potenza della visione, disintegrando ogni parvenza narrativa. Il detective Fisher (Michael Elphick) si sottopone per le frequenti cefalee ad una seduta ipnotica con lo psicoanalista (Ahmed El Shenawi) che lo riporta a due mesi prima, ad una indagine su Harry [...] Vai alla recensione »
Il primo dorma di Lars von Trier quando nell'84 uno sconosciuto (ai più) di nome Lars von Trier si affacciò alla ribalta della notorietà, del cinema danese si ricordavano ancora e solo i film di Carl Theodor Dreyer (Il pranzo di Babette). Çhi ha visto allora L'elemento dei crimine, primo film di una trilogia che comprende anche Epidemic e Europa si è reso conto subito di trovarsi di fronte a un talento: [...] Vai alla recensione »