| Anno | 2021 |
| Genere | Sperimentale |
| Produzione | Colombia |
| Durata | 52 minuti |
| Regia di | Carlos Maria Romero |
| MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 4 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 20 giugno 2022
Un'opera a metà fra il film saggio e la performance che ritrae il vero spirito del Carnevale di Barranquilla in Colombia.
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CONSIGLIATO SÌ
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La Nave è un progetto culturale e artistico che si occupa della tradizione come elemento di collegamento tra il presente e il passato. Lo scopo è vivere il tempo andato nell'oggi ma senza alcun elemento retoricamente nostalgico. Tutto ciò accade nella città di Barranquilla in Colombia.
Al centro del documentario come protagonisti si trovano coloro che, per una ragione o per l'altra, si ritrovano ad essere emarginati dalla società. Molti di loro individuano nel Carnevale un'oasi liberatoria.
Il Carnevale di Barranquilla è il secondo in ordine di importanza in tutta l'America Latina. Ha una tradizione che risale ad oltre un secolo ed è Patrimonio della nazione colombiana nonché, dal 2003, Patrimonio dell'umanità dell'Unesco. Si svolge per quattro giorni dal sabato al martedì precedenti il mercoledì delle Ceneri. È in questo contesto che alcuni dei protagonisti di questo documentario possono finalmente liberarsi dal disprezzo, dalle costrizioni, dai pregiudizi che li perseguitano durante gli altri giorni dell'anno. Il regista focalizza il proprio sguardo sull'attesa di questa manifestazione liberatoria consentendo a chi pratica il travestitismo, a chi è transessuale o ama esibirsi anche in maniera artisticamente provocatoria di raccontarsi nella propria condizione quotidiana che vede nella preparazione al Carnevale una luce annuale in fondo al tunnel della discriminazione. Non c'è però solo questo (e sarebbe già molto) perché si dà spazio e voce anche a chi ha deciso di prestare ascolto alle voci della Natura, alla Flora e alla Fauna che vanno accompagnate con musiche che confermino e sostengano il loro imprescindibile legame con gli esseri umani. Si affronta poi anche quello che è un problema di molti stati dell'America Latina mai sufficientemente evidenziato. Una comoda retorica vuole che solo negli Stati Uniti il razzismo nei confronti dei cittadini di origine africana sia presente in maniera ancora marcata nonostante i progressi compiuti dagli anni Sessanta in poi. Non è purtroppo così. In Brasile la discriminazione è palese ma anche la Colombia in materia non è da meno stando a quanto racconta un uomo cosiddetto 'di colore'. È nella sua ricostruzione dei fatti e nelle sue argomentazioni che si trova il senso che per La Nave ha la tradizione. Non è passatismo ma desiderio di non consentire l'estirpazione totale delle proprie radici che è un diritto a cui tutti dovremmo tenere ma che spesso passa in secondo piano.
L’esordiente Carlos Maria Romero traduce in film il significato e lo spirito del Carnevale di Barranquilla, in un anno in cui era vietato radunarsi in pubblico. Romero, originario della città colombiana, ricrea il più grande evento culturale del nord della Colombia in un’opera a metà fra il film saggio e la performance per mezzo di riprese effettuate clandestinamente con esponenti delle numerose comunità – indigene, trans, queer, rurali, afro-colombiane, o anche semplicemente outsider – dimostrando come il Carnevale sia per molti una vera e propria linfa vitale. Nel linguaggio colombiano contemporaneo la parola “nave” ha assunto un significato futuristico, riferendosi ai dispositivi tecnologici e alla possibilità che ci danno di “muoverci nello spazio”. In effetti la serie di incontri rispecchia il meccanismo visivo della parata, che è una delle componenti più caratterizzanti del Carnevale.
Opera d'esordio dell'artista Carlos Maria Romero, aka Atabey Mamasita, La Nave è un lavoro estremamente interessante, provocatorio e ben diretto. Dedicato al Carnevale di Barranquilla (Colombia), secondo in ordine di importanza in tutta l'America Latina, il film è una carrellata di immagini, sensazioni e suoni dal sapore agrodolce, ma traboccante di una libertà che sboccia proprio grazie alla materialità [...] Vai alla recensione »
La popolazione della Colombia, come di buona parte del Sud America, è rappresentata per circa la metà da etnie meticce e comprende anche una quota di neri e mulatti. Un miscuglio genetico, di amerindi, discendenti europei e africani, discendenza di quel grande "stupro" storico rappresentato dalla colonizzazione spagnola, con i relativi corollari di sterminio e schiavitù di origine africana.