Dunkirk |
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Un film di Christopher Nolan.
Con Fionn Whitehead, Tom Glynn-Carney, Jack Lowden, Harry Styles.
continua»
Titolo originale Dunkirk.
Azione,
Ratings: Kids+13,
durata 106 min.
- USA, Gran Bretagna, Francia 2017.
- Warner Bros Italia
uscita lunedì 7 agosto 2023.
MYMONETRO
Dunkirk
valutazione media:
4,17
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Una full immersion tra i volti e i gesti di chi non si arrese
di Roberto Nepoti La Repubblica
Piaccia o no, il war movie ha ispirato i maggiori registi (Kubrick, Malick, Coppola, Eastwood, Tarantino...), generando un numero di capolavori che pochi altri generi possono vantare. Difficile che non ne fosse tentato Christopher Nolan, cineasta prodigio di film a larga scala, punto di congiunzione tra il kolossal della Hollywood classica e il moderno blockbuster. Per fare il "suo" film di guerra Nolan ha scelto l'operazione Dynamo, avvenuta sulla spiaggia francese di Dunkerque tra il 20 maggio e il 4 giugno 1940: una colossale evacuazione che coinvolse 400mila soldati britannici, francesi, belgi e canadesi tra il fuoco della Lutwaffe tedesca e i siluri degli U-Boot. Il salvataggio, senza il quale l'Inghilterra sarebbe stata invasa, fu una prova terribile e straordinaria, che si sarebbe prestata a un'epica della sconfitta e della resilienza di massa. È qui, però, che Nolan si distingue da tutti i suoi predecessori. Se ogni grande film di guerra contiene un punto di vista sulla storia (magari pacifista, come La sottile linea rossa), lui decide invece di proiettare, fin dal primo minuto, lo spettatore nel caos della guerra: un'esperienza immersiva e totalizzante, un panico controllato coincidente con quello dei soldati in rotta, tra bombardamenti, naufragi, colpi di mitraglia e quant'altro. Un po' come nella lunga sequenza d'apertura di Salvate il soldato Ryan di Spielberg, ma protratta per tutto il film. A determinare questo risultato è decisivo il ruolo della struttura narrativa, che ripartisce l'azione in tre scenari limitrofi con tre temporalità diverse: la terra (una settimana), il mare (un giorno), il cielo (un'ora). Nolan decostruisce la trama alternando frammenti delle tre linee narrative in un montaggio complesso (viste anche le diverse durate degli episodi), ma straordinariamente padroneggiato. Non solo gli spazi dell'azione sono sempre leggibili (per sincerarsene basta la sequenza d'apertura: il soldatino fugge da solo, traversa un avamposto di fanti belgi; poi l'inquadratura si allarga alla spiaggia, dove migliaia di soldati come lui attendono d' imbarcarsi); la cosa più straordinaria è che non perdiamo mai il filo dell'azione, né ci confondiamo sull'identità dei personaggi. È fuor di dubbio che Nolan scelga un approccio intellettuale alla materia, in cui alcuni hanno creduto di ravvisare un eccesso di distacco e una mancanza di sensibilità per la tragedia rappresentata. Sensazione che i fatti smentiscono facilmente. L'approccio, più sensoriale che razionale, alla materia, acquista concretezza drammatica nei gesti e negli sguardi degli attori, scelti alla perfezione: le movenze adolescenziali di Fionn Whitehead (Tommy), l'espressione stoica di Mark Rylance (Mr. Dawson), gli occhi del pilota Tom Hardy: il volto coperto dalla maschera a ossigeno, recita solo con quelli.
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