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Ritrovando Lassie

Un cane, un bambino, un legame.
di Pino Farinotti

Il sorpasso dei sentimenti

lunedì 2 marzo 2009 - Focus

Il sorpasso dei sentimenti T orna a casa Lassie uscì nel 1943, c'era la guerra e da noi arrivò nel '48. Qualcuno scrisse che il film sarebbe stato qualcosa di più di un successo, sarebbe diventato uno di quei titoli buoni per sempre, che sarebbe durato "fino a quando ci sarà un bambino e un cane, e quel legame esclusivo che solo loro riescono a creare". Quel titolo, quel suono, "torna a casa", fanno dunque parte del sentimento e della memoria di quella parte di cinema che possiede una chimica che non si altera, come Biancaneve e Il mago di Oz, rimanendo su titoli di quelle stagioni. Per generazioni Lassie era molto più di un cane, rappresentava cose semplici e buone. Lassie era bella, colorata, nobile, correva nei boschi e lungo i fiumi, cercava di essere utile alla gente, amava la sua famiglia, viveva per Sam, il suo padroncino. Anch'io, quando avevo l'età di Sam, amavo Lassie con tutto il cuore. E anch'io, come quasi tutti, ho avuto almeno un collie. Negli anni Cinquanta e Sessanta i 'lassie' abitavano le case e passeggiavano per le strade. Gli allevamenti di quella razza benedicevano quei film, altri dovettero adeguarsi e privilegiare il collie. Quando i film da sala cominciarono a cedere ecco le serie televisive. La prima, quella classica, fu trasmessa dalla CBS in America e da noi da Rai 1 e Rai 2. Lassie non era più inglese, ma americana. La serie andò avanti 19 stagioni, per 588 puntate. Ancora adesso certe emittenti minori la programmano. Fra il 1997 e il 2001 venne prodotta un'altra serie, Lassie era sempre l'amico fedele, l'angelo custode del padroncino Timmy e dei suoi amici, ma i suoi sentimenti erano sorpassati, in stagioni dove i ragazzini tornavano la mattina dalla discoteca e al cinema frequentavano Tarantino.

Pit Bull
Nel '94 c'era stato un pallido tentativo di riportare il collie nelle sale con Lassie un amico per sempre, di Daniel Petrie, ma ormai, come detto sopra, la stagione era finita. Nelle case e per strada era il momento dei Pit Bull, aggressivi e poco propensi ad affezionarsi a qualcuno. E con un po' di enfasi, se il modello sono i cani, si può anche dire che i Pit Bull rappresentano benissimo questo tempo e questo cinema. L'uscita in Dvd di Torna a casa ha comunque creato l'occasione per un recupero, per un piccolo, nostalgico tentativo di ritorno sentimentale. Film per famiglia nei decenni, ed ecco che ci siamo posti, genitori e figlia ventenne, davanti allo schermo dopo aver inserito il Dvd. Siamo nello Yorkshire negli anni dieci. Sono le cinque, Lassie aspetta il padroncino fuori dalla scuola. Sam esce e i due tornano a casa attraversando i campi. È bella quella natura inglese. Bimbo e cane saltellano nei prati piani, laggiù le colline dolci, un ruscello attraversa tutto. Non c'è dubbio che ai nostri giorni non ci sia più l'abitudine, parlo di piccolo e grande schermo, a quell'estetica. Mia figlia, in automatico, riflesso condizionato, è inevitabile, tocca il telecomando. Irrompe Gerry Scotti, col suo faccione famigliare, non competitivo, estetica che litiga con quella appena "staccata". La famiglia di Lassie è poverissima occorre vendere il cane a un anziano duca che possiede allevamenti. Dolore altissimo per Sam e naturalmente per Lassie, che messa in una gabbia, si scava un buco, ne esce e torna a casa per la prima volta. Affetto, fedeltà: assoluti. Il duca ha una nipotina, l'undicenne Elizabeth Taylor, occhi viola accesi come lampadine, uno dei visi, già allora, più belli del cinema. Zapping: appare Platinette, quella parrucca, quel belletto, tutto disumano. Contrasto da scatto di coronarie. Liz-Platinette, mamma mia.

Dibattito
Lassie viene mandata dal duca in Scozia per un concorso. Così lontano non ci saranno pericoli di ritorno. Ma Lassie è Lassie. È invincibile, è amica devota, è angelo custode del piccolo padrone, non ci saranno distanze a tenere. Comincia il suo viaggio. I laghi di Scozia. Zapping, ormai è anche un gioco curioso: dibattito-gay: urlano Sgarbi e Al Bano. Mamma mia. È notte, Lassie si trova vicino a un gregge, i pastori non vogliono intrusi, uno di loro è armato, non vorrebbe sparare a un cane così bello, ma l'altro lo convince. Lassie viene ferita a una zampa. Naturalmente non molla, la sua bussola è a sud, a casa, e là si dirige, con tre zampe. Zapping: ancora Gerry Scotti, stavolta come attore da fiction. Lassie è davanti a un grande fiume, dall'altra parte c'è l'Inghilterra. Entra in acqua, nuota, nuota, la corrente la porta via. Nuota ancora, arriva sulla sponda. Si accascia. Zapping: uno del Grande fratello, modello scialbo (aggettivo trattenuto) parla di sé, argomenti che non contano niente irradiati alla nazione. Malinconia. Marito e moglie anziani, dolcissimi in piccola casa, fuori c'è il temporale. Sentono un lamento, è Lassie stremata nel fango. La accolgono, la curano. Lassie ha capito, le hanno salvato la vita, è riconoscente, non vorrebbe lasciare i due vecchi che si sono affezionati, ma alla cinque, dovunque, anche lontana, sa che Sam uscirà da scuola. I vecchi capiscono, dolorosamente le dicono "vai pure". Zapping: spot di Anno zero. Musica angosciante, tutto angosciante: adulta arrabbiata, giovane arrabbiato, poliziotti in assetto da sommossa, stranieri in tumulto. Italia quarto mondo. Lassie galoppa nelle sue lande. Ha un impegno, alle cinque. Non vuole arrivare in ritardo. Corre, corre, si sfianca. Telecomando: altro dibattito gay, urla Giletti, urla Parietti. Mamma mia. Lassie arriva al borgo. Percorre la strada di sempre, lenta, sporca, zoppicante. La gente la guarda, sa tutto. Il droghiere scuote il capo, due passanti hanno gli occhi lucidi, una donna piange proprio. Lassie, l'eroina compie la sua missione di fedeltà e di affetto, pone il proprio modello, un precedente per tanto tempo. Ma i cani sono così. Sam esce da scuola e il suo cane è là. Si abbracciano come esseri umani, anzi meglio. Il ragazzo credeva di averla persa ma lei è tornata come un miracolo. Torna a casa Lassie, mamma mia che bello. Il televisore viene spento.

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