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Chiunque, dotato di un pizzico di nozioni di fisiologia, dovrebbe chiedersi come fa un uomo ferito gravemente, dissanguato, in un ambiente ostile, al gelo, a digiuno da giorni, guarire senza un minimo aiuto, e persino ritornare in una forma tale da percorrere chilometri, immergersi in acque giacciate e affrontare disagi di ogni sorta. Per quanto riguarda la trama è forzata e zeppa situazioni scontante: buoni e cattivi, un capitano imbranato che lascia a custodia del ferito il suo peggiore nemico, come chiedere a una volpa di fare la guardia alle galline. Il film abbonda di luoghi comuni, è mal recitato, o meglio non recitato affatto da Di Caprio, che non parla non fa un'espressione, e se le fa non si vede per via della folta barba e delle ferite. Di avvincente non c'è nulla, persino la colonna sonora e bruttina e fuori contesto. Lo sceneggiatore e il registra privi di idee hanno miscelato un po' di film: into the wild, un uomo chiamato cavallo, giubbe rosse ecc. producendo una bevanda soporifera e scontata. Sono stato più volte tentato di lasciare la sala, ho resistito sperando che il finale riscattasse in parte il film. Delusione, il finale forse è la parte peggiore, avrei fatto bene a lasciare la sala, anche se avrei disturbato gli spettatori dei commenti da 5 stelle. Contenti loro, ormai ci si accontenta di poco, bastano un po' di panorami, qualche omicidio, e di un miracolato, addirittura probabile oscar.
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