Midnight in Paris |
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Un film di Woody Allen.
Con Owen Wilson, Rachel McAdams, Michael Sheen, Nina Arianda, Kurt Fuller.
continua»
Commedia,
durata 94 min.
- USA, Spagna 2011.
- Medusa
uscita venerdì 2 dicembre 2011.
MYMONETRO
Midnight in Paris
valutazione media:
3,42
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Allen: la clonazione.di tonimorrisFeedback: 655 | altri commenti e recensioni di tonimorris |
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martedì 13 dicembre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Parafrasare il titolo dell’ultimo episodio della saga di Alien, per introdurre Midnight in Paris potrebbe sembrare dissacratorio e riduttivo per il film di Woody Allen, in effetti però il grande artista americano non potendo, per evidenti ragioni di età esserne l’interprete, con uno straordinario coup de thèatre è riuscito nell’intento inventando un suo clone perfetto con cui interagire (chi l’avrebbe mai detto che Owen Wilson potesse essere così bravo in un ruolo così insolito) e plasmare a suo piacimento. Con il doppiaggio di Massimiliano Manfredi che spesso richiama quello di Oreste Lionello, storica voce italiana del regista newyorkese, l’effetto ancora più stupefacente. Provate a chiudere gli occhi: le inflessioni vocali strascicate di Gil Pender sicuramente vi faranno rivivere le perfomance di Alvy Singer in Io e Annie o di Isaac Davis in Manhattan. Woody incarna Owen e viceversa. Sono le due facce della stessa medaglia: medesimi il portamento trasandato, lo sguardo incredulo, il modo di fare timido ed imbranato. Geniale! Solo Woody Allen poteva inventarsi una storia simile. Midnight in Paris è una fiaba, un racconto fantastico in tutti i sensi a cominciare dal modo in cui ci viene presentata la capitale francese nei suoi angoli più caratteristici e atmosfere ovattate. Uno sceneggiatore americano in vacanza con la fidanzata, una notte, girovagando in cerca di ispirazioni, accetta un passaggio su una macchina d’epoca; è l’inizio di reiterati viaggi nel tempo che lo portano a conoscere musicisti, scrittori e pittori degli Anni Venti, appartenenti alla cultura universale e resi immortali dalle loro opere. Il coinvolgimento emotivo induce l’uomo a rivedere totalmente la sua vita, ad iniziare dai rapporti con Inez, (Rachel McAdams) la donna che vorrebbe sposare che, man mano, comincia a perdere interesse ai suoi occhi mentre si sente sempre più affascinato e conquistato dall’incantevole e sinuosa Adriana, (Marion Cotillard) capace di far perdere la testa a personalità come Picasso e Hemingway. Il regista, con brevi ma efficaci pennellate, riesce a ben caratterizzare i grandi artisti con cui continuamente si confronta ed ancora una volta regala agli spettatori un’opera fuori dagli schemi trasportandoli, con l’usuale garbo e sottile, quanto irripetibile, ironia, in un mondo immaginifico dove il legame tra realtà e fantasia spesso rappresenta quel fil rouge a cui non sa proprio abdicare e che fotografa le sue ricorrenti ossessioni: trovare il coraggio di lasciarsi alle spalle un presente privo di stimoli ed emozioni ed iniziare a vivere, per davvero, ricercando sempre nuovi appagamenti e sensazioni. Il pubblico apprezza e lo gratifica alla grande.
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