La solitudine dei numeri primi |
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Un film di Saverio Costanzo.
Con Alba Rohrwacher, Luca Marinelli, Martina Albano, Arianna Nastro, Tommaso Maria Neri.
continua»
Drammatico,
durata 118 min.
- Italia, Francia, Germania 2010.
- Medusa
uscita venerdì 10 settembre 2010.
MYMONETRO
La solitudine dei numeri primi
valutazione media:
2,19
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Molto rumore per nulladi Domenico AFeedback: 3198 | altri commenti e recensioni di Domenico A |
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sabato 11 settembre 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Spedito alle Saturday 11 September 2010 10:13 IP 79.17.63.252 Abbiamo visto “ La solitudine dei numeri primi “ regia di Saverio Costanzo. Siamo tra quei lettori che non reputano il libro di Paolo Giordano essenziale o necessario. Un bel titolo da editing e una storia che può piacere ad adolescenti sensibili e a lettori ancora ingenui. A noi è sembrato un romanzo fin troppo costruito, furbetto e se ci lasciate la metafora potremmo aggiungere che il racconto sembra come qualcuno che guarda la psicanalisi e lo sviluppo evolutivo attraverso il buco della serratura. Mettendosi a scrivere la sceneggiatura Costanzo e lo stesso autore Giordano devono essersi accorti che cinematograficamente la storia pur apparentemente funzionale non aveva un respiro ‘ alto ‘ e allora hanno scomposto la storia in tre periodi con continui andirivieni: infanzia, adolescenza, età adulta e poi “ sette anni dopo “, ma non avendo la bravura o il talento di uno sceneggiatore come Guillermo Arriaga o il genio di un regista come Alejandro González Iñárritu ( quelli di “ 21 grammi “ per intenderci ) hanno sovrapposto feste dove, quella in cui si lasciano, avviene un attimo prima di quella in cui si conoscono, dove la scena dell’incidente di lei ( che nel libro è nel primo capitolo ) ci viene mostrata ( inutilmente ) quando la si è detta e spiegata ripetutamente durante tutto il film. A questo si aggiunga che il regista – forse ‘ schiacciato ‘ da un tale successo editoriale e da una sua non condivisione totale – ha cercato una chiave di regia personale e l’ha trovata spostando lo stile da romanzo drammatico di struttura lineare a un film che rompe lo spazio-tempo e sceglie l’horror come stile. Ma non solo l'orrore della sofferenza del corpo e l’anima dei due protagonisti ma anche tutto ciò che li circonda ( genitori e amici, se non sono inadeguati sono dei piccoli mostri senza alcuna qualità ), a questo si aggiunge una colonna sonora alla “ Dario Argento “, le musiche sono di Mike Patton, e in alcuni momenti c’è la scelta di una grafica di grande impatto ma settoriale e discontinua. Sembra quasi che Costanzo abbia strizzato l’occhio oltre che al Kubrick di Shining anche ad alcune favole dei fratelli Grimm. Il risultato finale è un film poco riuscito, l’autore ha tentato di attraversare il fiume ma si è fermato in mezzo al guado. C’è stato il tentativo di scrollarsi di dosso una storia banalotta e furbastra ma probabilmente se avesse osato di più verso un horror-gotico sarebbe stato cacciato dal produttore e da chissà chi altro. Da segnalare la bella fotografia di Fabio Cianchetti, i costumi di Antonella Cannarozzi e per quanto riguarda gli attori, come sempre molto brava Alba Rohrwacher e sorprendente per coraggio e bravura Isabella Rossellini, mentre il protagonista maschile Luca Marinelli risulta involontariamente una parodia di qualcuno che soffre con borse sotto gli occhi e atteggiamento fisso. Nei titoli di testa il romanzo viene segnalato come soggetto del film, la storia è la stessa con le dovute modifiche ma – come dicevamo – la non linearità della storia la modifica sensibilmente. L’unica cosa che c’è nel libro e che è mancata a noi vedendo il film è ‘ la spiegazione ‘ del titolo, bruciata durante una festa di matrimonio e accennata dalla sposa tra la confusione generale. La spiegazione ? Nella serie infinita dei numeri naturali, esistono alcuni numeri speciali, i numeri primi, divisibili solo per se stessi e per uno.
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