stefano capasso
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lunedì 6 aprile 2015
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arrendersi al dolore
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Alice e Mattia hanno avuto un infanzia difficile, segnata in primo modo dall'impossibilità di vivere i loro anni come avrebbero avuto diritto di fare. Si incontrano nell'adolescenza, frequentano lo stesso liceo, e di li cominceranno una relazione fatta di piccoli avvicinamenti e grandi lontananze. Il loro è un lungo travaglio che li porterà finalmente in età matura ad arrendersi l'un l'altro.
Saverio Costanzo dirige un film dalle tinte forti, sono di grande impatto la colonna sonora e la fotografia, che creano una forte sensazione di dentro fuori.
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Alice e Mattia hanno avuto un infanzia difficile, segnata in primo modo dall'impossibilità di vivere i loro anni come avrebbero avuto diritto di fare. Si incontrano nell'adolescenza, frequentano lo stesso liceo, e di li cominceranno una relazione fatta di piccoli avvicinamenti e grandi lontananze. Il loro è un lungo travaglio che li porterà finalmente in età matura ad arrendersi l'un l'altro.
Saverio Costanzo dirige un film dalle tinte forti, sono di grande impatto la colonna sonora e la fotografia, che creano una forte sensazione di dentro fuori. Come la modalità dei due protagonisti, molto ben interpretati, che vivono le loro vite in una inevitabile e dolorosa solitudine, che solo a tratti riescono a trasformare in una vita di relazione.
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noribetti
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domenica 26 ottobre 2014
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non condizionata
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C'è poco da dire: brutto il libro, peggio il film!
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chiara25
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sabato 4 ottobre 2014
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uno dei film peggiori che abbia mai visto
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Pessima trasposizione dell'omonimo libro. Strutturale male, personaggi privi di carattere e noiosi. Non vedevo l'ora che finisse.
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great steven
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venerdì 5 settembre 2014
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trasposizione labile, mancante di nerbo ed energia
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LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI (IT, 2010) diretto da SAVERIO COSTANZO. Interpretato da ALBA ROHRWACHER – LUCA MARINELLI – ISABELLA ROSSELLINI – ROBERTO SBARATTO – MAURIZIO DONADONI – FILIPPO TIMI § Scritto dal regista con Paolo Giordano, autore del fortunato romanzo, e spinto da un produttore lungimirante che ne aveva comprato i diritti prima che diventasse un best-seller, è il 3° film di Costanzo, e il 1° su commissione, frutto di un’operazione difficile e ambiziosa: farne qualcosa di nuovo e diverso. Costanzo ne ha fatto “un horror sentimentale sulla famiglia” (parole sue) e la sua impossibile emancipazione, citando Bava, Argento e Kubrick (con occhiate a Polanski e Bellocchio) e circondandosi di collaboratori affidabili o di moda tra cui il poliedrico, quasi schizofrenico, musicista californiano Mike Patton, ma anche i Goblin nelle sequenze iniziali.
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LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI (IT, 2010) diretto da SAVERIO COSTANZO. Interpretato da ALBA ROHRWACHER – LUCA MARINELLI – ISABELLA ROSSELLINI – ROBERTO SBARATTO – MAURIZIO DONADONI – FILIPPO TIMI § Scritto dal regista con Paolo Giordano, autore del fortunato romanzo, e spinto da un produttore lungimirante che ne aveva comprato i diritti prima che diventasse un best-seller, è il 3° film di Costanzo, e il 1° su commissione, frutto di un’operazione difficile e ambiziosa: farne qualcosa di nuovo e diverso. Costanzo ne ha fatto “un horror sentimentale sulla famiglia” (parole sue) e la sua impossibile emancipazione, citando Bava, Argento e Kubrick (con occhiate a Polanski e Bellocchio) e circondandosi di collaboratori affidabili o di moda tra cui il poliedrico, quasi schizofrenico, musicista californiano Mike Patton, ma anche i Goblin nelle sequenze iniziali. Del romanzo ha ingarbugliato i fili, alternando le vicende dei due protagonisti e i tre livelli temporali (bambini, adolescenti, adulti), cercando al montaggio (Francesca Calvelli) di far emergerne i temi latenti delle vite (quasi) parallele di Alice e Mattia, sconvolti nell’infanzia da dolorosi eventi. S’incontrano, si sfiorano, forse si amano nell’incertezza, ma si trovano sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato. Cercando di riconciliarsi col passato: l’uno con l’altra? Finale aperto. Messo in immagini, purtroppo, il film perde la sua magica sensibilità e il suo plasticismo figurativo e romanzesco, toccando talvolta il ridicolo involontario e mettendosi sulla falsariga di imitare le vicende sulla carta con una pappagallesca recitazione che non prende le frasi parola per parola ma le trasfigura in dialoghi poveri e blandi. Inoltre, molte scene vengono scipitamente eliminate, e alcuni aspetti che nel libro sono fondamentali sullo schermo non trovano la corretta e giusta applicazione audiovisiva: per fare qualche esempio, l’anoressia di Alice, l’autolesionismo di Mattia, il matrimonio della ragazza col medico Fabio, la sorella autistica e ritardata del protagonista maschile e la sua successiva dispersione, le nozze della compagna di scuola Viola Bai, l’azzoppamento di Alice durante le sciate in alta montagna, l’insegnamento di matematica all’estero, il primo contatto sessuale di Mattia con un’amica di un collega professore, il viaggio in automobile quando entrambi sono nuovamente in Italia e il loro ultimo, increscioso incontro (in realtà mostrato nel film, ma in una maniera debole e poco espressiva, che non rende tutta la drammatica sofferenza che dal romanzo fuoriesce e trapela con un’autentica forza della natura che sembra zampillare con energia inesauribile). Presentato in concorso al 67° Festival cinematografico di Venezia e distribuito nelle sale a partire dal 10 settembre 2010. Complessivamente, incassò quasi tre milioni e mezzo di euro. Distribuito da Medusa. La fotografia di Fabio Cianchetti carezza amorevolmente le immagini, senza trascurare un’ingenuità rappresentativa che però ben combacia col tono melodrammatico, inserendosi non alla perfezione ma agevolmente con il quadro triste e melanconico che traspare dalla messa in scena del libro, in ogni caso decisamente migliore del film (come quasi sempre accade) per maggiore ricchezza di particolari e superiore potenza evocativa di emozioni e sensazioni umane. La scenografia di Antonello Geleng e Marina Pinzuti Ansolini è un punto a favore della pellicola, che alza di una spanna la media medio-bassa in cui quest’opera ristagna per scarsa creatività e fedeltà non troppo vicina al testo scritto (e una fedeltà maggiore non sarebbe guastata, ad essere sinceri, e un ingarbugliamento meno confuso e spezzettato avrebbe giovato alquanto). Non male i costumi di Antonella Cannarozzi: sobri, decorativi, zelanti e adeguati. In conclusione, non un film che resterà nella storia del cinema italiano, ma sicuramente un timido tentativo di tradurre cinematograficamente discorrendo un’opera prima eccezionale, vincitrice del Premio Strega e del Premio Campiello contestualmente, che dedica pagine intense e vitali all’esistenza quasi interamente combinata di due esseri umani sensibili, capaci di amare e di odiare, auto-commiseranti eppure forti e decisi quanto basta, che sono costretti a rimanere lontani vicendevolmente come i numeri primi, incredibilmente vicini ma inesorabilmente distanti, per via dell’impossibilità di incontrarsi e riempirsi in modo reciproco per colmare i vuoti di serenità e felicità che un destino troppo arcigno e beffardo ha riservato per loro con tanta crudeltà e animosità.
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puella giordaniana
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sabato 31 maggio 2014
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eccezionale!!!
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Nonostante siano in molti a criticare questo film io ritengo che le affermazioni altrui siano errate
Il film interpreta alla perfezione le parole che il grande scrittore Paolo Giordano ci ha umilmente offerto. dal libro si riesce a percepire la bellezza della solitudine, la complessità della vita e la tristezza che lega i due protagonisti. Nel film ciò appare in modo nitido e chiaro e finalmente si può udire la bellezza del silenzio con cui Paolo Giordano ci ha illuminato. Insomma il film e' come una proiezione visiva delle parole da lui scritte.
consiglio questo film a tutti
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attila01
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domenica 1 settembre 2013
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basta
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Condivido pienamente ,sulla tristezza, sull indivisibilità dei protagonisti ,come numeri, su queste cupe atmosfere
Su questo cinema pseudoculturulare esistenziale ,silenzioso,noioso
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virgi1023
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lunedì 1 luglio 2013
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come rovinare un meraviglioso libro
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Sono una ragazza di 17 anni,da poco mi sono innamorata del libro ''La Solitudine dei numeri Primi'' e ieri decisi di guardare il film ispirato ad esso.
Non posso esprimere a parole il mio rammarico,di solito se un film e' brutto non vado di certo a scrivere commenti negativi,lascio solo perdere...ma questa volta non posso fare a meno di dire che questo film e' un insulto per tutti quelli che hanno letto e amato questo meraviglioso libro. Gli attori non riescono ad essere credibili e molti dettagli (anche i piu' scontati) sono stati completamente ignorati. Ancora una volta il libro batte il film,quindi se vi venisse voglia di guardare questo film,non fatelo,e' solo un' inutile e deludente spreco di tempo.
[+] eccezionale!!
(di puella giordaniana)
[ - ] eccezionale!!
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saputello
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venerdì 28 dicembre 2012
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un pendolo tra il disgusto e la noia.
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Pessimo film, lento e noioso. Due ore per una vicenda che si sarebbe potuta benissimo sviluppare nella metà del tempo. Orrore.
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frederique
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giovedì 8 novembre 2012
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completamente diverso dal libro.
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Purtroppo la bellissima trama del libro non è stata affatto rispettata: in molti punti il film è distaccato dal libro, talvolta in parti estremamente importanti; infatti per capire il film è necessario aver letto il libro. Non mi è piaciuto affatto.
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albydrummer
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sabato 13 ottobre 2012
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molto intenso!!
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Non ho letto il libro,ma avendo disponibile il dvd,e dopo tanto tempo ho visto questo film tratto dal best seller di Paolo Giordano.Da una parte l'ho trovato intenso,anche ben sceneggiato,anche gli attori sia nella parte adulta e quelli invece dell'infazia si sono comportati non male,soltanto,come spesso capita in questi films,oppure anche il genere,con sfumatire dark e anche Horror,i dialoghi si sono rivelati un pò banali,lenti,con pause. se non fosse stata per la storia ,la trama,sarebbe stato forse molto angosciante nei dialoghi.,ma per fortuna il film,cioè la storia piano piano decolla,anche per portarti,con t.anta curiosità al finale. Comunque il film a me è piaciuto.
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Non ho letto il libro,ma avendo disponibile il dvd,e dopo tanto tempo ho visto questo film tratto dal best seller di Paolo Giordano.Da una parte l'ho trovato intenso,anche ben sceneggiato,anche gli attori sia nella parte adulta e quelli invece dell'infazia si sono comportati non male,soltanto,come spesso capita in questi films,oppure anche il genere,con sfumatire dark e anche Horror,i dialoghi si sono rivelati un pò banali,lenti,con pause. se non fosse stata per la storia ,la trama,sarebbe stato forse molto angosciante nei dialoghi.,ma per fortuna il film,cioè la storia piano piano decolla,anche per portarti,con t.anta curiosità al finale. Comunque il film a me è piaciuto. Ora m'incuriosisce leggere il libro!!
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