Il castello di carte

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Un film di John Guillermin. Con George Peppard, Inger Stevens, Orson Welles, Keith Michell, Perrette Pradier.
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Titolo originale House of Cards. Drammatico, durata 105 min. - USA 1968. MYMONETRO Il castello di carte * * 1/2 - - valutazione media: 2,67 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   

Un castello fragile ... Valutazione 3 stelle su cinque

di samanta


Feedback: 76408 | altri commenti e recensioni di samanta
martedì 9 gennaio 2024

Il film uscito nel 1968 rientra nel genere thriller ed ha per soggetto un complotto per instaurare negli anni '60 in Francia un regime autoritario. Forse Castello di carte (è il titolo del romanzo da cui è tratto) è difficile da giudicare perché non convince appieno pur avendo i presupposti per un ottimo film: Una casa di produzione l'UNIVERSAL storica e solida (pur non essendo considerata tra le major era al loro livello); un buon regista l'inglese John Guillermin con un curriculum di rispetto (Cannoni a Batasi, La caduta delle aquile, L'inferno di cristallo, King Kong 1976); 2 ottimi protagonisti: George Peppard e Inger Stevens, oltre a una costarring come Orson Welles.
Reno Davis (George Peppard) americano ,ex scrittore si limita a vivacchiare in Francia facendo occasionalmente (male) il pugile, per un incidente incontra occasionalmente un bimbo di 8 anni Paul, la cui madre Anne de Villemont (Inger Stevens) instivamente gli offre di fare il tutore del figlio. Davis si reca nel castello in cui vive la famiglia della donna, ma subito l'impatto con l'ambiente è duro, i Villermont sono ricchissimi con Anne vedova del generale Villemont morto 8 anni prima in Algeria ucciso dai terroristi, vivono lo zio Claude de Gonde (Ralph Michael), la nonna arcigna Gabrielle (Patience Collier), un cugino Edmond Rosier (Peter Bayless) con la moglie Matilde un segretario Bourdon dal volto crudele tutti ambigui e misteriosi, con un gran rimpianto dell'Algeria francese in cui la famiglia aveva immense proprietà terriere, scorazza per castello il dr. Morillon (Keith Michell attore televisivo) medico con il compito di curare il bambino. Anne è in crisi di nervi, Davis scopre che i Villemont sono in combutta con un'organizzazione terroristica fascista che vuole conquistare il potere in Francia e anche in USA. Davis, scoperto, è costretto a fuggire e cerca Anne di cui è innamorato aParigi, dove incontrerà chi regge le fila del complotto: è il losco Leschenhaut (Orson Welles), molte scene di azione nei castelli di famiglia a Digione e a Castel Gandolfo ed infine e gran finale a Roma nel Colosseo con la morte di Leschenhaut, di Bourdon e Morillon che in realtà era il generale marito di Anne e che aveva fatto morire un collega al suo posto per non essere arrestato avendo partecipato al golpe contro De Gaulle e continuava a vivere sotto falso nome. Ovviamente Davis, Paul e Anne vivranno insieme felici e innamorati.
Vediamo le qualità della pellicola: gli esterni e la scenografia sono ottimi, suggestivi i paesaggi della provincia francese e di Parigi (gli interni sono stati girati a Cinecittà), estremamente efficace e spettacolare la scena finale al Colosseo con la morte del diabolico Leschenhaut, di Bourdon e del fedifrago Generale Villermont. Punti critici:una sceneggiatura zoppicante in alcuni punti scollegata, il venir meno in alcune scene del ritmo, una trama che seppure non particolarmente originale (quanti film sui complotti mondiali !) è un pò ingenua, si riallaccia alle imprese dell'OAS (ricordate Il giorno dello Sciacallo ?), ma appare inverosimile raccontare che 4 aristocratici nostalgici dell'Algeria Francese vogliono impadronirsi del potere oltre in Francia in USA e in tutto l'Occidente. La recitazione di George Peppard è buona, l'attore si era affermato cinematograficamente con Colazione da Tiffany alle spalle aveva una buona preparazione (aveva studiato all'Actor's Studio), fece film importanti (L'uomo che non sapeva amare, La caduta delle aquile) ma alla fine degli anni '60 non riuscì a decollare, il fallimento di un film da lui diretto e l'alcolismo lo portarono fuori dal circuito del cinema, si risollevò negli anni '80 con la serie tv A-Team, morì ancora giovane nel 1994. Anche Inger Stevens recita bene,  brava attrice specie drammatica iniziò bene con il cinema, poi si dedicò alla Tv per ritornare al cinema nel 1967 (L'ora della furia, Squadra omicidi sparate a vista) per le crisi sentimentali diventò alcolizzata e si suicidò a 35 anni nel 1970. Orson Welles recita con naturalezza la parte del cattivo, nelle scene italiane appaiono tre nostri attori: Ave Ninchi, Francesco Mulè (il vigile urbano) e Renzo Palmer che peraltro nella parte di killer non è credibile. In conclusione un film che con più attenzione avrebbe meritato a pieno titolo le 3 stelle .

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