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Grigori Aleksandrov

Grigori Aleksandrov (Grigori Vasilevic Mormonenko) è un attore russo, regista, scrittore, sceneggiatore, montatore, è nato il 23 gennaio 1903 ad Ekaterinburg (Russia) ed è morto il 16 dicembre 1983 all'età di 80 anni a Mosca (Russia).
Nel 1947 ha ricevuto il premio come miglior soggetto al Festival di Venezia per il film Primavera.

La sua attività inizia come tecnico e attore teatrale, dapprima nella sua città, poi a Mosca dove conosce Sergej Ejzenstejn sotto la cui direzione esordisce come attore in Il diario di Glumov (1923), intermezzo filmico d'avanguardia, realizzato per la commedia al teatro del Proletkult, Anche il più saggio si sbaglia (1923). Fu in seguito uno dei più stretti collaboratori di Ejzenstejn per quasi tutti i suoi film, Da Sciopero (1925) a Lampi sul Messico (1933). L'esito culturalmente più importante di questa collaborazione fu, senza dubbio, l'elaborazione della poetica del 'cinema intellettuale', che intendeva andare oltre la narrazione tradizionale. Questo grazie all'uso di sequenze - ora realistiche, ora metaforiche - che esprimessero con immediatezza e forza fatti e idee della realtà contemporanea. Nel 1930 realizza a Parigi il cortometraggio sperimentale Romance sentimentale con la supervisione di Ejzenstejn, ma il suo debutto nel lungometraggio avviene, nel 1934, con Tutto il mondo ride, cui fa seguito nel 1936 Il circo, due film (entrambi commedie musicali) che esprimono appieno le sue doti. In particolare mettono in evidenza la sua vivace spregiudicatezza espressiva, che riesce ad assimilare felicemente temi e tecniche del cinema americano e tedesco, pur esprimendosi in maniera originale e traendo ispirazione dalla realtà della vita sovietica. Con lo stesso tono comico e satirico, e con soluzioni figurative d'avanguardia, nel 1938 realizza quello che è considerato il suo miglior film: Volga Volga, incentrato sul contrasto tra creatività popolare e mentalità burocratica e poi Cammino luminoso (1940) in cui affronta i temi dell'evoluzione della donna sovietica e dello stakanovismo. La rigida concezione dell'arte imposta dallo stalinismo lo costringe ad abbandonare lo stile comico, per cantare pregi e virtù degli eroi sovietici. Cosi finisce per realizzare opere convenzionali su tematiche di chiara ascendenza zdanoviana come in Primavera (1947) sulla lotta del popolo per la pace. In seguito affronta in maniera più accademica alcuni problemi contemporanei, come in Incontro sull'Elba (1948), sulla situazione contemporanea della Germania, e in una biografia, molto tradizionale, sul musicista Glinka, amato da Stalin Il compositore Glinka (1953). Poi, sempre sulla linea del conformismo, realizza alcuni film incentrati sulla figura di Lenin. Alla fine degli anni '70, dopo la restituzione da parte della Paramount dei negativi di Que viva Mexico!, di cui era stato coregista con Ejzenstejn, ne cura un'edizione (1979) realizzata sulla traccia degli appunti e dei ricordi.
Da Nuovo dizionario universale del cinema - Gli autori, Editori Riuniti 1996

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