
Anno | 2025 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia, Francia |
Durata | 115 minuti |
Al cinema | 8 sale cinematografiche |
Regia di | Mario Martone |
Attori | Valeria Golino, Matilda De Angelis, Elodie, Corrado Fortuna, Antonio Gerardi Stefano Dionisi, Sylvia De Fanti, Francesco Gheghi. |
Uscita | giovedì 22 maggio 2025 |
Tag | Da vedere 2025 |
Distribuzione | 01 Distribution |
MYmonetro | 3,70 su 27 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 21 maggio 2025
Roma, 1980. Uscita dal carcere, Goliarda Sapienza cerca un lavoro per evitare lo sfratto. Ignorata come scrittrice, trova conforto solo nelle ex compagne di cella. Il film ha ottenuto 10 candidature e vinto 2 Nastri d'Argento, Fuori è 37° in classifica al Box Office, ieri ha incassato € 1.345,00 e registrato 293.027 presenze.
CONSIGLIATO SÌ
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Roma, 1980: la scrittrice Goliarda Sapienza è appena uscita dal carcere, dove è stata rinchiusa per aver rubato e rivenduto dei gioielli. Ora che è fuori, deve trovarsi un lavoro per impedire lo sfratto dal suo appartamento, e cerca di tutto, compresi incarichi di cameriera e domestica, perché le sue collaborazioni come correttrice di bozze e giornalista non sono sufficienti. Nel cassetto ha il manoscritto di "L'arte della gioia", che sarà pubblicato solo postumo e osannato a livello internazionale: ma al momento nessuno lo vuole (e in Italia nessuno lo pubblicherà fino a dopo l'enorme successo oltralpe). Nel tempo sospeso dopo la sua scarcerazione Goliarda trova conforto solo nella presenza di due ex compagne di carcere, Roberta e Barbara, l'una arrestata per motivi politici, l'altra per aver aiutato un malvivente di cui è innamorata.
Fuori si basa in buona parte sui due romanzi in cui Goliarda Sapienza ha raccontato la sua esperienza carceraria e ricostruisce lo spaesamento della scrittrice, una volta rientrata in quello che la gente perbene chiama la normalità.
Il resoconto ha forti richiami con la parabola della protagonista del romanzo "L'arte della gioia" nel personaggio di Roberta, una sorta di Modesta di inizio anni Ottanta, la stagione post anni di piombo che ancora ne conserva la volontà eversiva ma ha già perso la speranza di cambiare il mondo. Anche Roberta è capace di tutto, un cavallo selvaggio cui è impossibile mettere le briglie, e Goliarda l'ama per questo, considerandola un po' figlia scapestrata e un po' un suo alter ego più disinibito e coraggioso. Valeria Golino, che conosce a fondo la figura di Sapienza anche per averla a lungo studiata in preparazione alla sua regia della serie L'arte della gioia, ne coglie alla perfezione l'elusività e lo straniamento, vagando per il film peripatetico diretto da Mario Martone e da lui scritto insieme a Ippolita di Majo con la sensazione palpabile di una non appartenenza, non alla sua epoca o al suo contesto, ma all'esistenza tutta, e del suo sentirsi molto più affine alle carcerate che ai frequentatori dei salotti dell'intellighenzia. La sua Goliarda ha fame di vita (oltre che tentazioni di morte) e trova in Roberta e Barbara, rumorose, sopra le righe e sfacciate, le portavoce del suo grido inespresso.
Per contro l'interpretazione di Golino è magistrale nel mantenersi sottotono e nel giocare in sottrazione, resistendo alla tentazione facile (cinematograficamente parlando) di mostrarsi istrionica e creare il ritratto di un'artista follia e sregolatezza. Le sue tenerezza e malinconia nel dare voce a Goliarda mostrano un rispetto profondo verso un'autrice che desiderava vedere amato il suo romanzo e non ci è riuscita nel suo tempo di vita: "Quel libro sono io", dirà, con commovente sincerità. Lei e le sue due amiche "sono dentro anche quando sono fuori", e solo quando sono insieme si sentono libere: bellissima la scena in cui cantano fuori da Rebibbia e i detenuti rispondo unendosi al canto. Matilda De Angelis ed Elodie incarnano Roberta e Barbara con intensità e gusto, creando siparietti verbali che sono agili duelli, anzi trielli ogni volta che Goliarda si inserisce nella conversazione: scontri amorevoli e sanguigni che neutralizzano il silenzio e cercano di dare un senso alla vita.. La regia di Martone le asseconda, seguendo l'andamento (volutamente) scomposto della narrazione che richiama la scrittura fluviale de "L'arte della gioia". Goliarda, Roberta e Barbara si collocano fuori dalla realtà, e quando dicono di "essere uscite" lo fanno con una punta di rimpianto e un'ombra di spavento nei confronti di quella "piccola galera giudicante" che è la società in cui vivono, dove "sono gli altri che ci ammalano". Fuori è una storia tutta al femminile agevolata da molte mani maschili - oltre a Martone ci sono il direttore della fotografia Paolo Carnera e il montatore Jacopo Quadri - con enorme delicatezza, ben diversa dall'arroganza di Enzo Biagi e l'ostentata indifferenza di alcuni spettatori eccellenti durante l'intervista a Sapienza che appare nei titoli di coda. Con il suo andamento scomposto e apparentemente distratto, Fuori è il racconto fedele di un percorso interiore che si dipana in modo disordinato ma non casuale, e porta in sé l'eredità di Cassavetes nella capacità di mostrare l'animo femminile nella sua complessità con totale aderenza emotiva, senza inseguire una trama canonica perché non c'è nell'esistenza: solo esseri umani che annaspano per mantenersi a galla.
Il Cinema di Martone trae fondamento ed è stato sempre ispirato dalla storia e dalla cultura del nostro Paese e dalla capacità del regista di saper integrare tali elementi con aspetti sociologici e introspettivi che vanno a determinare interessanti spunti di riflessione, nonché un desiderio di scoperta. Così è avvenuto in passato con celebri pellicole come "Il [...] Vai alla recensione »
Un film febbrile torrido e disperato, perfetto ritratto emotivo di una grande artista, con una voglia inesausta di capire e di esprimere e comunicare quanto ha capito attraverso la scrittura. Io stesso mi sono trovato impastato, invischiato nei colori desaturati e polverosi della fotografia di Paolo Carnera (autore anche della fotografia diversa ma complementare dell'altro capolavoro romanocentrico [...] Vai alla recensione »
IL CINEMA DELLA VITA... ...non è un biopic sulla scrittrice scomparsa nel 1996, ma è uno sguardo acuto e profondo sullo spaesamento verso la vita stessa... FUORI Goliarda e Roberta sono amiche molto particolari. La loro amicizia è nata nel carcere di Rebibbia.
Il film ci presenta la storia di Goliarda Sapienza e delle sue compagne di vita, recluse a Rebibbia e poi rilasciate (nel nulla), in un mondo femminile inquieto, instabile, insicuro, fragile, privo di una figura maschile della quale fidarsi e affidarsi, incompleta anch’essa, dove l’esperienza carceraria ha la doppia valenza di proteggerle dalla durezza della vita per chi non è nata [...] Vai alla recensione »
Un regista meno attento a preservare le proprie cifra estetica [...] Vai alla recensione »
Film originale, un inno alle femmine, libere, faticosamente controcorrente. Narra in maniera originale e delicata la vita di questa scrittrice, ignorata in vita e riscoperta attraverso il suo libro più famoso (L'arte della gioia) solo recentemente. Attrici superlative, Valeria Golino perfetta, anche somigliante, riesce a trasmettere quello che prova Goliarda Sapienza e e ad emozionare.
Complesso l'argomento , contorto ed anche confuso lo svolgimento .Bravissima Valeria Golino , che salva il film , brave tutte le altre .Il problema ? la regia , stranamente data la bravura di Martone , non.all'altezza del compito .Si arriva alla fine come affaticati ed anche un po' liberati .Peccato !
? un film bellissimo. Da non perdere assolutamente. Le attrici bravissime.
Ricevo e copio da Maria SardellaA proposito del film Fuori (regia di Mario Martone), visto ieri sera, queste le mie impressioni rielaborate al mattino. Ieri sera mi ero avvinta al personaggio interpretato da lei, la Golino, una interprete magistrale di ogni personaggio femminile. Non si è mai concessa una andata in scena ammiccante, eppure è una donna manifestamente bella.
Un film che ti resta dentro, bellissimo. Ambientato in una calda estate romana, nel 1980. Goliarda (Sapienza) è appena uscita dal carcere per un furto di ribellione. A rebibbia consce Roberta e Barbara. Forse di roberta anche si innamora. Ma non è questo che conta. Quello che conta è l'amicizia che nasce tra loro, il riconoscersi come rejette perchè fuopri dagli schemi, [...] Vai alla recensione »
Martone porta in scena la vita di una scrittrice che, come molti scrittori, viene riconosciuta postuma. Un'unica cosa da dire: la bravura della Golino, oramai consacrata al cinema italiano. Anche io ho fatto la sua conoscenza quando, giovanissima, lavorò in Ray Men con Tom Cruise e Dustin Hoffman. Meritano una menzione anche l'interpretazione magistrale della comprimaria Matilde De Angelis [...] Vai alla recensione »
Concordo con una recensione del critico Guy Lodge di Variety che scrive del film "ripetitivo e non lineare ... con risultati emotivamente muti e talvolta stranamente strumentali". Anch'io l'ho trovato lento, autoreferenziale, con scene che potevano essere eliminate senza nulla togliere alla vicenda. Un tentativo di dimostrare qualcosa che non ho capito.
Non sorprende l'enorme differenza di giudizio tra critica e publico. Non è un film per tutti ma solo per cinefili.
Delicato, riuscito film di donne, sospeso come il misterioso mondo della scrittrice protagonista, una Golino (e chi meglio di lei?) che stupisce nella sua elegante ed emozionante imperscrutabilit?, eterea e bislacca, amabile nella sua andatura incerta. Intensa la De Angelis. Ottima l'Ottavia di Daphne Scoccia, sorprendente Elodie. La mano di Martone ci porta in una Roma carica di nostalgia, accarezzandola [...] Vai alla recensione »
Attrici brave, film noioso, raccontato male, incomprensibile lo sfondo storico. Il solito film finanziato con soldi pubblici.
Credo che il film sia fatto bene ma non mi ha preso e un poco mi ha annoiato
A leggere le recensioni italiane ? un capolavoro. A leggere TUTTE quelle internazionali da Cannes ? un disastro. Hanno ragione le seconde.Il film ? molto brutto. banale, noioso, ripetitivo. Ma a che scopo mentire cos? spudoratamente? Per timore reverenziale verso Mario Martone? O perch? cos? si spera di riempire un po' le sale?
Noia, noia, noia senza approfondimento. Senza emozioni.
Credo sia fatto bene ma non mi è piaciuto , non mi ha preso e mi sono anche annoiato
Una noia mortale. Una scolastica offesa per un inverosimile ritratto della scrittrice. Non c'? poesia. Non c'? niente. Film odiato a Cannes.
Non aspettatevi niente di che. Questo film ? senza una trama, non fa sorridere, non fa commuovere, non fa divertire, non fa pensare. E' condito di flash back mal congegnati. E non fa emergere neppure la figura della scrittrice come avrebbe meritato. Una calma piatta ben documentata dal vicino di poltrona che a 3/4 film ha iniziato a ronfare...
Fuori di Mario Martone potrebbe sembrare all'inizio una parabola su un'intellettuale iperuranica, slegata dal mondo, che si aggira catatonica nell'ambiente intorno che non le appartiene. È molto di più e altro. In premessa, il progetto non parte dall'adattamento di un libro di Goliarda Sapienza, come ha fatto la stessa Golino nella serie L'arte della gioia, ma - seppure impastando alcuni elementi de [...] Vai alla recensione »
Il film di Martone zigzaga nella luce incantata di un'estate romana, negli anni ottanta, tra i vuoti e i pieni di un'amicizia passionale nata nel carcere femminile di Rebibbia. Evoca un breve periodo della vita di Goliarda Sapienza, intellettuale del novecento, libera e anarchica, bisessuale, autrice dell'Arte della gioia, bestseller internazionale riconosciuto come capolavoro solo dopo la sua morte. [...] Vai alla recensione »
Presentato in concorso per la Palma d'Oro al Festival di Cannes 2025, Fuori di Mario Martone è arrivato nelle sale italiane in quasi contemporanea con l'anteprima sulla Croisette. Portato al cinema da 01 Distribution, a partire dal il 22 maggio, racconta la storia della grande scrittrice siciliana, qui interpretata da una incredibile Valeria Golino, affiancata da Matilda De Angelis e Elodie.
Estate, 1980. Goliarda Sapienza non ha il becco d'un quattrino. Cerca invano un editore per L'arte della gioia (il libro uscirà postumo), cerca invano un lavoro quale che sia. Ruba i gioielli di una regina di quei salotti che detesta, li rivende, entra in carcere. Dove non si trova poi male, la vita dentro non è peggio della vita fuori, a Rebibbia stringe amicizia con Roberta, eroinomane, e con Barbara. [...] Vai alla recensione »
Fuori. Ma rispetto a cosa? O dove? Nel mettere in scena la vita di Goliarda Sapienza, colta nella parentesi fra il carcere e la scrittura, Martone rivela una complessità inaudita, pur calata in un percorso autoriale che non ha mai cessato di mettersi in discussione. Filmare l'apparentemente immobile farsi di una voce, in una serie di spazi (la memoria del carcere, le erranze fra i Parioli e piazza [...] Vai alla recensione »
Il 1980 è un anno speciale per Goliarda Sapienza, scrittrice in crisi perché il libro cui ha dedicato dieci anni di lavoro non trova un editore disposto a scommettere su un'opera tanto profetica e illuminante sul significato di libertà (L'arte della gioia sarà pubblicato postumo prima in Germania e in Francia e solo dopo in Italia). I soldi sono pochi, gli amici latitano, i salotti intellettuali la [...] Vai alla recensione »
Non è semplice raccontare una figura intellettuale, anticonformista e femminista come quella di Goliarda Sapienza. Nata a Catania in una famiglia antifascista, da genitori entrambi vedovi con precedenti figli. Goliarda cresce libera e senza vincoli di nessun tipo. Suo padre, un avvocato e sindacalista, scelse di non farle frequentare le scuole per paura di imposizioni fasciste.
C'è un lasciarsi andare, senza pensare dove si va, in «Fuori»: che è un modo per riprodurre, per comunicare, la libertà non condizionabile, di una donna speciale anche nelle sue storte, un personaggio «enorme» anche nella sua fragilità. Mario Martone rievoca così, con sintassi volutamente frammentaria, mescolando i piani temporali e allontanandosi in modo netto (con merito ma non senza rischi) dal [...] Vai alla recensione »
Inizio anni Ottanta. La scrittrice Goliarda Sapienza è una donna creativa, libera e scevra da qualsiasi conformismo. Quando finisce in carcere per aver rubato impulsivamente alcuni gioielli, la donna stringe un legame salvifico con un gruppo di giovani detenute. Traendo ispirazione dal romanzo autobiografico "L'università di Rebibbia", pubblicato nel 1983, Mario Martone, una delle eccellenze registiche [...] Vai alla recensione »
Abbiamo letto "L'arte della gioia" con ritardo, la celebrazione con santino femminista di cui Goliarda Sapienza è stata vittima era davvero poco invitante. L'avevano riscoperta i francesi, una decina di anni fa. Per i salotti letterari romani era troppo pestifera, umorale, eccentrica - nel senso migliore della parola. Dispettosa, anche. Con chi l'aveva esclusa dal giro dopo la fine della ventennale [...] Vai alla recensione »
Valeria Golino continua a farsi portavoce della riscoperta della scrittrice Goliarda Sapienza (1924-1996). Ne veste i panni nel nuovo film di Martone, dopo aver diretto per il grande schermo il dittico «L'arte della gioia» tratto dall'omonimo romanzo postumo dell'autrice catanese (e distribuito anche come serie tv di Sky, in sei episodi). «Quel libro sono io.
Film intimista ma anche vivace, ribelle, sboccato quello che vede Goliarda Sapienza con il volto di Valeria Golino. "Fuori" di Mario Martone appena presentato in concorso e molto applaudito a Cannes, racconta un incontro che cambia tutto nella vita dell'autrice de "L'arte della gioia", romanzo che all'epoca cui si riferisce il film non era ancora pubblicato.
La vita contaminata e mai troppo fortunata di Goliarda Sapienza, l'autrice dell'"Arte della gioia", arriva sullo schermo portata da Mario Martone e grazie a un intreccio casuale, ma non tanto, il personaggio è interpretato da Valeria Golino, regista della miniserie Sky proprio sul suo grande successo postumo. Così il titolo assume un valore simbolico ed evocativo: "fuori" dal carcere, ma anche dagli [...] Vai alla recensione »
Roma, 1980. Goliarda Sapienza (Valeria Golino), magnifica protagonista di Fuori, il nuovo film di Mario Martone in arrivo nelle sale dopo essere passato in concorso al Festival di Cannes, è appena uscita dal carcere di Rebibbia, dove è finita per aver rubato una collana a casa di un'amica. Senza un soldo, senza lavoro, sotto sfratto, quasi senza più speranza di vedere un giorno riconosciuto il proprio [...] Vai alla recensione »
"Fuori" non è un film biografico su Goliarda Sapienza, la scrittrice per niente allineata, dalla scrittura a trame provocatorie ("L'arte della gioia" fu pubblicato postumo), dalla vita controversa (è stata anche in carcere) e poliedrica per interessi, catanese di nascita (1924), morta a Gaeta a 72 anni. O meglio: è biografico in parte, racchiudendo soltanto una breve parentesi, un'estate romana negli [...] Vai alla recensione »
Sembrerebbe un sequel dell'anno scorso quando sulla Croisette venne presentato con grande successo L'Arte della gioia, la bella miniserie diretta da Valeria Golino, tratta dal celebre romanzo di Goliarda Sapienza (1924-1996), che, poi, di recente, dopo essere passata su Sky, si è aggiudicata tre David di Donatello per la Sceneggiatura non originale, la Miglior Attrice protagonista e la Miglior Attrice [...] Vai alla recensione »
"Una coppia di fatto". Così Valeria Golino descrive il suo rapporto simbiotico con Goliarda Sapienza, di cui ha trasposto sullo schermo da regista L'arte della gioia. Ora da attrice la interpreta in Fuori, unico film italiano in concorso a Cannes. Non un biopic, piuttosto un "road movie dell'anima" come lo definiscono Mario Martone e Ippolita Di Majo che lo hanno scritto, in cui la protagonista girovaga [...] Vai alla recensione »
Per Goliarda Sapienza (Valeria Golino), la vita è ad una svolta drammatica ed incerta. In quel 1980 è finita dietro le sbarre per furto, dopo aver rubato i gioielli a casa di un'amica, per uno strano senso di rivalsa, per necessità ed anche per vendicarsi del disprezzo raccolto a causa della povertà che l'ha travolta negli ultimi tempi. A Rebibbia, dove non resta poi così tanto, conosce un'umanità [...] Vai alla recensione »
Cosa racconta Fuori il nuovo film di Mario Martone, ieri in concorso sulla Croisette e da domani in sala? Il punto di partenza sono due libri di Goliarda Sapienza, la scrittrice di cui l'autore aveva già esplorato l'universo poetico nel magnifico duetto emozionale messo in scena con Il filo di mezzogiorno - gli interpreti erano Donatella Finocchiaro e Roberto De Francesco.
Cosa c'è in un incipit, se non il fremito, un battito d'ali di senso e di costrutto che dovrà poi trovare agio e spazio nel resto della narrazione? Per entrare nel mistero-Sapienza, che assieme a un nugolo di suggestioni e speculazioni increspa le acque di Fuori di Mario Martone si parta allora da L'università di Rebibbia, che Rizzoli pubblicò nel 1983: «A sirene spiegate (o io sono diventata una criminale [...] Vai alla recensione »
Quando Goliarda Sapienza va a consegnare le bozze di un articolo che ha corretto, sull'orologio elettronico dell'ufficio del direttore editoriale si legge la data del 2 agosto. Siamo nell'estate del 1980. Quindi è il giorno della strage alla stazione di Bologna. Ma, a parte quel datario che Mario Martone tiene in campo per almeno due inquadrature, in Fuori non c'è nessun riferimento diretto all'avvenimento. [...] Vai alla recensione »
Fuori siamo noi, i liberi; «dentro» sono loro, i carcerati: ma è proprio così? Non sarà piuttosto che viviamo tutti ingabbiati nelle maglie di una società che inesorabilmente ci stritola? È la convinzione che la scrittrice Goliarda Sapienza, arrestata nel 1980 per un furto di gioielli, matura nel corso di cinque giorni dietro le sbarre, esperienza rievocata in L'università di Rebibbia, scuola di autenticità [...] Vai alla recensione »
Nel 1848 due giovanotti tedeschi, Friedrich Engels e Karl Marx, scrissero in un libro che un certo spettro si aggirava per l'Europa. Oggi, quasi due secoli dopo, potremmo scrivere che uno spettro si aggira per il cinema italiano, e forse per la cultura italiana in senso lato. Goliarda Sapienza (1924-1996) è una donna fondamentale e disturbante. Ha frequentato il cinema e il teatro fin da piccola [...] Vai alla recensione »
Un'immensa Golino rivale di Drucker (Dossier 137) per miglior attrice con Fuori di Martone? La sua Goliarda Sapienza in questa avventura del 1980 è completamente "out": dal tempo (il suo romanzo è considerato «improponibile»), dal carcere (ha fregato gioielli a una pariolina), dall'eterosessualità (le donne la incuriosiscono) e dai salotti romani. Vaga con la sguaiata eroinomane Roberta (De Angelis) [...] Vai alla recensione »
Il momento forse più rivelatore di Fuori arriva nei post-credits, quando Martone inserisce il frammento di una vecchia puntata della trasmissione Film Story condotta da Enzo Biagi. Si tratta di un'intervista del 1983 a Goliarda Sapienza (facilmente reperibile su YouTube) in cui la scrittrice, circondata esclusivamente da uomini, parla della propria esperienza del carcere, cercando di spiegare come [...] Vai alla recensione »
Non un biopic su Goliarda Sapienza, piuttosto il tentativo di catturarne le sfumature di un'essenza (una delle molteplici) concentrandosi su uno dei momenti più controversi della sua vita: nel 1980 la scrittrice finisce in carcere per aver venduto dei gioielli rubati nell'appartamento di un'amica. Quel breve periodo a Rebibbia si rivela per lei un'esperienza di rinascita, soprattutto grazie all'incontro [...] Vai alla recensione »