
Anno | 2025 |
Genere | Fantascienza |
Produzione | Germania |
Regia di | Benjamin Gutsche |
Attori | Mina Tander, Lavinia Wilson, Filip Schnack, Mark Lewis (IV), Joshua Kantara Franz Hartwig, Michael Klammer. |
MYmonetro | Valutazione: 2,50 Stelle, sulla base di 2 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 7 febbraio 2025
Una serie che riflette sull'uso dell'intelligenza artificiale nella nostra quotidianità.
CONSIGLIATO NÌ
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La famiglia Prill cerca di lasciarsi alle spalle un evento traumatico trasferendosi in una casa isolata nella foresta tedesca. Samira (Mina Tander), un'artista, e suo marito David (Michael Klammer), scrittore di romanzi polizieschi, si stabiliscono nella nuova dimora con i figli. L'abitazione, rimasta in stato di abbandono per cinquant'anni, nasconde un segreto inquietante nel suo seminterrato: un avanzato sistema di smart home gestito da un'intelligenza artificiale chiamata Cassandra (Lavinia Wilson).
Questa assistente domestica, creata negli anni '70 dallo scienziato Horst, si risveglia con l'arrivo della famiglia e si dimostra da subito straordinariamente efficiente nel controllo della casa e delle mansioni quotidiane. Tuttavia, dietro la sua apparenza rassicurante, si cela un'ombra sinistra: Cassandra non è solo un sistema automatizzato, ma incorpora la personalità della moglie di Horst, una donna devota alla sua famiglia fino al punto di annullarsi.
Un'intelligenza artificiale che osserva, controlla e finisce per soffocare chi dovrebbe proteggere: dalla nascita di HAL 9000 in 2001: Odissea nello spazio a Cassandra, protagonista dell'omonima miniserie Netflix, la paura delle macchine intelligenti ha sempre riflesso le ansie della società che le ha create.
Come l'HAL 9000 di Stanley Kubrick, anche Cassandra incarna un riflesso inquietante delle fragilità umane, ma con un'estetica retrò che ne accresce il senso di straniamento: il suo volto appare su più monitor sparsi per la casa, mentre braccia meccaniche sostituite da strumenti da cucina accentuano il suo carattere perturbante. Oltre a gestire l'ambiente domestico, Cassandra osserva e sorveglia ogni movimento della famiglia, trasformando la loro nuova abitazione in una sofisticata prigione tecnologica. E così, esattamente come accadeva nel film di Kubrick, lo strumento, pur concepito per assistere l'uomo, finisce per amplificare le tensioni e i bias sociali che l'ha modellato. Se 2001: Odissea nello spazio incarnava le ansie di un'epoca dominata dalla fiducia e dalla paura nei confronti della tecnologia, Cassandra riproduce in modo altrettanto inesorabile le contraddizioni di una società che l'ha creata, senza mai davvero superarle.
La miniserie tedesca di sei episodi scritta e diretta da Benjamin Gutsche è, inoltre, un affascinante viaggio visivo nel design degli anni '70, ma al tempo stesso soffre dell'improbabilità tecnologica alla base della sua narrazione. L'idea di una smart home con un'IA tanto avanzata in quell'epoca appare poco verosimile; ciononostante, questa licenza narrativa consente alla serie di esplorare criticamente come la tecnologia possa non solo riflettere, ma anche consolidare i pregiudizi sociali dell'epoca in cui nasce, anziché superarli. La storia assume così i tratti di un universo alternativo à la Black Mirror, in cui retrofuturisticamente il progresso tecnologico si manifesta senza però sfuggire ai limiti culturali e sociali che lo circondano.
La figura di Cassandra simboleggia la persistenza di aspettative e ruoli di genere che, nonostante le apparenti evoluzioni, continuano a esercitare un'influenza pervasiva sulle dinamiche familiari e sociali. La serie suggerisce che le strutture patriarcali non sono scomparse, ma si sono trasformate in meccanismi sottili e radicati. La narrazione su due piani temporali enfatizza questa continuità, mostrando come il passato e il presente si riflettano l'uno nell'altro. Il nome Cassandra non è infatti scelto a caso: come la sacerdotessa troiana condannata a predire verità che nessuno avrebbe creduto, similmente tanto l'IA, quanto il personaggio di Samira, lanciano avvertimenti destinati a rimanere inascoltati, sottolineando la difficoltà storica di far riconoscere e validare le voci femminili in un contesto dominato dagli uomini.
Cassandra combina thriller psicologico, horror e riflessione socioculturale, ma l'equilibrio tra questi elementi risulta instabile: il ritmo narrativo è discontinuo e gli aspetti più tesi e inquietanti appaiono meno incisivi rispetto alla componente analitica, spesso predominante. Nonostante ciò, la serie offre uno spunto stimolante su come le dinamiche sociali si riflettano nelle tecnologie che creiamo e conferma l'attualità delle ansie legate all'automazione e all'intelligenza artificiale. Cassandra non è soltanto una macchina che sfugge al controllo umano, ma un riflesso distorto delle paure e dei pregiudizi della società che l'ha concepita, suggerendo che, più che temere l'IA, dovremmo interrogarci su ciò che le trasmettiamo.
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