
Anno | 2024 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Giappone |
Durata | 99 minuti |
Regia di | Michimoto Saki |
Attori | Tanaka Makoto, Shigematsu Risa, Ichihashi Koji . |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 28 aprile 2025
Un gruppo di giovani fotografi sono in cerca del successo. Sanno bene però che tra di loro solo una ragazza ha il vero talento.
CONSIGLIATO SÌ
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Nao, Yamada, Sayo e Tada sono quattro amici che cercano di sfondare come fotografi: apparentemente inseparabili e solidali uno con l'altro, sono tutti consapevoli che Nao sia la più talentuosa del gruppo. Il professor Kitano, nonostante l'aspetto da studente fuoricorso, è molto esigente e non nasconde le sue critiche al loro lavoro, motivandoli a fare di più. Quando infine Nao ha una grande occasione in Europa, il gruppo è destinato a sciogliersi, a cominciare dalla relazione quasi amorosa tra Nao e Yamada.
In una breve scena collocata all'inizio del film è impossibile intuire molto di quel che accadrà in See You Tomorrow.
il professor Kitano fotografa insieme i quattro ragazzi mentre scherzano a un tavolino del bar dell'università, consapevole che sarà l'ultima volta che saranno così uniti, prima che l'ambizione e la gelosia guastino il loro idillio. Il debutto ultra minimalista di Saki Michimoto si interroga proprio su questo, sul senso di quel mix di forma d'arte, scienza e stregoneria che chiamiamo fotografia. Quella professata dai ragazzi è l'arte della fotografia che nasce dall'improvvisazione, dall'incontro con sconosciuti, da situazioni inaspettate, non qualcosa che includa pose o uno scopo professionale. Per il professor Kitano lo scatto è l'istantanea di un attimo fuggente destinato a incrinarsi e dissolversi; per Nao - l'unica autentica artista del quartetto - è una ragione di vita che assorbe la sua intera esistenza, dedicata a fermare su carta le emozioni altrui, senza interrogarsi mai sulle proprie. Per Nao la fotografia è "come un'arte marziale": sono parole di Yamada, il suo quasi-fidanzato, con cui la ragazza sta più per un misto di affetto e compassione che per un autentico sentimento d'amore. Non sappiamo perché Yamada sia così fragile, ma è evidente la sua passività e dipendenza nei confronti della ragazza, gelida ai limiti dell'anaffettività.
Il cinismo di Nao emerge compiutamente quando, dopo aver lasciato Yamada, impugna la macchina e scatta una foto sulle sue reazioni. È crudeltà o è parte integrante del modus operandi dell'autentico fotografo? Nell'arte che Man Ray definiva "un meraviglioso esploratore degli aspetti che la nostra retina non registra mai, e che ogni giorno infliggono smentite così crudeli agli idolatri delle visioni note" catturare l'anima dell'oggetto di studio significa azzerare le emozioni verso il medesimo. Il perfetto fotografo, come il perfetto artista marziale, è privo di convenzionale empatia e di ogni residuo di quella che chiamiamo umanità. Personaggio finemente sfaccettato, Nao proviene da un'infanzia complicata: pessimi rapporti familiari l'hanno resa taciturna e quasi ambigua nelle sue affermazioni. Sembra costantemente in controllo e in osservazione delle altre persone, devota alla sua missione di testimone di ciò che vede. Non si impegna con gli altri, non rilascia che mezze verità, inevitabilmente attrae il desiderio maschile come una calamita. Il lavoro di Makoto Tanaka nel rendere Nao è mirabile, e rende interessante fino alla fine un film che rischia di smarrirsi nel suo minimalismo e nei suoi stereotipi da film d'essai, carico di non sequitur.
Nao, Yamada, Sayo e Tada sono quattro amici che cercano di sfondare come fotografi: apparentemente inseparabili e solidali uno con l’altro, sono tutti consapevoli che Nao sia la più talentuosa del gruppo. Il debutto ultra minimalista di Saki Michimoto si interroga sul senso di quel mix di forma d’arte, scienza e stregoneria che chiamiamo fotografia.
Quella professata dai ragazzi è l’arte della fotografia che nasce dall’improvvisazione, dall’incontro con sconosciuti. Per il professor Kitano lo scatto è l’istantanea di un attimo fuggente destinato a incrinarsi e dissolversi; per Nao – l’unica autentica artista del quartetto – è una ragione di vita che assorbe la sua intera esistenza, dedicata a fermare su carta le emozioni altrui, senza interrogarsi mai sulle proprie. Il lavoro di Makoto Tanaka nel rendere Nao è mirabile, e rende interessante fino alla fine un film che rischia di smarrirsi nel suo minimalismo.