Il cinema ha spesso raccontato Maria Antonietta e la sua esistenza privilegiata e drammatica. Gianluca Jodice ci mostra la sua versione in Le déluge - Gli ultimi giorni di Maria Antonietta, dal 21 novembre al cinema.
di Roberto Manassero
In Le Déluge - Gli ultimi giorni di Maria Antonietta di Gianluca Jodice, Luigi XVI e Maria Antonietta sono due prigionieri in attesa di giudizio. Due regnanti detronizzati costretti a vivere una situazione di passaggio, un interregno, prima che la condanna si compia. I bravi Guillaume Canet e Melanie Laurent sono sepolti rispettivamente sotto strati di trucco prostetico e sotto gigantesche parrucche, con un’aria cadaverica che mostra i segni del loro destino. Soprattutto il ritratto di Maria Antonietta è molto distante da quello tradizionale, più matura, consapevole, anche rabbiosa, di come spesso il cinema l’ha raccontata, a seconda delle stagioni, degli autori o delle autrici che ne hanno fatto il ritratto, del significato che si è voluto dare alla sua esistenza privilegiata e drammatica.
Il film più famoso dedicato a Maria Antonia Giuseppa Giovanna d’Asburgo-Lorena: nelle mani della Coppola, la ragazzina arrivata dal nulla per sposare Luigi XVI di Borbone (Jason Schwartzman), nella Versailles pre-Rivoluzione dal 1770 in poi, diventa una pop star. Diva tra le stanze da gioco e d’amore, acconciata come una top model, tra gonne, pizzi, ninnoli, All Star, confetti, pasticcini, bicchieri di champagne rovesciati, carte da gioco, stanze da letto pubbliche e lenzuola segrete. Un trionfo di scenografie, colori, musica rock e cultura pop, in cui la splendida Kirsten Dunst si muove a meraviglia, inconsapevole del suo ruolo e soprattutto del suo destino, come del resto l’intera nobiltà dell’epoca, completamente tagliata fuori dalla realtà e dalla Storia.
Versailles, luglio 1789. Mentre la Rivoluzione avanza, la dama di compagnia Sidonie Laborde (Léa Seydoux) resta vicina alla regina Maria Antonietta (Diane Kruger), in procinto di riparare in provincia e preoccupata di salvaguardare la relazione con la duchessa Gabrielle de Polignac (Virginie Ledoyen). Benoît Jacquot non è mai stato un regista amato dalla critica, ma questo suo film, girato nella stessa Versailles per rispettare la veridicità storica (a differenza invece di quanto da lì a poco avrebbe fatto la serie Versailles, dedicata al costruzione della reggia sotto Luigi XIV), dietro la patina del drammone in costume con attrici di primo livello (venne anche presentato in apertura del Festival di Berlino, poco amato e compreso) cela una trama psicologica complessa e articolata, in cui il desiderio di tre donne si scontra con la forza irruenta della Rivoluzione. E la Maria Antonietta della Kruger è fragile e capricciosa, meno gaudente di quella della Coppola e altrettanto inadeguata.
Al cinema il cinema classico hollywoodiano ha avuto la sua versione della regione d’Austria vittima della Rivoluzione, in una di quelle ricostruzioni storiche opulente e un po’ paludata che all’epoca andavano di moda. La vita di Maria Antonietta (Norma Shearer), dal matrimonio con Luigi XVI (Robert Morley) alla condanna alla ghigliottina, viene raccontata in successione, con eccessi mélo, naturalmente, e bene poca attendibilità (il permesso per girare a Versailles non arrivò e gli scenografi dovettero fare miracoli per ricostruire tutto in studio). Il pubblico del tempo apprezzò comunque, e la Shearer, candidata all’Oscar, vinse comunque la Coppa Volpi alla Mostra di Venezia. Suo marito Irving Thalberg, tycoon della MGM e astro nascente del sistema hollywoodiano, diede avvio alla produzione, ma morì di polmonite nel 1936.
L’Austriaca del titolo è ovviamente lei, Maria Antonietta, che in questo film del 1990 – realizzato per il bicentenario della Rivoluzione – è interpretata dalla cantante e attrice Ute Lemper. Scritto da due storici autori di biografie della regina, Alain Decaux e André Castelot, è senza dubbio l’opera che più di ogni altra rispetta la parabola storica della regina, mettendone in evidenza l’alterigia, il senso di superiorità e impunità, l’orgoglio, ma anche la paura e l’umanità di chi si trova costretta ad affrontare la morte. La trama si concentra si concentra sugli ultimi giorni, passando dal processo ai flashback della vita prima e dopo il diluvio…
Nella locandina di questa serie televisiva realizzata per Canal+ e scritta dalla Davis, nota per essere la sceneggiatrice di La favorita, l’arciduchessa d’Austria sembra precipitare dall’alto sopra la reggia di Versailles, come se fosse letteralmente precipitata dal cielo sul palcoscenico della Storia più turbolento e (non per lei, in realtà) esaltante di sempre. Divisa in otto puntate (che non sono proseguite oltre la prima stagione), la serie di coproduzione franco-polacca, racconta fedelmente la vita della regina, provando a metterne in rilievo gli aspetti più melodrammatici e sentimentale e al tempo stesso a rispettarne un minimo la veridicità.
Per gli appassionati del genere e del personaggio, consigliamo questo prodotto per la tv che è la ripresa di un’opera lirica dedicata alla vita di Maria Antonietta e ai suoi giorni dopo l’arrivo in Francia e l’arresto, con musiche di Rameau, Grétry, Gluck, Piccinni, Sacchini, Salieri, Mozart e Nazaire Fabre. A interpretare la regina Natacha Régnier, a vestirla Milena Canonero.