| Anno | 2025 |
| Genere | Drammatico, |
| Produzione | Italia |
| Durata | 105 minuti |
| Regia di | Michael Zampino |
| Attori | Edoardo Pesce, Hippolyte Girardot, Lorenzo Guidi, Carlotta Antonelli, Stefano Macciocca Demetra Bellina, Verdiana Barbagallo, Federico Perrotta, Gianluca Cesale, Alessandro Cucca, Daniela Glasgow, Samuel Leclerc, Armando Puccio. |
| Uscita | giovedì 4 dicembre 2025 |
| Distribuzione | Videa, Vertice360 |
| MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 2 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 1 dicembre 2025
Mario ritrova il sogno da fantino grazie al cavallo Laghat e all'amore per Giulia, combattendo un padre manipolatore per proteggere ciò che ama davvero.
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CONSIGLIATO SÌ
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Andrea, detto Capoccione, è un ragazzo che ha sofferto tanto, a causa della morte di sua madre. Ha sepolto il suo talento da fantino sotto la quotidianità del lavoro da rigattiere con suo padre, insieme al fratello. Un giorno rincontra il suo allenatore, quello con cui aveva gareggiato anni prima, e a poco a poco riprende voglia e gusto di allenarsi. La scintilla si accende quando conosce Laghat, cavallo cieco da un occhio per via di una micosi, con cui stringe un legame speciale. Parallelamente conoscerà Giulia, groomer e amante dei cavalli come lui, e insieme sogneranno in grande. Ma dovranno scontrarsi con la deludente realtà e l'egoismo di un padre manipolatore, e a un certo punto più di vincere conterà proteggere il loro cavallo del cuore, sempre più prossimo alla pensione.
È un coming of age a due teste, il film di Michael Zampino tratto dal libro "Laghat, il cavallo normalmente diverso".
Un film sul ritrovarsi e sul potere di emanciparsi, anche grazie al supporto di un'altra creatura. Da una parte c'è il fantino, che deve sconfiggere gli spettri del passato per tornare a credere in se stesso e nelle sue potenzialità. Dall'altra il cavallo, cieco da un occhio, ma non per questo destinato alla sconfitta e all'oblio. La storia è vera, di quelle commoventi già sulla carta: un cavallo menomato che grazie al talento e all'amore del suo fantino arriva a vincere, a sorpresa di tutti. Zampino tuttavia non ne fa un racconto epico né agiografico, scende a patti con il dramma per rappresentare l'altro volto delle vittorie: gli allenamenti del protagonista di nascosto dal padre vedovo, che lo vorrebbe tutto per sé nella discutibile impresa di famiglia di antiquariato (che ha più di un'ombra). Il coming of age è dunque di Andrea, che cresce comprendendo che solo lontano dalla famiglia disfunzionale può capire chi è davvero, solo prendendo le distanze dall'ingombrante figura paterna può riuscire a coronare i suoi sogni. Ma è anche quello del cavallo, che grazie alle cure di Andrea e della groomer Giulia riuscirà inaspettatamente a farcela.
Il cast è tutto ben diretto, Lorenzo Guidi ha il volto e il fisico giusto per il ruolo, Edoardo Pesce ci ha abituati a personaggi anche negativi convincenti, Carlotta Antonelli è sempre brava, per quanto sarebbe stato interessante se il suo personaggio avesse avuto uno spazio maggiore, e poi c'è Hyppolite Girardot nei panni del classico "saggio" della storia, la vera figura paterna, l'unica eticamente edificante. Funziona, moltissimo, l'idea di un film che intende seguire il doppio binario della sfida ippica e personale. Funziona anche la volontà manifesta di non voler firmare l'ennesima storia banale/retorica per famiglie sul legame indissolubile tra un ragazzo e il suo animale del cuore, ma un dramma pensato per un pubblico più eterogeneo e adulto, votato al realismo, che riesce a raccontare ciò che accade o può accadere nelle famiglie di quelli che applaudiamo sul podio come vincenti. Funzionano meno certi passaggi di sceneggiatura, che soprattutto nei dialoghi rischiano di arrestarsi ad un livello cartaceo e perdere in alcuni punti di efficacia. A livello formale risultano godibili e convincenti le scene delle corse dei cavalli, difficili da girare, per l'evidente cura con cui sono state realizzate in stile quasi documentaristico: oltre ad essersi avvalso della consulenza di Querci e dell'ex fantina e stunt coordinator Jacqueline Freda, Zampino ha usato piano sequenza e un veicolo direttamente in mezzo alle corse per mostrarle "da dentro", inseguendo i cavalli durante la corsa. Un escamotage visivamente efficace per catapultare il pubblico nelle gare, come fosse proprio lì, tra cavalli e fantini.
È liberamente ispirato al romanzo "Laghat, il cavallo normalmente diverso" di Enrico Querci, il nuovo film scritto e diretto da Michael Zampino, vincitore con il coautore Heidrun Schleef del Globo d’Oro alla sceneggiatura per il precendente Governance – Il prezzo del potere. La definisce lui stesso "un’immersione nel mondo delle corse: l'intento era invitare lo spettatore a entrare in questo mondo, attraverso uno stile fortemente documentaristico e l'alternanza di momenti spettacolari delle corse a momenti più intimisti, dedicati all’esplorazione dei sentimenti dei personaggi». Li interpretano Lorenzo Guidi, Carlotta Antonelli, Hippolyte Girardot ed Edoardo Pesce, in queste settimane impegnati nelle riprese del film, della durata complessiva di sei settimane, a Roma (ippodromo di Capannelle e varie location nella Tuscia), per poi spostarsi a Pisa (ippodromo di San Rossore e all'interno del Parco Naturale di Migliarino) e a Parigi: «Il film è una coproduzione con la Francia e molti fantini italiani hanno fatto salto di qualità andando lì, come proverà a fare il nostro protagonista».
La storia vera a cui il film si ispira è quella di un purosangue che, nonostante la cecità, gareggia in più di 100 competizioni, vincendo diversi trofei: un caso toccante che, raccontato da Enrico Querci (in Laghat - Il cavallo normalmente diverso, Pacini Editore), riscuote enorme successo. A colpire è la portata simbolica di una vicenda che testimonia non solo della tenacia dell'animale, ma anche [...] Vai alla recensione »