Wilderness - Fuori controllo

Quella tra Liv e Will sembra una relazione perfetta: giovani, belli e innamorati, sono l'immagine ideale della coppia felice. Dopo un anno di matrimonio, decidono di lasciare l'Inghilterra per partire insieme alla volta degli Stati Uniti, così che Will possa perseguire la sua carriera. Liv abbandona quindi la sua casa, la sua famiglia, i suoi amici e il suo lavoro da giornalista per accompagnare il marito in questa nuova avventura. Completamente dedita al consorte, trascorre le sue giornate ad occuparsi della casa, in attesa che lui faccia ritorno. Tutto sembra andare per il meglio, quando le capita per le mani un messaggio inaspettato, che le apre gli occhi su una verità sconcertante e dolorosa: Will è andato a letto con un'altra donna. Confusa e ferita, Liv decide di vendicarsi.

Adattamento dell'omonimo romanzo di B.E. Jones, la serie scritta e ideata da Marnie Dickens - con la regia di So Yong Kim - racconta in modo accattivante la storia di vendetta di una donna in guerra: con il marito, con la madre, con il suo passato e con sé stessa.

Quel che manca è un sufficiente approfondimento delle dinamiche profonde che muovono e legano i personaggi, oltre a una scrittura solida che guidi la storia al di là del desiderio di stupire lo spettatore.

Di Wilderness - Fuori controllo non si può certo dire che non sia una serie che si lascia seguire con interesse, nel costante desiderio di sapere dove andrà a parare la storia. Tra i pregi del revenge thriller targato Amazon c'è infatti l'essere in grado di stupire costantemente lo spettatore: quella che inizialmente appare come una vicenda già vista e prevedibile prende ben presto una piega inaspettata, di cui è difficile prevedere i risvolti futuri.

Si rimane così incollati allo schermo per capire cosa mai potrà accadere, grazie anche all'impiego di cliffhanger posizionati per stimolare al massimo la curiosità di chi guarda. Interessante, in questo senso, come la serie introduca molto spesso un colpo di scena o una domanda senza riposta già prima dei titoli di testa, accompagnati dall'accattivante brano di Taylor Swift "Look What You Made Me Do". Un simile espediente fa sì che ogni episodio inizi in modo dirompente, stuzzicando fin dai primi minuti l'attenzione dello spettatore, che si ritrova a voler andare avanti nella visione ancora prima che inizi a succedere veramente qualcosa.

Se, quindi, da una parte la serie dimostra una sapiente capacità di coinvolgimento, dall'altra questo coinvolgimento appare un po' vuoto, un artificio formale a suon di colpi di scena provvidenziali e risvolti di trama al limite dell'assurdo. Quel che manca è il contenuto, Wilderness - Fuori controllo è un ottimo contenitore che tuttavia pecca nella sostanza: personaggi appena abbozzati, dialoghi inverosimili e legnosi, elementi esistenziali veramente poco approfonditi.

Sebbene infatti il cast si sforzi nel conferire spessore ai personaggi - prima fra tutti Jenna Coleman nei panni della protagonista - i loro comportamenti appaiono il più delle volte incomprensibili, altre volte stereotipati, altre ancora poco credibili. Inoltre, sono tanti e nel corso dei sei episodi non c'è abbastanza spazio per approfondirli tutti; anzi, alcuni avrebbero anche potuto non esserci e non sarebbe cambiato molto, in fin dei conti. Basti pensare alla superiore di Will, Bonnie: sebbene sia interpretata da una convincente Talia Balsam che dà vita a una donna forte e carismatica, il ruolo del personaggio nella vicenda è quasi irrilevante e non aggiunge nulla alla narrazione.

Wilderness - Fuori controllo vuole inoltre raccontare tante, troppe, cose: la solidarietà femminile, il senso di colpa, la paura di un destino segnato da un dramma familiare che ha radici nell'infanzia, l'omosessualità, l'amore, un difficile rapporto tra madre figlia, moglie e marito e le conseguenze di una società patriarcale in cui le donne sono soggette a costante giudizio. Il tutto, inevitabilmente, in maniera superficiale, perché il materiale è molto ed è complesso, mentre lo spazio e il tono della storia non consentono un soddisfacente approfondimento delle tematiche introdotte. Ne risulta un pot-pourri sicuramente avvincente e ben confezionato, ma privo di spessore: un guilty pleasure da guardare senza farsi troppe domande, godendosi, pop corn alla mano, i risvolti imprevedibili della storia. 