
Anno | 2023 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Gran Bretagna |
Durata | 84 minuti |
Regia di | Charlotte Regan |
Attori | Ambreen Razia, Jessica Fostekew, Asheq Akhtar, Joshua Frater-Loughlin, Aylin Tezel Harris Dickinson, Laura Aikman, Lola Campbell. |
Uscita | giovedì 18 luglio 2024 |
Distribuzione | Lucky Red |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 3 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 18 luglio 2024
Una ragazzina di 12 anni vive felicemente da sola nel suo appartamento londinese. All'improvviso suo padre si presenta. Il film ha ottenuto 1 candidatura a BAFTA, 14 candidature e vinto un premio ai British Independent, Il film è stato premiato a National Board, a Sundance, In Italia al Box Office Scrapper ha incassato 4,4 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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In una piccola e ordinatissima casa della periferia di Londra vive Georgie, ragazzina dodicenne cresciuta dalla madre e rimasta sola dopo la morte della donna. Autonoma e intraprendente, simpatica e perennemente vestita con una maglia anni '90 del West Ham, Georgie ha deciso di cavarsela da sola e per farlo ruba biciclette con l'amico Ali e ha convinto gli assistenti sociali che un fantomatico zio si prende cura di lei. Un giorno, però, alla porta di Georgie si presenta Jason, trentenne con l'aria da duro e i capelli color platino che dice di essere il proprietario della maglia dei West Ham e soprattutto suo padre.
Un classico dramma inglese su ciò che resta della vecchia classe operaia, tra desolazione urbana e più dignità e umanità del solito. Grazie soprattutto alla sua simpatica e irresistibile protagonista.
Charlotte Regan, la regista di Scrapper, al suo primo lungometraggio dopo diversi corti e soprattutto diversi videoclip di musicisti rap (e la cosa nel film si sente e si vede eccome), proviene da un retroterra simile a quello della sua Georgie e significativamente ha voluto dare della periferia londinese un ritratto inedito, per una volta imbevuto non di dramma e disperazione, di crack e cani al guinzaglio, ma di colore (le casette a schiera in cui vive Georgie hanno tutte tonalità confetto), umanità e dignità solitamente riservate ad ambienti più piccolo-borghesi. Non un paradiso in terra, ovviamente, ma un luogo dove le idee di comunità, cura e attenzione possono coesistere con quelle di povertà e scarsa occupazione.
Senza essere Andrea Arnold, la giovane regista londinese usa il realismo sporco del cinema inglese per dare credibilità alla vicenda della piccola Georgie (che ha il volto e il carisma irresistibile dell'attrice esordiente di 10 anni Lola Campbell) e ricorre poi a espedienti più ricercati e un tantino compiaciuti (musica rap o pop a ripetizione, siparietti ironici da coro greco ripresi in finto 16mm, momenti onirici) per dare movimento e brio al suo film.
Il fulcro è ovviamente il difficile rapporto fra Georgie e Jason (che è interpretato dalla nuova stella Harris Dickinson, visto in Triangle of Sadness e nella serie A Murder at the End of the World), ma nel momento in cui la vicenda potrebbe aprirsi a toni violenti o ribaltare il tono comunque disteso della prima parte, la via scelta è piuttosto quella del ritratto d'ambiente che osserva con rispetto e ironia i personaggi. Georgie è definita dalla capacità di occupare uno spazio, di prendersene cura (la si vede spesso passare l'aspirapolvere e nei flashback con la madre dipingere d'azzurro la cameretta), mentre Jason è all'opposto uno che abbandona le situazioni: entrambi non possono che vivere nel loro mondo di reietti che cercano comunque un loro spazio.
Con una trama che procede per passaggi fissi - l'indipendenza della bambina, l'arrivo dell'estraneo che spezza l'equilibrio, l'iniziale diffidenza, il ruolo di spalla del migliore amico, l'avvicinamento, l'allontanamento e poi il nuovo ritorno - il film gioca volentieri con il simbolismo degli oggetti: i ricordi della madre per Georgie sono racchiusi nei video che guarda di continuo, e proprio la perdita del telefono segna il definitivo e inevitabile distacco; l'onnipresente maglietta dei West Ham segna il passaggio di consegne fra padre e figlia, mentre l'inizio della nuova vita passa per una nuova ritinteggiatura della casa...
Scrapper finisce così per imporsi non per l'originalità del dramma, ma per il modo dolce e ottimistico con cui guarda a un genere caro al cinema inglese e trovando anche nella periferia inglese un barlume di bellezza.
Georgie (Lola Campbell), la protagonista chiacchierona dell'esordio di Charlotte Regan, è una bambina che può sconcertare gli adulti. È carina, ma ha la parlantina consapevole di un venditore d'auto usate. Ruba biciclette con l'amico Ali (Alin Uzun) ed è riuscita a convincere i servizi sociali di essere sotto la tutela di uno zio molto impegnato. In realtà dalla morte della madre Georgie è sola ma, [...] Vai alla recensione »
Nei sobborghi working class di East London, Georgie (Lola Campbell, bella scoperta) non se la passa troppo male. Ha una casa di cui salda regolarmente l'affitto, un "lavoro" precario, sì, ma redditizio e un amico sul quale sa di poter contare. Non fosse per il suo corpicino da scricciolo, la si direbbe un'adulta fatta e finita: da quando sua madre è morta, ha imparato a cavarsela da sé, rubando biciclette [...] Vai alla recensione »