Anno | 2023 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Spagna |
Durata | 108 minuti |
Regia di | Santos Blanco |
Uscita | martedì 29 aprile 2025 |
Distribuzione | Bosco Films, Arkadia Group |
MYmonetro | Valutazione: 2,50 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento martedì 29 aprile 2025
Il documentario spagnolo che esplora il mondo nascosto dei monasteri di clausura.
CONSIGLIATO NÌ
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Il regista spagnolo Santos Blanco esplora il mondo dei monasteri di clausura, dopo aver ottenuto il permesso di accedere con la macchina da presa a questi luoghi misteriosi e mistici. In particolare, il suo documentario è girato in dodici monasteri di clausura situati in varie province della Spagna tra Burgos, Madrid, Navarra, Salamanca, e tra cui San Pedro de Cardeña, Las Batuecas e Monasterio Leire. Attraverso l'incontro con le persone appartenenti a diversi ordini religiosi che vivono in quei conventi, si racconta il percorso di chi ha deciso di vivere lontano dalle distrazioni del mondo per concentrarsi sulla contemplazione e sulla preghiera.
Muovendosi con discrezione e rispetto tra i monasteri, il docufilm invita alla riflessione sul complesso rapporto tra spiritualità e libertà.
L'idea di Liberi - Duc in altum (prodotto da Bosco Films e Variopinto Producciones, con il sostegno della Fondazione DeClausura) è nata da un'esperienza personale vissuta dal regista e dalla produttrice e distributrice Lucia Gonzalez-Barandiaran, ovvero dal loro coinvolgimento durante il periodo della pandemia in una campagna pubblicitaria per il sostegno dei monasteri in difficoltà economica. Vivere per qualche giorno in clausura ha spinto il regista Santos Blanco ad approfondire l'indagine su questo mondo nascosto, sia documentando sia addentrandosi in una riflessione sulla spiritualità.
Nel riprendere questa ricerca di libertà interiore tramite la scelta radicale del ritiro, il regista spagnolo adotta uno stile sobrio e rispettoso, muovendosi con discrezione in quei luoghi dove il tempo sembra sospeso e proponendo un'esperienza quasi meditativa a chi guarda, nella quale rallentare lo sguardo.
Tale approccio, benché coerente con il tema, rischia di affievolire in certi momenti la tensione emotiva, anche a causa della ripetitività di alcune sequenze. Per risollevarsi, il docufilm può quantomeno fare leva sulla propria forza visiva, nell'alternanza di spazi chiusi e paesaggi esterni, oltre che affidarsi alle testimonianze delle suore e dei monaci che nelle interviste espongono le ragioni intime della propria scelta di vita.
Pur senza affondare mai davvero il colpo, Liberi - Duc in altum invita a riflettere sul rapporto complesso tra spiritualità e libertà, suggerendo come liberarsi dal superfluo e dalle pressioni sociali possa favorire una maggiore e migliore consapevolezza di sé.