Russell Crowe nei panni del celebre padre Amorth. Horror a tinte splatter, ricattatorio, mal scritto e sbarazzino. La fedeltà al genere e gli effetti speciali a iosa nascondono una scrittura fragile e troppo libera. Confonde senza convincere
di Davide Maria Zazzini La Rivista del Cinematografo
Un'esorcista in Lambretta (con tanto di scudetto Ferrari sul muso) che scorrazza dal Vaticano alla Spagna, una Congregazione per la Dottrine della Fede che ne chiede la testa perché crede nel Male ma non nel disagio psichico, e un Franco Nero (in principio trascinatore di bare, ora, al crepuscolo della carriera) papa barbuto (?) che gli affida un bambino posseduto dal Male.
È il triangolo tensivo disegnato da Julius Avery (Samaritan) per agghindare la sua macedonia (indigesta, diciamolo subito) di suggestioni storiche (di Storia nel film c'è ben poco, forse niente), leggende, folklori, voli pindarici, stereotipi nazionalpopolari, topoi cinefili per un film che più che nell'horror sguazza giulivo nel bislacco ai confini del no-sense, con tanti saluti alla sospensione dell'incredulità. [...]
di Davide Maria Zazzini, articolo completo (5619 caratteri spazi inclusi) su La Rivista del Cinematografo 17 aprile 2023