
Anno | 2023 |
Genere | Thriller, |
Produzione | USA |
Regia di | Conor Allyn |
Attori | Amber Heard, Eduardo Noriega (II), Lorenzo McGovern Zaini, Luca Calvani, Sophie Amber . |
Uscita | giovedì 14 settembre 2023 |
Distribuzione | RS Productions |
MYmonetro | 1,83 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 8 settembre 2023
Una psichiatra americana è chiamata a risolvere il caso di un bambino disturbato e forse posseduto sul finire del 1800 in Colombia. In Italia al Box Office In the Fire ha incassato nelle prime 3 settimane di programmazione 41,9 mila euro e 702 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO NO
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Grace è una psichiatra americana che giunge in Colombia, nel 1890, in seguito a una richiesta d'aiuto inviatale da una madre in difficoltà nel relazionarsi al figlio. Quando arriva alla tenuta dei Marquez scopre però che la donna è morta, in un incidente di equitazione, e che oltretutto molti ritengono il giovane Martin responsabile, a cominciare da suo padre Nicolas. Un sacerdote gesuita rimpiange che non sia stato un esorcismo e un prete del luogo sostiene che Martin è un figlio del demonio, legandone la presenza a varie sventure locali come l'arrivo di una biblica piaga di locuste. Martin stesso non rende le cose facili, da una parte perché sembra mancare di empatia come un vero sociopatico, e dall'altra perché pare quasi credere alle dicerie che girano sul suo conto: è infatti capace di cose eccezionali, sia per la sua intelligenza, sia perché forse possiede capacità extrasensoriali...
Girato nel bel mezzo dei processi che hanno travolto la carriera di Amber Heard (e Johnny Depp) il film arriva come un tentativo di rilancio per l'attrice: un progetto indipendente, però troppo convenzionale per guadagnarle meriti artistici.
Le riprese di In the Fire hanno avuto luogo in Guatemala e nel Sud Italia - infatti il film ha avuto la sua prima internazionale al Festival di Taormina - e il regista Conor Allyn ha affiancato a Heard un altro volto in cerca di rilancio: Eduardo Noriega, che era stato protagonista dei primi film di Amenábar, come Tesis e Apri gli occhi. Difficilmente però In the Fire sfonderà con il pubblico o critica: se da una parte si apprezza il minutaggio ridotto, una rarità di questi tempi, dall'altra i soli ottanta minuti (più titoli di coda) denunciano subito scarse ambizioni, confermate immediatamente da una ricostruzione del periodo limitata a pochi ambienti e soprattutto da una scrittura e da una regia banali.
Che Grace, interpretata da Heard, debba combattere i pregiudizi sulle donne e in più quelli sulla psichiatria nella Colombia del 1890 appare da una parte del tutto stereotipato e prevedibile, considerato il filone femminista del cinema odierno, e dall'altro assai improbabile. Grace convince il padre di Martin a lasciarla lavorare con il bambino, ma deve fronteggiare i fanatici bigotti, a loro volta maschilisti, che il prete sta radunando: una minaccia evidente che infatti la porta varie volte a rischiare la vita. Solo le capacità di Martin, che a lei finisce per affezionarsi più che altro come sostituto di una figura materna, riusciranno a salvarla. Ne viene una sorta di confuso cortocircuito tra l'idea di donna forte dei nostri tempi e l'archetipo della donzella in pericolo, dove quello che dovrebbe essere drammatico risulta più che altro forzato.
È poi un personaggio ormai ampiamente stereotipato anche il bambino con capacità extrasensoriali e pure pirocinetiche, basti pensare alla Undici di Stranger Things che a sua volta è la figlia di Carrie e di L'incendiaria di Stephen King.
Raccontare dei poteri sovrannaturali come di qualcosa che i bigotti associano al demonio, non ha davvero nulla di nuovo (basti pensare pure a una delle più celebri storie degli X-Men, Dio ama, l'uomo uccide) e spostare la cosa al 1890 e oltretutto in un remoto villaggio del Sud America può essere interessante con un regista visionario (come il Robert Eggers di The Witch), ma se la vicenda viene presa alla lettera risulta solo risaputa e persino scontata. Tanto che sfugge alla fine il senso: per parlare del conflitto tra scienza e religione oggi, serve davvero tornare a due secoli fa e inserire la fantascienza? Più che un coerente progetto artistico sembra un accumulo di elementi di marketing per richiamare pubblici diversi, risultando però in un pasticcio che scontenterà tutti.
dove un bambino con autismo viene ritratto come una persona malvagia perché ha l'autismo e lei "lo cura". una donna bianca sul suo cavallo bianco, che cura l’AUTISMO, ovvero i “demoni”, in Colombia.
Colombia, fine Ottocento. In un villaggio c'è un bambino che fa cose strane. La madre chiama la psichiatra Grace, quando questa arriva (da New York) la madre è morta, forse c'entra il bambino. I villici sostengono sia posseduto dal demonio e nella psichiatria non ripongono alcuna fiducia, in una donna men che meno. Lo spettatore impiega una manciata di minuti a perdere ogni fiducia nel film che riporta [...] Vai alla recensione »
Toh, chi si rivede. Dopo il processo show con l'ex Johnny Depp, Amber Heard torna a recitare in questo thriller che sconfina con il soprannaturale, Fine Ottocento. Una psichiatra americana va in Colombia per esaminare il raso di un bambino che sembra posseduto. Lei sostiene che sia solo disturbato, accendendo il dibattito tra fede e scienza, dove basta poco per aizzare la folla contro.
In the Fire è un thriller soprannaturale in costume presentato lo scorso giugno al Taormina Film Festival. Una psichiatra americana vedova e senza figli (Amber Heard) viene chiamata in una ricca fattoria in Colombia, a risolvere il caso di un bambino disturbato (McGovern Zaini). A contattarla era stata la madre del piccolo preoccupata anche dalle sempre più insistenti accuse da parte del predicatore [...] Vai alla recensione »
Nel tardo Ottocento, Grace è una psichiatra contattata per esaminare un ragazzino che gli abitanti di un villaggio colombiano credono essere posseduto dal demonio: per farlo dovrà scontrarsi con le loro superstizioni, al contempo mettendo in dubbio le proprie stesse certezze scientifiche. Il film è una co-produzione italo-statunitense che sembra un po' Il signor Diavolo di Pupi Avati, un po' Il prodigio [...] Vai alla recensione »