C'è ancora domani |
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Un film di Paola Cortellesi.
Con Paola Cortellesi, Valerio Mastandrea, Romana Maggiora Vergano, Emanuela Fanelli.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 118 min.
- Italia 2023.
- Vision Distribution
uscita giovedì 26 ottobre 2023.
MYMONETRO
C'è ancora domani ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Tanto rumore per nulla: sopravvalutato.
di LizzyFeedback: 5282 | altri commenti e recensioni di Lizzy |
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mercoledì 3 aprile 2024 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Oggi, lo sappiamo tutti ormai, è di moda sdoganare lo sdoganabile.
La classica affermazione "Se in un film non metti 4 o 5 attori di nazionalità molto diverse (es. indiano, giapponese, spagnolo, americano e russo) e non aggiungi qua e la qualche disabile, qualche "freak", qualche persona con tragedie personali, non farai mai successo" è realistica anzichenò.
Figuriamoci in Italia non parlare di violenza sulle donne nel 2024: letteralmente impossibile.
So che posso sembrare in controtendenza, ma questo film a vederlo mi ha lasciata completamente insensibile. Sia al suo "contenuto" sia a sceneggiatura e recitazione stesse.
La storia potrebbe anche starci, sicuramente, ma innanzitutto quel bianco e nero che viene usato suona assolutamente falso.
Inoltre gli attori stessi pare stiano recitando solo per guadagnarsi il compenso.
Mastrandrea che adoro è stralunato, come ha detto qualcuno la "vittima" Cortellesi fa le faccine di ogni tipo e gli altri... beh...sono abbastanza monocordi (tranne forse il becero "nonnino" che fa quel che può).
E come per il bianco e nero qua usato tutta l'ambientazione e le situazioni risultano falsissime.
Non c'è verve, non c'è patos, non c'è trasporto.
La stessa storia del soldato americano che si ostina a voler aiutare la poverella e questa che manco si sforza a farsi tradurre quel che sente da qualcuno...ma andiamo...
Per non parlare della "estrema risoluzione" dove la Cortellesi boicotta i possibili suoceri in maniera "esplosiva": e poi il violento sarebbe il marito?
Ma che, davero davero?
Quindi non solo si cerca di far passare la filosofia del "tutti porci e violenti questi uomini" (tranne il marito della fruttarola che risulta stucchevolmente schiavetto e utile come il due di coppe con briscola a bastoni, con l'incognita dello sfigato ex, fallito e pieno di rimpianti che non sapremo mai dove andrebbe a parare avendo poi la Delia tutta per se...), ma che il "ogni donna è libera di piazzar bombe qua e la se il fine è giusto" dev'essere preso come dogma di fede.
Non vi sembra un qualcosa di sbagliato a priori? Una contraddizione in termini, insomma.
E alla fine come finisce il tutto?
Ma sta "vittima" quindi scappa (ha mollato i soldi alla figlia...) o si limita ad "andare a votare" (vittoria comunque "di Pirro" in quanto sappiamo tutto che il diritto di voto è bello a parole, ma alla luce dei fatti vincerà sempre chi i voti se li compra o chi fa promesse fasulle...)?
Non si capisce.
Solito stupido espediente per lasciar lo spettatore con la domanda, ma che denota, a mio modesto avviso, una reale incapacità degli ideatori della storia di dar un finale come si deve allo spettatore.
Insomma: non è proprio possibile che tutti questi uomini siano lo schifo della natura così come non si può montare un lavoro cinematografico sui soliti triti e ritriti preconcetti misandrici.
Chiude la mia (di molto) pacata recensione la segnalazione della scena forse peggiore di tutto il film: il "ballo delle botte".
Vedere il Mastrandrea picchiare la Cortellesi a tempo di musica con lei che parrebbe (ho detto parrebbe) quantomeno in parte compiaciuta è un vero fallo da espulsione.
Questo falsa tutto il film che risente di tutta l'inesperienza iniziale della Cortellesi che si ostina a dirigere il tutto come se fosse uno dei suoi show televisivi (tempi e facce sono quelli) e che magari pretenderebbe pure di infilarci dentro qualche ballettino "distensivo" per rendere il film gradevole più o meno a tutti.
Io dico che se si voleva evidenziare veramente una "violenza" sulle donne il tutto sarebbe dovuto essere molto più crudo e diretto.
A parte luoghi e personaggi, tutti molto "patinati" per essere un ambiente molto proletario, la sceneggiatura avrebbe dovuto virare sul realismo più estremo per far diventare il film un vero capolavoro.
Che anche le musiche sono completamente sbagliate.
E financo i vestiti, poveri si, ma troppo puliti ed in ordine per il periodo storico e geografico che si volevano raccontare.
E mi fermo qui onde evitare pericolose rappresaglie della solita frangia garantista e femminista.
P.S. Domanda delle cento pistole.
Delia lascia i soldi che sarebbero dovuti servire a comprare un decente vestito da sposa alla figlia proprio alla ragazza con la motivazione di farla andare a scuola.
Ma se Ivano abbiamo visto come si comporta: quanto avrebbe impiegato a prenderseli tutti lui e/o, comunque, ad impedire, anche a bastonate, alla figlia di frequentarla, questa benedetta scuola?
Specie con la madre "eventualmente" assente.
A me questa parte del film risulta un clamoroso errore di sceneggiatura.
Non so voi che ne pensiate...
P.S. 2 Come da titolo: con tutto il trambusto che questa "opera prima" ha scatenato mi sarei aspettato qualcosa di più non tanto dalla Cortellesi (che il massimo in recitazione e genio non è mai stato), ma quanto meno da tutta l'operazione. E invece mi sono ritrovata con un vero pugno di mosche in mano. Mosche femmine....ovviamente!
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