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ATTENZIONE, SPOILER.
Il solito film "ruffiano" che strizza l'occhio a tutti...e a nessuno.
Sto cominciando ad odiare i film senza un vero finale.
Si, perchè anche in "L'Accusa" alla fine della fiera non si capisce dove si vuol andare a parare se non a mettere in piedi il solito dibattitino teatrale giuridico e le varie incongruenze delle persone inserite nella faccenda.
La (presunta) vittima parrebbe, ad una seria analisi, mossa da istinti di vendetta (la madre mollata per la genitrice del suo (presunto) stupratore, una insana voglia di esibizionismo (altre denunce in rete non certificabili) ed una certa sicumera che la spinge a fare le scene madri di fronte a giudici ed avvocati, ma a tirar fuori i dentini (ben aguzzi) di fronte a pubblico e stampa.
E certo la recensione positiva al taxista che l'avrebbe riportata a casa dopo lo stupro non giustifica.
E poi il (fintissimo, come le borse di Gucci vendute per strada dai vucumprà) moralismo della corte: ma come si fa a non saper gestire "le cose del sesso" in questi ultimi anni dove tutti sono al corrente di tutto.
Certe frasi, certi "atteggiamenti" nel mistero dell'alcova (anche dove l'alcova fosse un semplice portone, dei sedili di un'auto, un misero capanno degli attrezzi) sono spesso più normali che non il contrario.
Ci si atteggia, si provoca, si fanno le scenette tipo medico e ammalata, cameriera e padrone, schiavo ed educatrice, poliziotto e vittima...
Tutto lecito, ove "consentito".
E dove inizia il consenso e finisce la sventatezza?
Già i due sono strafatti, e questo non permette una certa "libertà di pensiero" in quei momenti, poi entrambi sicuramente si appartano di comune accordo.
Si, la tipa "pare" uscire scossa (ha pianto?) dal misero rifugio "d'amore", ma c'è anche il discorso della "scommessa" da tenere in considerazione e a volte una donna sa essere vendicativa al massimo (e io ne so qualcosina) anche per solo una frase detta male o, del tutto, non detta.
Perchè ognuno di noi ha la propria sensibilità e se qualcuna, come il comico Lastrico in un suo celebre sketch ben declama, potrebbe urlare in quei momenti "appellami baldraccia e dammi botte", magari un'altra si potrebbe pure innervosire per un semplice "dammela, amore" e via dicendo.
Insomma: non se ne esce. Come spesso accade alle persone che han ben poco da dire alla fine della fiera lo spettatore non sa che pesci pigliare.
Certo, qualche spunto di riflessione dal film si potrebbe prendere: la gogna mediatica subita da entrambi gli "attori" della situazione, la lentezza mortale delle istituzioni, le fesserie messe in campo durante gli interrogatori ("quante volte ti masturbi" mi sembra perfetto per giudicare se una persona sia in cattiva fede o meno... a me mi arresterebbero subito, per esempio...), le ipocrisie delle persone (a cominciare dalla vittima mica tanto innocente di suo, visto che da minore già se ne stava con uno sposato con prole di quasi il doppio dei suoi anni e certo non ci giocava a dama durante i loro numerosi incontri e con l'aggravante dell'abbandono da parte di quest'ultimo: cosa che tranuillamente potrebbe aver favorito un sentimento di vendetta verso il genere maschile, eccetera) e via dicendo.
Ma sono tutte cose "da documentario": non servono per interessare molto lo spettatore che, di solito, da un film cerca divertimento, azione, sentimenti, passioni, intrighi, sotterfugi e altro.
Insomma. per me un film poco papabile, da vedere giusto di scapocchia in un passaggio in tv su una rete minore in un giorno di ordinaria noia come "compagnia" mentre si fa qualcosa.
Mi spiace anche per Charlotte, che adoro, ma che qua certo non ha fornito una fenomenale prestazione, come quasi tutto il cast, in fondo.
Film mediocre. Alla fine dei conti.
E che non solo non porta nulla a nessuno di noi, ma che di per sè non farà altro che riempire la testa di ulteriori dubbi per le personalità più influenzabili.
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