nanobrontolo
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lunedì 27 novembre 2023
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il segreto del suo successo
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È un film che tratta un tema assai significativo in modo elementare, fruibile a tutti! La genialità di Cortellesi sta, non solo nell'aver scelto di parlarne ma di averlo fatto senza confezionare un polpettone dall'effetto quindi divulgativo e, speriamo, educativo. Al termine della proiezione il pubblico ha applaudito!
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simona proietti
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lunedì 27 novembre 2023
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il maschilismo che boccia questo capolavoro
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Sarà che un film femminista come questo, non piace molto al maschilismo italiano, sarà che il patriarcato è duro a morire, ma evidentemente questo film ha suscitato notevoli e contraddittorie recensioni. Un film digitale dal sapore di pellicola, non tanto per il bianco e nero, quanto per le immagini poco definite tipiche appunto della pellicola. Con una recitazione neorealista (si è già detto) e con una sceneggiatura di ferro seguita in maniera scrupolosa, il racconto scorre in maniera davvero gradevole, regalando momento di ilarità misti a commozione. Molto bella la scena surreale (che poco c'entra col neorealismo) in cui la protagonista si incontra col meccanico del paese ed i loro sguardi si accarezzano, come a presagire un futuro amore.
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Sarà che un film femminista come questo, non piace molto al maschilismo italiano, sarà che il patriarcato è duro a morire, ma evidentemente questo film ha suscitato notevoli e contraddittorie recensioni. Un film digitale dal sapore di pellicola, non tanto per il bianco e nero, quanto per le immagini poco definite tipiche appunto della pellicola. Con una recitazione neorealista (si è già detto) e con una sceneggiatura di ferro seguita in maniera scrupolosa, il racconto scorre in maniera davvero gradevole, regalando momento di ilarità misti a commozione. Molto bella la scena surreale (che poco c'entra col neorealismo) in cui la protagonista si incontra col meccanico del paese ed i loro sguardi si accarezzano, come a presagire un futuro amore. La telecamera gira attorno ai due personaggi in ralenty, con la musica che li avvolge. Una pellicola neorealista ma con una finestra aperta sul futuro, con alcuni artifizi, più comuni al cinema 2.0 che la Cortellesi, riesce a fondere perfettamente, probabilmente aiutata da suo marito regista o comunque da una troupe di notevole caratura tecnica. Mastrandrea come al solito è straordinario e riesce meglio ancora della Cortellesi a far rispecchiare quegli ideali cui si poggiava il mondo del dopoguerra, in cui l'uomo era il padrone indiscusso della famiglia ed ogni decisione passava da lui. Unito ad un disperzzo per quella violenza gratuita di certi uomini, si avverte anche un qual senso di nostalgia per quegli anni, in cui i valori c'erano: tutto il contrario di oggi, quando questi ultimi sembrano essere svaniti e risucchiati nei valori dei social, in cui gli stessi genitori affogano impietosamente. Un film per la Repubblica, un film progressista e che ricorda da dove veniamo, in questa società che ci ha travolti senza avvertirci, facendoci restare col cellulare in mano, ma senza più valori, amicizie e solidarietà.
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gabriella
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sabato 25 novembre 2023
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uno sguardo al passato proiettato sul futuro
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Buon esordio per Paola Cortellesi dietro la macchina da presa, la sua è una storia semplice e autentica, nei contrasti del bianco e nero neorealistico, racconta di un'Italia da poco uscita dalla guerra, un paese che si va via via ricostruendo ma che tra le mura domestiche è rimasto immobile e chiuso. Siamo nel 46 a Roma, Delia è la moglie di Ivano ( credo di non avere mai visto Andrea Mastandrea così cattivo), è madre di tre figli, la maggiore, Marcella, fidanzata con Giulio, e due maschi pestiferi , oltre un suocero esigente e odioso, per niente riconoscente che la nuora si occupi anche di lui, oltre gli innumerevoli lavoretti che sbriga tra una corsa e l'altra durante il giorno, che si conclude con le faccende domestiche, e la cena da preparare.
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Buon esordio per Paola Cortellesi dietro la macchina da presa, la sua è una storia semplice e autentica, nei contrasti del bianco e nero neorealistico, racconta di un'Italia da poco uscita dalla guerra, un paese che si va via via ricostruendo ma che tra le mura domestiche è rimasto immobile e chiuso. Siamo nel 46 a Roma, Delia è la moglie di Ivano ( credo di non avere mai visto Andrea Mastandrea così cattivo), è madre di tre figli, la maggiore, Marcella, fidanzata con Giulio, e due maschi pestiferi , oltre un suocero esigente e odioso, per niente riconoscente che la nuora si occupi anche di lui, oltre gli innumerevoli lavoretti che sbriga tra una corsa e l'altra durante il giorno, che si conclude con le faccende domestiche, e la cena da preparare. Una vita dura quella di Delia, un marito manesco, incapace di manifestazioni d'affetto, autoritario e ignorante, ciononostante , pur nella sottomissione, lei trova sempre la forza di sorridere e andare avanti, a ritagliarsi dei brevi momenti di evasione, una sigaretta condivisa con l'amica fruttivendola, un pezzetto di cioccolata con un vecchio spasimante, ma la sua paura più grande è il timore che alla figlia tocchi la medesima triste sorte e purchè cio non accada è disposta a tutto. La Cortellesi è molto brava nel ritratto di questa donna comune, remissiva ma tenace, capace di nascondere le umiliazioni dietro i silenzi, in una danza triste che si ripete troppo spesso. Nasce così in lei un timido senso di indipendenza ( complice una misteriosa lettera che le viene recapitata),che diventerà sempre più consapevole e determinato, la forza di guardarsi dentro, trovare la sua voce e il coraggio di fare le sue scelte senza più piegare il capo o cercare riparo, ma guardare avanti con fierezza e senza più paura. Sicuramente la visione del film ci ricorderà le nostre madri, le nostre nonne, le zie, il loro percorso di vita, sicuramente non facile se si va indietro con gli anni, donne arrendevoli, ma caparbie, senza via d’uscita ma che sanno cantare con la bocca chiusa, donne che hanno fatto la storia e ci costringono a guardarci dentro, adesso, nel nostro presente, perché c’è sempre un nemico da combattere, purtroppo a confermarlo sono le recenti cronache di violenza . E’ un film femminista ma non fazioso, né tantomeno misandrico, la figura maschile non si identifica esclusivamente con Ivano, il marito di Marisa è un uomo buono, così Nino, il vecchio amore di Delia, non c’è accanimento o retorica, c’è invece una giusta e meritata celebrazione a una donna come tante, che sa attendere con speranza, perché alla fine arriva il suo momento , e Delia gli saprà andare incontro, senza esitazioni.
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fabrizio friuli
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sabato 25 novembre 2023
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la dolorosa vita di delia
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In una Roma d' altri tempi, dove vige ( ed ancora oggi sembra esserci ancora ) l' opprimente patriarcato, Delia sopporta passivamente il marito violento e primordiale che non la riverisce ma dice di volerle bene ( in un solo momento della sua vita ) e fa in modo di essere una buona madre per i suoi tre figli : due maschi e una femmina, la maggiore, in procinto di sposare un giovane ragazzo appartenente ad una famiglia di persone arricchite grazie all' apertura di un bar. Tuttavia, quando Delia si rende conto che il ragazzo che aveva il carattere da bravo ragazzo o meglio, l' apparire di un bravo ragazzo, scopre che in realtà il futuro sposo della figlia le impone di truccarsi e di essere bella solamente per lui.
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In una Roma d' altri tempi, dove vige ( ed ancora oggi sembra esserci ancora ) l' opprimente patriarcato, Delia sopporta passivamente il marito violento e primordiale che non la riverisce ma dice di volerle bene ( in un solo momento della sua vita ) e fa in modo di essere una buona madre per i suoi tre figli : due maschi e una femmina, la maggiore, in procinto di sposare un giovane ragazzo appartenente ad una famiglia di persone arricchite grazie all' apertura di un bar. Tuttavia, quando Delia si rende conto che il ragazzo che aveva il carattere da bravo ragazzo o meglio, l' apparire di un bravo ragazzo, scopre che in realtà il futuro sposo della figlia le impone di truccarsi e di essere bella solamente per lui. Assistendo a ciò, Delia impedisce che il matrimonio si debba fare e come lei salva sua figlia dall' infelicità, anche sua figlia salva la madre, facendo in modo che anche Delia possa avvalersi del diritto di votare come le altre donne.
Il lungometraggio italiano che vanta la presenza scenica ed anche la regia di Paola Cortellesi mette in risalto l' esistenza infelice di una donna di nome Delia , moglie maltrattata di un marito irrispettoso che non le permette di vivere, mentre lui essendo un uomo ha il diritto di fare quello che vuole ( giocare a carte con i suoi compari oppure tradirla , anche se ciò non viene mostrato ) quindi, l' attrice e regista " esordiente " ha girato un film rivolto al pubblico femminile ( il che non rappresenta un problema ) dove la violenza viene mascherata da scene impostate come delle esibizioni di danza , tuttavia, il film ha lo scopo di mostrare agli spettatori com' era la vita delle donne ( o della maggior parte ) in quel periodo storico, anche se , in questo periodo attuale, ci sono ancora delle sventurate donne come Delia che hanno mariti o compagni dannosi per la loro salute fisica e mentale , ed oltre allo stile di vita di queste donne, il film mostra anche il rapporto madre e figlia che, in questo film sembra essere a volte complicato, anche perché la figlia non tollera l' atteggiamento passivo di sua madre, che poi svanisce, quando si rende conto che il ragazzo che sua figlia deve sposare è un lupo vestito da agnello ( nel senso che se,brava un bravo ragazzo ma si è comportato da padrone quando ha detto esplicitamente a sua figlia di doversi truccare soltanto per lui ), a quel punto, Delia agisce sabotando il matrimonio e salvando sua figlia da un altro Marito Schiavista che vuole possedere una sposa come una propria creatura. La scena più importante del film è quella dove Delia scopre di aver dimenticato i documenti inerenti alla votazione in casa e vede sua figlia che glieli ha portati affinché anche sua madre progredisca come le altre donne che si mobilitano per contrastare il " padrone ". C'è Ancora Domani è un film girato interamente in bianco e nero , come i film d' epoca italiani ma ci sono momenti nei quali vengono fatte delle battute che consentono alla pellicola stessa di essere più scorrevole, quindi, questo film merita molto, ma è probabile che deve essere visto anche da persone di sesso maschile che non sono all' antica , perché serve una certa sensibilità per riconoscere il valore del film.
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gianni quilici
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venerdì 24 novembre 2023
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un film sincero che colpisce
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Il film di Paola Cortellesi è sincero e colpisce. Alla fine della proiezione in una grande sala cinematografica, quasi piena, è scattato un applauso istintivo e convinto. Un applauso di liberazione dopo l’ansia accumulata.
Anche perché, almeno per me, il finale è stato sorprendente. E questa sorpresa è emozionante, perché riguarda non soltanto la protagonista del film, ma tutte le donne ( o quasi): le donne di ieri, le donne di oggi. Perché la condizione delle donne è cambiata moltissimo dal 1946, l’anno in cui si svolge la storia del film. Ma non tutti gli uomini hanno accettato questo cambiamento. E questo ha prodotto l’orrore dei femminicidi di oggi. Anche per questo il film è così sentito.
La Cortellesi, protagonista anche come attrice, realizza il suo primo lungometraggio come regista. E lo fa architettando un film “neorealista” nella Roma dell’immediato dopoguerra con le camionette americane sentinelle della città, ricostruita in un bianco e nero, curato felicemente da Davide Leone, direttore di fotografia, e con la scelta felice di dialoghi e volti credibili.
E lo fa mescolando nel neorealismo un linguaggio moderno: in una scena di violenza familiare, di violenza cruda, innesta improvvisamente la danza a tempo di musica, in ralenti, con paso doble, che crea una distanza da ciò che è pura, immotivata violenza; oppure alterna, con le composizioni musicali efficaci di Lele Marchitelli, le canzoni di allora di Achille Togliani con quelle di Dalla, Nada e anche innesti internazionali di hip hop e di rock alternativo.
I protagonisti sono : Delia una donna che si potrebbe dire “brava” come moglie, madre, cuoca, come lavoratrice facendo piccoli lavoretti, ma sottomessa a Ivano, il marito, che la riempie di botte e la umilia, appena può. Lei subisce come se fosse uno dei 10 comandamenti, ma ha una sua dignità e bellezza, un amore possibile ma nello stesso tempo, allora, impossibile, nasconde parte dei soldi guadagnati per il futuro della figlia. Ivano è un Valerio Mastandrea bravisimo nel trasformarsi in un omaccione baffuto, fisicamente imponente nella postura, tagliente e aggressivo nella parol, ma, bontà sua, da marito padrone, qualche volta, concessivo.
Come sceneggiatrice la Cortellesi concede “qualcosa” di poco credibile alla storia, ma funzionale ad essa, come per esempio l’attentato alla pasticceria, ma lo fa come se dicesse a noi spettatori “ credici, questo è accaduto, non te lo dimostro, te lo lascio immaginare”. Oppure costruisce nel finale una serie di coincidenze un poco meccaniche per creare quel pathos di tensione, in cui è la donna oppressa questa volta è Lei ad essere vittoriosa.
Il finale è, infatti, un inno a quel momento storico solenne, in cui la donna italiana acquista, per la prima volta il diritto di cittadina di fronte alla legge. Paola Cortellesi ne fa una metafora, che va oltre quel giorno. Da lì inizia il percorso di liberazione della donna, che la Resistenza femminile aveva anticipato e che il titolo, indovinatissimo “C’è ancora domani”, ti avverte, deve ancora continuare.
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venerdì 24 novembre 2023
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info non valide
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Fino a stamattina l orario era 16.45/19.... Non è corretto!!!
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highmax
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martedì 21 novembre 2023
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tutti bravissimi
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Film molto ben fatto, con ottime trovate e soluzioni. Visione certamente consigliata. Una domanda che vorrei fare alla Cortellesi è la seguente: per quale motivo - per la colonna sonora - sono stati mescolati brani d'epoca con altri recenti? Pur trattandosi di pezzi bellissimi, il mix e, in particolare le cansoni recenti, mi sono parsi un pò slegato tra loro e rispetto al fluire delle immagini. Max
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cinzia
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martedì 21 novembre 2023
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brillante commedia amara: da non mancare!
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non faccio #spoiler E’ un bel film. Recitato benissimo da Cortellesi e da tutti gli attori, Emanuela Fanelli su tutti (ma quanto è brava e simpatica e divertente) e girato in maniera fresca, diretta, senza tanti arzigogoli ma efficacemente dalla medesima bravissima Cortellesi. E’ un film molto triste per le situazioni, i fatti, la vita che racconta dove però si ride molto perché va a pescare i lati più ipocriti e retorici e falsi e bigotti della società (del tempo ma che persistono, ancora più sottili e nascosti e feroci) e li evidenzia spietatamente e questo li rende comici, ridicoli, assurdi, appunto divertenti. Delia (Cortellesi) è una giovane donna, precocemente segnata dal tempo e dalla vita difficile degli anni della guerra e del primissimo dopoguerra, madre di due figli e sposata con Ivano (Iva’) manesco nei confronti della moglie, assurdamente orgoglioso e antipatico nei confronti di tutto il mondo esterno, con cui non ha un minimo di empatia.
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non faccio #spoiler E’ un bel film. Recitato benissimo da Cortellesi e da tutti gli attori, Emanuela Fanelli su tutti (ma quanto è brava e simpatica e divertente) e girato in maniera fresca, diretta, senza tanti arzigogoli ma efficacemente dalla medesima bravissima Cortellesi. E’ un film molto triste per le situazioni, i fatti, la vita che racconta dove però si ride molto perché va a pescare i lati più ipocriti e retorici e falsi e bigotti della società (del tempo ma che persistono, ancora più sottili e nascosti e feroci) e li evidenzia spietatamente e questo li rende comici, ridicoli, assurdi, appunto divertenti. Delia (Cortellesi) è una giovane donna, precocemente segnata dal tempo e dalla vita difficile degli anni della guerra e del primissimo dopoguerra, madre di due figli e sposata con Ivano (Iva’) manesco nei confronti della moglie, assurdamente orgoglioso e antipatico nei confronti di tutto il mondo esterno, con cui non ha un minimo di empatia. Delia, invece, è immersa completamente nella realtà famigliare (è solo lei che si occupa dei figli e del suocero) e sociale, ha tutta la sensibilità e l’empatia che manca completamente in Ivano e affronta la vita con coraggio e ironia, oltre che con tanta fatica fisica e mentale; si divide tra casa e lavoro anzi più lavori visto che per portare un po’ di soldi a casa fa di tutto: l’infermiera nelle case dei ricchi, cuce e rammenda per un negozio di merceria, l’artigiana in un laboratorio che fa ombrelli, fa il bucato “grosso” di altre famiglie abbienti. Ha le antenne, Delia, capta ogni cosa, non perde mai il contatto con quello che la circonda, soprattutto con le piccole, grandi cose del quotidiano; sa benissimo cosa deve o non deve fare per evitare le botte del marito, ma molte volte sono inevitabili e lei stessa si espone alla furia di Ivano per proteggere i figli, la figlia soprattutto che ricopre di amore e attenzione visto che sarà presto sposa e se ne andrà di casa e probabilmente le mancherà molto un sostegno e un affetto femminile nella sua casa intrisa di maschilismo e forza bruta. Nella felicità della figlia, felice fidanzata, Delia trova conforto e gioia e rivede sé stessa giovane, innamorata del suo Iva’ ma in questo gioco di specchi ha l’intelligenza di scoprire, con orrore, lo stesso schema ricorrente che le ha rovinato la vita, anche nel gioco ambiguo di seduzione e possesso che si svolge in maniera delicata ma precisa e netta sotto i suoi occhi tra i due ragazzi, la figlia e il fidanzato. Delia ha mille segreti. E’ costretta infatti a tenere nascoste tante piccole belle ( e brutte) cose che succedono per salvarsi, qualche volta, dall’ira del marito; oltre alle botte è questa la tristezza del loro rapporto, questa mancanza di condivisione di pensieri e idee che dovrebbe esserci in una coppia, ma qui non c’è perché la donna non è alla pari del suo uomo in questa relazione: è sempre qualche gradino sotto e quindi deve stare zitta, non può dire la sua opinione, non può raccontare quello che vede, quello che ha fatto. Mai. Questo succede nella povera casa di Delia, ma anche nelle case dei ricchi e dei nobili che lei frequenta per il suo lavoro di accudimento degli anziani e pulizia della casa: dappertutto, nel 1946, appena finita la seconda guerra mondiale, in Italia, la condizione della donna è vergognosa. Non è che sia cambiato molto, da allora, o meglio è cambiato molto esteriormente, esteticamente, ma il patriarcato esiste ancora, si è fatto più subdolo, più sotterraneo, più ambiguo. Nessun datore di lavoro ora direbbe ad una dipendente “ti pago di meno del collega perché lui “è omo” (scena del film divertentissima e amarissima il che la rende molto efficace) ma si trovano mille altre scusa, più raffinate. E nel presente, questa assurda dicotomia tra quello che appare e quello che invece è, strisciante e presente sotto ad una mano di bianco, esplode sempre più spesso in atti di violenza omicida nei confronti della donna che vuole semplicemente pensare con la propria testa. Tutto questo per dire che il film è ambientato 70 anni fa, e questa ambientazione è resa ancora più decisa e forte grazie al bianco e al nero e alle scenografie perfette, ma riflette una condizione attuale e porta a pensare che quello che noi donne abbiamo conquistato, con grande fatica, dobbiamo tenercelo stretto, perché è tanto facile, ritornare indietro e che molto c’è ancora da lavorare, sulla mentalità, sull’educazione, sull’esempio. E’ un film che sta avendo, meritatamente un grande successo, perché è un film a tutto tondo, completo: fa pensare, fa ridere, affronta temi attuali senza essere pedante e lacrimoso, mette in ridicolo, paragona con levità presente e passato, ricchi e poveri, emarginati e gradassi, usa metafore, pesca nel quotidiano e si innalza nel surreale, non pretende troppo e offre generosamente; dialoghi acuminati e dritti al punto, recitazione impeccabile, regia accorta, precisa, sintetica. E poi c’è una storia, più storie, una trama solidissima, un racconto che ha ancora il potere di sorprendere e stupire quando alla fine verrà svelato l’ultimo segreto di De’ (Delia) che noi spettatori ancora non sapevamo o avevamo travisato. Non mancatelo!
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vittorio stano
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lunedì 20 novembre 2023
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intensa bellezza
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Talentuosa, eclettica attrice, Paola Cortellelsi da oltre due decenni arricchisce il panorama televisivo, teatrale e cinematografico. Esilarante nelle imitazioni di personaggi che spaziano dalla politica alla musica; ironica, convincent e ...commovente il monologo sulle donne al Premio Donatello. Con "C'è ancora domani" è anche convincente sceneggiatrice e regista. Paola Cortellesi ha messo in scena un film al femminile di qualità. La sua straordinaria sensibilità di donna impegnata dà un senso profondo a quello che decide di raccontare. Il film riporta, a distanza di 80anni, una storia di ordinaria sopraffazione negli anni del dopoguerra; una storia di fatica, umiliazioni, rinunce, violenza fisica, morale , psicologica e.
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Talentuosa, eclettica attrice, Paola Cortellelsi da oltre due decenni arricchisce il panorama televisivo, teatrale e cinematografico. Esilarante nelle imitazioni di personaggi che spaziano dalla politica alla musica; ironica, convincent e ...commovente il monologo sulle donne al Premio Donatello. Con "C'è ancora domani" è anche convincente sceneggiatrice e regista. Paola Cortellesi ha messo in scena un film al femminile di qualità. La sua straordinaria sensibilità di donna impegnata dà un senso profondo a quello che decide di raccontare. Il film riporta, a distanza di 80anni, una storia di ordinaria sopraffazione negli anni del dopoguerra; una storia di fatica, umiliazioni, rinunce, violenza fisica, morale , psicologica e... di riscatto. I baby boomer ricordano che queste storie sono esistite veramente e che nonne, mamme e sorelle erano oppresse da mariti/padri-padrone; costrette al sacrificio autolesionistico, all'accettazione di una realtà così oppressiva che poteva anche eliminare la speranza di un cambiamento. Ma il cuore delle donne è ben più grande e la speranza diuna svolta nella vita non l'hanno mai persa, anzi l'hanno preparata, almeno per le figlie, redimendole dalla povertà educativa e affettiva tramandate da generazioni vessate a loro volta dal pregiudizio e dall'ignoranza. E' vera la speranza della protagonista. Le donne italiane si recarono alle urne per il referendum nel 1946 più numerose degli uomini e più forte era il loro desiderio di "cambiare la vita". INTENSA BELLEZZA trionfa nella scena finale e il bianco e nero rende più realistica la narrazione: un fiume, una marea di donne si riversa verso i seggi elettorali per dire Sì! alla svolta, al cambiamento. I ricordi di mia madre e delle mie zie di quel giorno, il 2.6.1946, è stato sempre vivo e indelebile nelle loro memorie e lo hanno a più riprese raccontato a figli e nipoti. Per loro fu la luce in fondo al tunnel fatto di sacrifici, sofferenze, silenzi. Bellissimo e significativo è il gesto della figlia che si reca alle urne per dare alla mamma la scheda elettorale che inavvertitamente le era scivolata dalla borsa mentre, di buon mattino, si recava a votare per la prima volta nella sua vita. Gli sguardi intensi tra le due donne sono la prova di una ritrovata empatia e solidarietà femminile. Lo sguardo spento della mamma incontra quello della figlia adolescente, si sorridono condividendo intenti ormai chiari alle due donne: l'abito da sposa non aiutava l'emancipazione. Soltanto l' accesso al mondo del sapere e della conoscenza poteva e può rendere le donne padrone del proprio "destino". Nei decenni successivitanta acqua è passata sotto i ponti di città, paesi e contrade d'Italia e la Cortellesi ci racconta che per le donne l'istruzione è valsa più del mero abito da sposa... L' argomento di lontane radici è sempre attuale: donne serve in casa, sottopagate al lavoro (... se riescono a lavorare!) ma non più chiuse nel dolore e propense a reagire a mariti violenti e ignoranti. Le donne non sono più subalterne come 80anni fa quando il fenomeno era un fatto trasversale, tutt'altro che limitato alle fasce di popolazione meno colta. Le donne italiane si sono emancipate. Oggi spetta all' uomo fare la sua "rivoluzione" e... nel dialogo quotidiano, porsi sulla stessa lunghezza d'onda dell'altra metà del cielo. VITTORIO STANO
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umberto
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lunedì 20 novembre 2023
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meglio di tanti libri e professoroni
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C'È ANCORA DOMANI... Debutto alla regia per Paola Cortellesi e non si può dire che non sia stata una prima col botto, tanto da risultare non solo largamente migliore delle ultime produzioni del marito, ma tra i migliori film italiani degli ultimi dieci anni. Il successo è dovuto soprattutto alle tematiche trattate incentrate sia sui diritti civili che civici e sull'importanza della loro conquista, valore che oggi viene preso con superficialità se non, in alcuni casi, disfrattato o calpestato. Per fare ciò, la Cortellesi racconta una storia ambientata nel maggio del 1946, periodo in cui la società italiana era di stampo patriarcale, e lo fa in modo molto originale mischiando una bella fotografia in bianco e nero con delle musiche moderne e delle scene ironiche che sdrammatizzano e rendono leggeri i momenti più crudi.
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C'È ANCORA DOMANI... Debutto alla regia per Paola Cortellesi e non si può dire che non sia stata una prima col botto, tanto da risultare non solo largamente migliore delle ultime produzioni del marito, ma tra i migliori film italiani degli ultimi dieci anni. Il successo è dovuto soprattutto alle tematiche trattate incentrate sia sui diritti civili che civici e sull'importanza della loro conquista, valore che oggi viene preso con superficialità se non, in alcuni casi, disfrattato o calpestato. Per fare ciò, la Cortellesi racconta una storia ambientata nel maggio del 1946, periodo in cui la società italiana era di stampo patriarcale, e lo fa in modo molto originale mischiando una bella fotografia in bianco e nero con delle musiche moderne e delle scene ironiche che sdrammatizzano e rendono leggeri i momenti più crudi. Ottima anche la sua prova da attrice, coadiuvata da uno strepitoso Valerio Mastandrea. Film che dovrebbero vedere tutti, soprattutto i giovani che oggi difficilmente riescono a capire il valore di diritti la cui conquista sono costati anni e sangue. Mi rammarico solo di non averlo visto nella prima settimana di proiezione perché sicuramente lo avrei apprezzato di più, dato che avrei avuto meno aspettative dovute ai tanti giudizi meritatamente positivi di questi giorni. Ma questa è solo una mia considerazione che non intacca minimamente la valutazione di questo eccellente film. Voto: 9,5
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