Uno strano weekend al mare

Quattro amici scapoli di mezza età decidono di andare a trascorrere un fine settimana al mare per conoscere delle donne visto che con l'altro sesso non sembrano avere grande fortuna. Due di loro confermeranno questa condizione mentre per gli altri due si presenteranno situazioni diverse. Finiranno poi per trovarsi al centro delle attenzioni di una banda di malavitosi specializzati in un traffico particolare.

La recensione di questo film diretto, scritto e interpretato da Alessandro Ingrà deve necessariamente dividersi in due parti. Perché Ingrà si è circondato di attori ed attrici nella quasi totalità abili nel sostenere i loro ruoli, alcuni dei quali sono dei caratteri ed altri invece affrontano un percorso di mutamento.

Sa anche girare e si avvale di una montatrice che conosce il proprio lavoro. Fin qui tutto bene se non fosse che queste professionalità sono al servizio di una sceneggiatura che avrebbe meritato un'accorta revisione.

Perché non basta la naturale simpatia offerta da una recitazione con accenti ed espressioni del dialetto toscano. Voler raccontare la storia di quattro amici in cerca di avventura significa non solo saper loro offrire definizioni di carattere ben precise (questo appunto avviene) ma anche inserirli in una storia che abbia delle connotazioni un po' più definite.

Si inizia infatti con una coppia che è alla ricerca di ovuli da fecondare che una dottoressa si dichiara disposta a procurare (solo alla fine se ne capirà la funzione). Seguono poi alcuni minuti di sketch barzelletta che dovrebbero servire a far ridere (?) e a presentare i personaggi i quali vengono poi spediti al mare dove incontrano donne da abbordare.

Ci si sente però in dovere di inserire elementi come la droga da stupro ed altre vicende che fanno sì che lo spettatore non sappia più se si trova davanti a una commedia (a tratti anche con venature sentimentali) o a un film di denuncia con tentativi di thriller in cui però inserire due improbabili agenti di polizia locale che sembrano prelevati da una casa di riposo per anziani riconducendo il tutto alla barzelletta. Strano va bene ma senza esagerare. 