Titolo originale | Jeong-sun |
Anno | 2022 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Corea del sud |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Jihye Jeong |
Attori | Geum-Soon Kim, Geumseona Yoon . |
MYmonetro |
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Ultimo aggiornamento giovedì 22 settembre 2022
Una riflessione sulla fragilità delle vittime di fronte al potere distruttivo della cyber-violenza. Il film è stato premiato a Roma Film Festival,
CONSIGLIATO N.D.
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I crimini sessuali digitali sono in crescente aumento in Corea del Sud, dove le vittime affrontano innumerevoli difficoltà nel perseguire azioni legali a causa della disparità di genere e di un’inadeguata risposta al problema da parte del governo. Nell’affrontare questa problematica, divenuta di scottante attualità, la giovane regista Jeong Ji-hye, al suo primo lungometraggio, racconta la storia di un’operaia di mezz’età che, per cultura e inesperienza, si muove incerta nell’universo digitale, vittima silenziosa di soprusi e prevaricazioni all’interno della fabbrica in cui lavora.
Maschilismo. Lavoro. Rete e porno privato. Body Shaming. Ma soprattutto, si direbbe, Age Shaming. È infatti l'età il peccato originale, l'infrazione più grave che la società stigmatizza nell'apprezzabile Jeong-sun passato in concorso alla Festa del Cinema di Roma 2022.Per il suo esordio al lungometraggio la filmmaker sudcoreana Jeong Ji-hye ha scelto di concentrarsi su una delle derive più attuali [...] Vai alla recensione »
Jeong-sun (Kim Kum-soon) è una donna di mezza età che lavora in una fabbrica. Attacca quando fuori è ancora buio, ad accompagnarla ogni giorno è la figlia (Yun Seon-a), prossima al matrimonio, perché lei non ha la patente. Di buon umore e umile estrazione, Jeong-sun finisce per instaurare una relazione con un nuovo collega, il coetaneo Yeong-su (Cho Hyeon-woo).
I discorsi critici sul cinema coreano presentano generalmente una miopia diffusa, nei modi in cui sintetizzano lo scheletro intero della cinematografia nelle sue sole configurazioni industriali, senza considerare il resto. Tutto ciò che si situa al di là di quel confine di genere che ha permesso all'industria locale di conquistare fette di pubblico sempre più trasversali e cosmopolite, non sempre è [...] Vai alla recensione »