Anno | 2022 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia, Belgio |
Durata | 117 minuti |
Regia di | Francesco Lagi |
Attori | Lino Musella, Giorgio Tirabassi, Alessandro Gassmann, Valerio Mastandrea, Viviana Cangiano Giovanni Ludeno, Vincenzo Nemolato, Daria Deflorian, Emilio De Marchi, Marco Sincini, Martinus Tocchi. |
Uscita | giovedì 18 agosto 2022 |
Tag | Da vedere 2022 |
Distribuzione | 01 Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,19 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 13 marzo 2023
Un uomo si ritrova ad essere il signore di un feudo in rovina. Insieme a un gruppo di compagni poco convinti dovrà rivalutare le proprie terre. Il film ha ottenuto 2 candidature ai Nastri d'Argento, 2 candidature e vinto un premio ai David di Donatello, In Italia al Box Office Il pataffio ha incassato 131 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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La carovana del Marconte Berlocchio, fresco di nozze con la donna Bernarda attraverso la cui famiglia ha avuto il suo titolo, si presenta al nuovo feudo di cui sarà signore, trovandolo però in rovina. Né autorità né rappresentanti regi ad attenderlo: solo una banda di paesani affamati che usano il castello per pascolare gli animali e tirano a campare come possono. Assieme al fido consigliere Belcapo, al frate cappuccio e a un manipolo di soldati ben poco convinti, Berlocchio cercherà di trasformarsi nel nobile che non è mai stato.
Sembra un film d'altri tempi, Il Pataffio, non soltanto per il salto all'indietro nell'adattare l'omonimo romanzo di Malerba, e in quello ancora più a ritroso che porta il regista Francesco Lagi a raccontare di un medioevo straccione e paesano, che unisce nella miseria il nobile e il contadino.
Ancor di più, il legame col passato sembra di natura spirituale, un'eco di cinema italiano proveniente da decenni addietro e fatto di commedia esistenziale che non ha paura di spaziare e osare nelle ambientazioni. Il riferimento inevitabile è L'armata brancaleone di Monicelli, con le sue figure tra il grottesco e il pittoresco, e la comicità applicata agli stereotipi dell'epoca. Altri tempi, come si diceva, e quindi altro cinema. Ma nel suo piccolo Lagi trova la formula giusta: qualcosa di diverso da ogni altro titolo nel panorama italiano di oggi, orgogliosamente autentico e soprattutto senza accontentarsi della pur riuscita parte di commedia. C'è infatti uno sviluppo non scontato che accompagna i personaggi verso la conclusione inevitabile di una parabola amara, cementando nella memoria l'impatto del film ben oltre le risate. Prima, però, ci si diverte grazie a un cast di attori scelti tra i migliori caratteristi del panorama attuale, come Tirabassi, Mastandrea, un Alessandro Gassman completamente fuori dalle righe nel ruolo del frate, e soprattutto una meritata opportunità da protagonista per il bravissimo Lino Musella. Il suo Marconte dalle origini umili e dalle recenti velleità altolocate è il terminale ultimo dei paradossi comici del film, che come la ricchezza in una piramide feudale scorrono verso l'alto e fanno da motore alle sue reazioni, ora esilaranti e ora strazianti. Tutto il gruppo è comunque eccellente nel dar vita al maccheronico ibrido linguistico (tra il latino e il volgare) che i dialoghi di Lagi ereditano da Malerba, riuscendo a renderlo perfetto anche sullo schermo. Tra uno squillo di tromba ("si dia!"), assedi fallimentari alle mura di un castello e lussuria praticata nel rispetto del sacro, si parla soprattutto di fame e di arrangiarsi, in un piccolo e illuminante trattato politico che trova a un estremo il Mastandrea leader populista dei villani come lui, e all'altro le stringenti politiche del potere che senza consenso perdono mordente.
II PATAFFIO un film di Francesco Lagi IT. 2022 Il racconto è tratto dal libro di Luigi Malerba che appunto narra di una storia fantastica e grottesca, a tratti favolistica , ambientata nel Medioevo dei cavalieri dell’arme e amori in una Italia stracciona e povera dei borghi con una popolazione contadina alla fame e i signori feudatari e dei castelli ricchi e e ben [...] Vai alla recensione »
Che peccato, un film con tanti ottimi attori, ma che scade con una sceneggiatura sufficiente e un finale senza senso. Paragone con L'armata Brancaleone fuori luogo. Regista e attori hanno perso un gran bella occasione
Un tentativo lodevole di rifare un certo cinema che non si fa più. Un discreto sforzo produttivo, attori in palla e una troupe all'altezza. Ma purtroppo la sceneggiatura è fiacca e sembra avanzare stancamente. Soprattutto, una regia corretta ma senza personalità, senza la creatività necessaria per un film di questo tipo.
Sono tornato per la prima volta al cinema dopo la pandemia e - ingannato dalle valutazioni positive - ho scelto questo Il Paraffio. Purtroppo. In questo film non si ride, non si sorride e non si piange, in compenso si guarda spesso l’orologio. I personaggi alternano meschinità e atteggiamenti grotteschi senza che lo spettatore (o almeno, questo spettatore) riesca a farsene una ragione; i due vagamente [...] Vai alla recensione »
Film con ottimi attori, ma con una sceneggiatura sciapa e indolente, priva di alcun senso, non riesce ad arrivare alla sufficienza. Perso una occasione per ritrovare la comicità e il verve dell'armata Brancaleone.
Credevo che i Cassamortari fosse il peggior film degli ultimi mesi....invece no! È questo! Nonostante il cast si tutto rispetto e la recitazione sicuramente di buon livello di alcuni attori, il film è deludente per la trama per la volgarità di cui è infarcito e per l'assenza di situazioni comiche. A metà del film (nel momento in cui il protagonista si esibitto in alcuni peti sono uscito .
Mi dispiace per lo sforzo ma non ho mai riso, ne pianto. Bella la fotografia.
Posso dire di non aver capito il senso, dalla presentazione pensavo fosse un fil comico, ma non lo è e in quanto fil drammatico non ha nessun patos. Un problema di scrittura di reggia o di montaggio? Sicuramente emerge il bel lavoro delle maestranze ma molte volte non se ne sente la cura e la continuità.
Dissento da qiualunque commento negativo e passo a dire subito la mia onde suggellare, con le mie parole, l'apprezzamento immediato fin dai primi fotogrammi di questa opera ispirata che (e finalmente, direi!) ci riporta al "bel cinema che fu". Sebbene sia inevitabile l'accostamento a quel di Brancaleoniana memoria, complice il rampollo di Brancaleone da Norcia medesimo, io propendo [...] Vai alla recensione »
Il Pataffio è un film molto originale, forse unico tra i film italiani.Si muove tra registri diversi: comico ,drammatico, sociale ma racconta anche degli aspetti più profondi dell’umano. Il richiamo è al cinema di una volta, ma io rivedo più Pasolini che Monicelli…Nessuno sembra salvarsi, in un vortice che prima fa sorridere e poi ti spiazza, ti sorprende.
Parte ricordando l'Armata monicelliana, ma presto vira su "brutti sporchi e cattivi" o "il Nome della Rosa". Frate Cappuccio per come si muove e parla ricorda fra' Remigio"; Migone ( Mastrandrea) ricorda Bertoldo.Se ci si aspetta di ridere soltanto si resta delusi: non che le battute e sutuazioni che strappano il riso manchino, anzi, ma è la sceneggiatura e poi [...] Vai alla recensione »
Un film davvero insolito, ambientato nel passato ma che parla al nostro presente ( purtroppo) Recitato in maniera incredibile, ci sono dentro momenti di rara poesia. Non è esattamente una commedia, diventa qualcos'altro. Ti spiazza. Si trasforma, ma non perde la sua atrmosfera. Alla fine ti commuove ma ti fa anche sorridere.
Con il termine pataffio si intende la dicitura antica e ormai desueta di epitaffio, ovvero quell'iscrizione che è possibile trovare talvolta sulle tombe dei defunti, e che in qualche modo riassume il senso di un' esistenza, una sorta di motto post mortem. E in effetti Il pataffio ( che contiene in sé anche un'accezione grottesca e sardonica), il nuovo film di Francesco Lagi ispirato all'omonimo romanzo [...] Vai alla recensione »
Una parabola politica che scopre le carte poco alla volta, Un ritorno a quel Medioevo immaginario che il cinema italiano ha cucinato in tutte le salse. Un omaggio a "LiArmata Brancaleone" di Monicelli e al suo fantastico proto-volgare che però rivela ben presto una falsa pista (sotto il comico qui spunta il tragico e anche un pizzico d'assurdo). In breve un film che scarta e cambia pelle di continuo, [...] Vai alla recensione »
Tortuose le strade del cinema italiano, con le sue derive storicistiche che reinventano il tempo in un dialogo vernacolare tra passato e presente, dove l'oggi, con tutte le sue contraddizioni, si riflette nelle miserie di ieri. Prendete Il pataffio di Francesco Lagi, in competizione a Locarno 75, che riattiva tutto un flusso di affluenti nella grande corrente (neo)realistica, in cui il romanzo di Luigi [...] Vai alla recensione »
In un Medioevo disastrato, un manipolo di spiantati insegue il sogno della felicità. Ma di felicità si può anche morire. Il film fa il verso a L'armata Brancaleone, ma il divario è incolmabile. Un capolavoro e... omissis. Tra Vittorio Gassman e Alessandro Gassmann non c'è partita, come per sceneggia- tura, comicità e linguaggio. Il pataffio è regolarmente sconfitto.
Da quanto tempo non si vedeva nel cinema italiano un Medioevo così sudicio e cencioso? Non vale rispondere, con poca fantasia, da L'armata Brancaleone, certo presupposto (nella fantasiosa koinè linguistica di latino e volgare, ma anche nella presenza di Alessandro Gassmann fratacchione ribaldo), però non così fondante. Semmai, restando a Monicelli, è più appropriato il successivo Bertoldo Bertoldino [...] Vai alla recensione »
È possibile attraverso la messa in scena di un'epoca lontana e poco ricostruita, come il Medioevo, riuscire a creare una sorta di racconto allegorico in cui il presente storico è spesso al centro della discussione? Se è vero che la Storia non è altro che una serie di corsi e ricorsi, la risposta non può essere altro che positiva. Sarà per questo che letteratura e cinema ancora una volta si sono incontrati [...] Vai alla recensione »
Uno stanco, piccolo drappello di soldati in armatura avanza in una spianata arsa dal sole. Scortano il marconte Berlocchio (Lino Musella) e la sua corpulenta nuova sposa, la marcontessa Bernarda (Viviana Cangiano), diretti a prendere possesso del feudo di Tripalle. Si tratta di una elargizione del padre di lei, il re di Montecacchione, quale sospetta dote nuziale.
C'è un libro al centro de Il pataffio. Si tratta dell'omonimo romanzo di Luigi Malerba edito nel 1978. Una storia ambientata in un imprecisato Medioevo, con al centro il Marconte Berlocchio, fresco di matrimonio con la rubiconda Bernarda, che gli ha portato in dote un feudo sperduto e malmesso, abitato da da un nugolo di villani affamati che il Marconte, insieme al suo seguito di sgangherati soldati [...] Vai alla recensione »
È facile - e anche un po' pigro - leggere Il Pataffio (in concorso al 75° Locarno Film Festival) pensando a L'armata Brancaleone, ma, al di là del contesto storico, dell'idioma ibrido e dell'umanità cialtrona, il terzo film di Francesco Lagi non ha molto a che fare con il classico di Mario Monicelli, se non altro perché manca il ripensamento figurativo e concettuale di un mondo attraverso la creatività [...] Vai alla recensione »