| Anno | 2021 |
| Genere | Documentario, |
| Produzione | Italia, Colombia |
| Durata | 80 minuti |
| Regia di | Flavia Montini |
| Tag | Da vedere 2021 |
| Distribuzione | Cinecittà Luce |
| MYmonetro | 3,67 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento domenica 12 giugno 2022
Un ragazzo decide di tornare nel suo paese d'origine e affrontare il passato. In Italia al Box Office Los Zuluagas ha incassato nelle prime 2 settimane di programmazione 3,3 mila euro e 2,7 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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Juan Camilo Zuluaga Tordecilla torna in Colombia dopo 25 anni assieme alla sorella Ana Maria e al figlio Esteban; aveva dovuto abbandonare il suo paese nel 1994 all'età di 10 anni assieme al Bernardo Gutiérrez, comandante dell'Ejército Popular de Liberación dal 1987 al 1991, la nuova compagna e il resto della famiglia. Lì si immerge nell'archivio di famiglia, rivede i luoghi della propria infanzia e attraverso gli scritti sui diari e le foto riemerge il grande dolore che l'ha segnato per sempre, quello della scomparsa della madre, anche lei guerrigliera, rapita a Bogotà da quattro uomini in abiti civili il 25 aprile del 1989 quando Camilo aveva appena cinque anni.
Oltre alla ricostruzione di frammenti di una memoria intima, Los Zuluagas, premio "Gli imperdibili" del concorso italiano al Festival dei Popoli e Premio Valentina Pedicini ai Nastri d'argento del documentario, lavora essenzialmente sul desiderio di un dialogo impossibile.
C'è innanzitutto il dialogo impossibile tra Camilo e il padre, una figura ingombrante che 'non smetteva di essere il comandante anche in famiglia' e con cui ha avuto un rapporto conflittuale soprattutto durante l'adolescenza trascorsa in Italia. E poi emerge quello con la madre, un fantasma del passato che prende forma soprattutto attraverso i filmati amatoriali e le fotografie. Nei video si alternano la sfera privata della sua famiglia e le immagini di militanza politica e guerriglia in Colombia. Sono tutti girati da Bernardo, già convinto che quelle immagini erano una testimonianza della storia della sua famiglia e di quella del suo paese proprio perché "era convinto di vivere qualcosa di importante".
Flavia Montini, al primo lungometraggio dopo essere stata aiuto regista, tra gli altri, di 87 ore di Costanza Quatriglio, si è affidata completamente alla storia di Camilo (che ha collaborato anche al soggetto e alla sceneggiatura) e ha seguito il flusso disordinato e contagioso dei suoi ricordi e delle sue emozioni. Il suo sguardo è al tempo stesso discreto e nascosto oppure potrebbe anche essere un familiare stretto che sta riprendendo questo viaggio con la telecamera a cominciare dalla partenza in aeroporto.
Attraverso il cinema, cerca di mostrare l'assenza e la distanza. Lo fa attraverso un film istintivo, dove tutti i materiali contribuiscono a costruire questo puzzle privato nel corso del tempo, dalla seconda metà degli anni '80 al 2008, a cominciare dai 66 nastri Video8 e Hi8, fino all'autobiografia di Gutiérrez poi pubblicata nel 2021 con il titolo "Senza perdere la speranza. Memorie di una vita" guerrigliera edito da Nova Delhi Libri.
Los Zuluagas è un documentario che sa mettersi in gioco e che racconta la delusione, la speranza, la rabbia, l'isolamento, la voglia di ricominciare e, insieme, la necessità di non dimenticare nulla. È una voce che arriva diretta nel continuo tentativo del protagonista di riconciliazione con la propria storia familiare, nella bella intuizione di Camilo che guarda i video in cui il padre parla e sembra un dialogo in chat tra loro due e in un'inquadratura finale emozionante, che lascia una traccia molto forte e dove, forse, la memoria personale ritrova, anche solo per un attimo, luce e nitidezza.
Figlio di un comandante dell'Esercito popolare e di una guerrigliera desaparecida, Juan Camilo torna a Medellín per ritrovare la parte di sé che «s'è interrotta» quand'era bambino: prova a capire ex post l'uomo autoritario che alla domanda «come stai?» rispondeva, ogni volta, «en la lucha, hermano»; tenta di riattaccare la carne e le ossa al fantasma di sua madre.
Ci sono alcune informazioni fondamentali contenute nei cartelli finali del film che ci aiutano a capire meglio il retroterra di questo bel documentario di Flavia Montini, Los Zuluagas, che un po' cripticamente (almeno per me), null'altro significa che "La famiglia degli Zuluaga" e che, presentato in anteprima al Festival dei Popoli del 2021, ora approda nelle sale grazie all'Istituto Luce.
"Quali sono le parole per raccontare l'assenza o la distanza?" chiede, aprendo il film, la voce fuoricampo del protagonista Juan Camilo Zuluega Tordecilla. Figlio di Bernardo Gutierrez Zuluaga, comandante rivoluzionario colombiano, Camilo è oggi un uomo e un padre che va verso i 40, ma era un bimbo di 5 anni quando la madre, Amparo Del Carmen Tordecilla, guerrigliera anch'essa, viene rapita, in pieno [...] Vai alla recensione »