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Poppy Field, omofobia e contraddizioni incarnate nel personaggio di un poliziotto gay

La storia di un giovane poliziotto obbligato a reprimere la propria natura. In concorso al 38TFF.
di Emanuele Sacchi

giovedì 26 novembre 2020 - Recensioni

Cristi, rumeno, e Hadi, francese, sono amanti clandestini, coinvolti in una relazione a distanza: Cristi è infatti un poliziotto e in Romania un coming out nelle forze dell'ordine non sembra una buona idea. Quando Hadi va a trovare Cristi, questi ha una nottata di lavoro intensa, che lo vede intento a sedare lo scontro tra manifestanti cristiani ortodossi e gli spettatori di un film LGBT, dopo che i primi hanno interrotto la regolare proiezione dello spettacolo. Ma tra gli spettatori qualcuno è una vecchia conoscenza di Cristi e lo riconosce.

Negli anni di spaccati sulla corruzione morale o fisica della società rumena o sui rapporti di forza che la regolano ne abbiamo visti molti, specie grazie alla straordinaria ondata di autori che ha impreziosito il terzo millennio. Due di questi - Radu Jude e Corneliu Porumboiu - si sono spesso affidati ai servigi di Marius Panduru, direttore della fotografia straordinario, che impreziosisce con il suo contributo il debutto nel lungometraggio di Eugen Jebeleanu.

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