
Anno | 2020 |
Genere | Documentario |
Regia di | Matteo Parisini |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 17 agosto 2020
La storia di otto ragazze nate in paesi stranieri ma residenti ora in Italia.
CONSIGLIATO SÌ
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Alessia, Ana Laura, Anna, Ihsane, Insaf, Marya, Rabia e Sabrine (in ordine alfabetico) sono otto ragazze nate da genitori stranieri. Tra di loro, residenti in diverse città italiane da nord a sud, c'è chi è nata in Italia e chi vi è giunta in tenera età o un po' più grande. Nessuna di loro ha ancora ottenuto la cittadinanza.
Questo è un documentario che, almeno per i primi 15 minuti, andrebbe seguito ad occhi chiusi. Questo non perché la fotografia sia di scarsa qualità o le immagini siano sgradevoli. Tutt'altro.
Andrebbe seguito così perché anche il più convinto assertore dello 'stiano a casa loro' non potrebbe negare che una è napoletana mentre l'altra è triestina. Proprio coloro che difendono (anche con motivazioni valide) l'importanza degli accenti e dei dialetti si troverebbero almeno a porsi una domanda quando, una volta aperti gli occhi, il colore delle pelle direbbe loro qualcosa di diverso rispetto a quanto l'udito aveva fatto percepire. Perché queste ragazze, senza alcuna forma di "captatio benevolentiae", senza nessuna volontà di suscitare pietismo o tolleranza speciosa ci fanno comprendere che sono 'italiane'. Ci dicono, con le loro vite con i loro studi o attività sportive che come canta Ghali "Quando mi dicon 'Vai a casa' rispondo 'Sono già qua'". “Il nostro paese” è un' affermazione che hanno fatto propria provenendo non solo dalla tanto facilmente attaccabile Africa con i barconi ma da Russia, Brasile, Pakistan, India. In tempi di corona virus è facile (e in parte anche comprensibile) cavalcare il tema dello stop allo straniero. Resta però privo di motivazioni, che non siano esclusivamente dettate da un rifiuto a priori dell'utilizzo della facoltà umana del discernimento, il negare a queste otto ragazze (e a tante altre come loro) il diritto alla cittadinanza. Non si tratta di fare generalizzazioni aprioristiche per cui tutti debbano accedervi di diritto ma neppure di negarlo a chi di fatto è e si sente italiano. Questo documentario, senza proclami e senza posizioni ideologicamente preconcette (né in un senso né nell'altro) ci invita ad esercitare la facoltà di cui sopra e ad invitare chi ci rappresenta politicamente a farlo a sua volta.