eugen
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giovedì 21 luglio 2022
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les beaux temps d''antan
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"La belle E'poque"(Nicolas Bedos, anche autore di soeggetto e screenplay, 2019): nulla a che vedere con i decenni artisticamente e letterariamente definti come tale, ma il"beau temps"di Victor, creatore di fumetti in crisi esistenziale e creativa, cui viene data l'opportunita'di rivedersi ai tempi dei suoi fasti personali, maggio 1974, quando l'epoca risentiva ancora un po'del "Mai '68"parigino, meticciato con abiutidni "hippie-yankee". Ritrova l'amore con quella che sarebbe diventata sua moglie e lo zenith del suo fulgore creativo, allo stesso tempo, Non esente da una punta di romaniticismo(anche se tale definizione rischia sempre di essere, "fatalmente", generica, il film trova in Daniel AUreuil un interprete perfetto, con Fanny Ardant quale sua"partner matura", nel ruolo della moglie, il suo"doppio naturale", dove lDoria Tilliier, l'attrice che interpreta la moglie, da giovane, assolve benissimo il suo ruolo e Pierre Arditi e¿in qualche modo , a sua volta, un altro"double", una rappresentazione "altra"di se' e del"Se'".
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"La belle E'poque"(Nicolas Bedos, anche autore di soeggetto e screenplay, 2019): nulla a che vedere con i decenni artisticamente e letterariamente definti come tale, ma il"beau temps"di Victor, creatore di fumetti in crisi esistenziale e creativa, cui viene data l'opportunita'di rivedersi ai tempi dei suoi fasti personali, maggio 1974, quando l'epoca risentiva ancora un po'del "Mai '68"parigino, meticciato con abiutidni "hippie-yankee". Ritrova l'amore con quella che sarebbe diventata sua moglie e lo zenith del suo fulgore creativo, allo stesso tempo, Non esente da una punta di romaniticismo(anche se tale definizione rischia sempre di essere, "fatalmente", generica, il film trova in Daniel AUreuil un interprete perfetto, con Fanny Ardant quale sua"partner matura", nel ruolo della moglie, il suo"doppio naturale", dove lDoria Tilliier, l'attrice che interpreta la moglie, da giovane, assolve benissimo il suo ruolo e Pierre Arditi e¿in qualche modo , a sua volta, un altro"double", una rappresentazione "altra"di se' e del"Se'"... Ricsotruzione ambientale perfetta, che pero'evita/byoassa cinoketanebte il rischio di reduplicare semplicamente il tempo, il beau temps, "raddoppiangolo"-riproducendolo. Le musiche, quasi tutte di Bedos e di Anne-Sophie Versnaeyen, a parte qualche utilizzo del rock american style, ci propoongono una dimnensione altra e nuova anche rispetto al repertoro,l pur grandisismo, della classica chanson francaise, da Be?caud ad Aznavour, da Ferre'a Brel e Brassnes, per fare solo i nomi deglii chansonniers piu'noti e"topici". Decisamente un film recentisssimo che ripropone la capacita'del cinema francese di rinnovarsi rimanendo fedele a se'stesso. El Gato
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enzo70
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lunedì 29 marzo 2021
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un film di nostalgica speranza
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Il cinema francese esprime la sua eccellenza nel dipingere le sfumature. E questo bel film di Nicolas Bedos è, appunto, un festival di colori, di emozioni, di ricordi sempre in bilico tra i rimpianti e le attese per il futuro. Perché se il matrimonio tra un uomo ed una donna in età avanzata sembra essere inesorabilmente destinato a finire, il ricordo delle emozioni delle prime volte può soccorrere e cambiare le cose in corsa. Victor, disegnatore di fumetti e tradito dalla moglie ha difficoltà ad adattarsi al presente, al digitale e cerca in una strana agenzia che consente di rivivere il passato con attori veri e propri di ritrovare la felicità perduta.
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Il cinema francese esprime la sua eccellenza nel dipingere le sfumature. E questo bel film di Nicolas Bedos è, appunto, un festival di colori, di emozioni, di ricordi sempre in bilico tra i rimpianti e le attese per il futuro. Perché se il matrimonio tra un uomo ed una donna in età avanzata sembra essere inesorabilmente destinato a finire, il ricordo delle emozioni delle prime volte può soccorrere e cambiare le cose in corsa. Victor, disegnatore di fumetti e tradito dalla moglie ha difficoltà ad adattarsi al presente, al digitale e cerca in una strana agenzia che consente di rivivere il passato con attori veri e propri di ritrovare la felicità perduta. Ma lungo il percorso di questa insolita esperienza le cose si dipanano e Marianne, la moglie perennemente insoddisfatta, rincrocia la strada del marito. Daniel Auteil è al solito un interprete perfetto e la parte è perfetta per il grande attore francese. Ma tutto il cast è magistrale nel regalare allo spettatore un paio di ore di nostalgica spensieratezza.
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mercoledì 17 febbraio 2021
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finalmente
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Analisi precisa, perfetta identificazione dei momenti topici dell'azione e del senso della storia. Costruzione esatta del significato estetico e morale del film. Forse ci voleva una parola in più sulla funzione dell'arte del disegno. Bravissima!
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nicoladimi
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venerdì 11 settembre 2020
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il passato a fumetti
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Simpatico film “Francese” la protagonista è interessante che sicuramente è una promessa ma bravi anche un po’ tutti gli attori. La trama, da classica commedia francese è esile e sfuggevole ma tiene e ci porta nei nostri ricordi a riflettere dei nostri tempi col senno di poi.
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eugenio
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giovedì 30 aprile 2020
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realtà e finzione sulla strada della saudade
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Sprizza saudade e tanta resilienza al tempo che passa, il film di Nicolas Bedos, vincitore della miglior sceneggiatura originale ai Cesar del 2020 (e anche della miglior scenografia), un film che guarda nostalgicamente al passato per proiettarsi con delicatezza verso il futuro.
Protagonisti due coppie, la prima di sessantenni: lui, Victor (Daniel Auteuil) disegnatore disoccupato, pervicacemente intrappolato in un passato “analogico”, fatto di un mondo di carta e pennelli che non esiste quasi più; lei, Marianne (Fanny Ardant), psicoanalista, cinica, acida e dispotica che lo molla senza pietà ricercando nel miglior amico di Victor, lo stimolo sessuale a una relazione in declino.
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Sprizza saudade e tanta resilienza al tempo che passa, il film di Nicolas Bedos, vincitore della miglior sceneggiatura originale ai Cesar del 2020 (e anche della miglior scenografia), un film che guarda nostalgicamente al passato per proiettarsi con delicatezza verso il futuro.
Protagonisti due coppie, la prima di sessantenni: lui, Victor (Daniel Auteuil) disegnatore disoccupato, pervicacemente intrappolato in un passato “analogico”, fatto di un mondo di carta e pennelli che non esiste quasi più; lei, Marianne (Fanny Ardant), psicoanalista, cinica, acida e dispotica che lo molla senza pietà ricercando nel miglior amico di Victor, lo stimolo sessuale a una relazione in declino. Eppure Victor e Marianne si sono voluti bene e tanto. Si conobbero in una “rocambolesca” giornata del 1974, il sedici maggio, a partire dal quale niente sarebbe più rimasto come prima.
La seconda coppia più giovane, una quarantina d’anni o poco più: lui, Antoine (Guillame Canet), gestore di una società particolare capace di far rivivere, previa una spesa non propriamente modica, la “scena” che il cliente desidera, in qualunque periodo storico essa sia ambientata. Lo scopo? Recuperare appunto quel lacerto di nostalgia, placebo perduta, che permetta di rievocare l’amore di una vita. Lei, Margot (Doria Tiller), isterica attrice da Antoine bramata, che non sopporta il suo “capo” nei deliri di sceneggiature folli da “Deus ex machina”, salvo finire immancabilmente nel suo letto.
Victor paga e anche salatamente i suoi ultimi risparmi per recuperare appunto quella scintilla di vita del 16 maggio 1974. Incarica quest’agenzia, fornisce loro i bozzetti del bar dove conobbe la sua amata Marianne, ne condivide con loro i ricordi affinchè tutto sia realizzato al meglio.
Il resto è pura scena in cui lo stesso Victor si illude di vivere, finendo, come ogni commedia che si rispetti, di innamorarsi dell’attrice che impersona la donna amata. Ovvero di un fantasma, di un passato a cui tende in maniera quasi maniacale. Come Antoine del resto, coinvolto anche lui in una passione che sfocerà presto in un dramma di gelosia.
La belle epoque, dal sapore vagamente retrò, è l’idillio leopardiano in cui tutto nasce. Un idillio fittizio, specchiato in un’innovazione che Nicolas Bedos, artista poliedrico e narcisista (oltre che autore teatrale e opinionista) non vede di buon occhio e che tende a rinnegare come uno dei suoi alter-ego, Victor, stanziato dietro il muro del conservatorismo analogico oltre il quale vi è il digital-mondo fatto di nulla, anche di sesso senza amore, a cui tende la consorte. Ovvero la morte dell’amore, diventato quotidianità distante e ricerca “del proibito”, del nuovo che si fa strada entro le pieghe di un “giovane” raccoglimento proibito.
Bedos mescola realtà e finzione generando una brillante commedia in cui a far da collante è l’amore. Come nel film d’esordio del regista Un amore sopra le righe, raccontava la storia di una passione lunga quarant’anni fra due scrittori, alti e bassi e reciproche invidie, ecco anche in La belle epoque vi è qualcosa di simile, un confronto con una storia che dura da quasi cinquant’anni, apparentemente limitata nel tempo ma in realtà senza vincoli relativistici pur se kitsch in alcuni frangenti.
Quelli dove appare il contraltare zoppo di Victor (e dello stesso regista), Antoine, megalomane, irretito e coinvolto dalle storie dei clienti da renderle quasi sue, incapace di comprendere ciò che appunto non si può spiegare nei sentimenti contradditori che pullulano di vita, di amarezza, di dolore ma anche di dolcezza.
Ecco svelato il mistero ed è inutile una fredda benchè studiata ricostruzione di un rimorso, di un non detto, di una libertà incasellata e precostituita fatta di dialoghi precotti che lo stesso cliente persino corregge. Il mistero dell’amore è una partitura musicale che urla libertà cancellando i rimorsi nostalgici dal viaggio triste, vivendo ogni momento con ogni turbamento (come diceva Vasco in una celebre canzone), spiazzando persino noi stessi spettatori del film e della vita che si fa scena con il suo bel rumore di fondo, fosse anche un tango argentino o le chiacchiere posticce degli avventori di un bar di periferia, La belle Epoque, appunto
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ralphscott
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domenica 12 gennaio 2020
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alto godimento
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Un buon film,che commuove e stupisce per originalità,che diventa eccezionale nei battibecchi tra i due colossi Ardant-Auteuil. Provare per credere:siamo a livelli di spasso da ritrovare molto indietro nel tempo,coppie mitiche come Hepburn-Tracy,per capirci. Vivissimi complimenti per la scrittura dei dialoghi. Una pecca è la scelta del doppiaggio della magnifica Fanny/Marianne Drumond,affidato ad una storica professionista quale Maria Pia Di Meo che,sicuramente,non si è imbrocchita alla soglia degli ottant'anni. Sarà stata,probabilmente,una scelta poco felice quella di tenere un tono di voce che stride con la verve,la brillantezza dei dialoghi. Victor Drumond,con quella faccia un po' così,non si può che amare,di un amore che scintilla anche negli occhi di Guillaume Canet,amico di famiglia che riscopre la passione,anche lui,quando ormai la routine l'aveva soppiantata.
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Un buon film,che commuove e stupisce per originalità,che diventa eccezionale nei battibecchi tra i due colossi Ardant-Auteuil. Provare per credere:siamo a livelli di spasso da ritrovare molto indietro nel tempo,coppie mitiche come Hepburn-Tracy,per capirci. Vivissimi complimenti per la scrittura dei dialoghi. Una pecca è la scelta del doppiaggio della magnifica Fanny/Marianne Drumond,affidato ad una storica professionista quale Maria Pia Di Meo che,sicuramente,non si è imbrocchita alla soglia degli ottant'anni. Sarà stata,probabilmente,una scelta poco felice quella di tenere un tono di voce che stride con la verve,la brillantezza dei dialoghi. Victor Drumond,con quella faccia un po' così,non si può che amare,di un amore che scintilla anche negli occhi di Guillaume Canet,amico di famiglia che riscopre la passione,anche lui,quando ormai la routine l'aveva soppiantata.
Si esce dalla sala felici,ebbri di ottimismo ed inteneriti.
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lbavassano
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domenica 15 dicembre 2019
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gradevole
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Risolve in commedia gradevole una tematica che avrebbe potuto assumere forme più sottilmente inquietanti, alluse, all'inizio, deluse, nel finale.
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manuela potiti
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lunedì 9 dicembre 2019
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una commedia divertente per sognatori un po' retro
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Film romantico non c'è che dire. Ambientato tra presente e passato. Un presente nel quale il protagonista ha difficoltà ad ambientarsi e riconoscersi. Sarà proprio un'invenzione dei tempi moderni a riportare alla luce un antico sentimento. Ben fatto!
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stefano roncon
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domenica 1 dicembre 2019
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quando finzione e realtà viaggiano sulle ali del sogno e della nostalgia ...
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E' film che lascia il segno: bella la sceneggiatura, brava la regia e gli attori, ottima la fotografia ... il risultato sono 110 minuti che portano con mano lo spettatore in questa dimensione fra sogno e realtà, nella quale i sentimenti, le passioni, la nostalgia diventano un tutt'uno con la storia stessa. E' vero che la "magia" degli anni 70, il gusto retrò per gli anni che furono, aiuta a dare una dimensione passionale e nostalgica alla narrazione. Ma l'idea di "giocare" sul doppio piano fra realtà e finzione non cade mai nel banale o nel retorico ... con la capacità di divertirsi in maniera giusta con un pizzico di sana auto ironia. Bravi tutti gli attori: in particolare mi sono piaciute le due attrici, Fanny Ardant e Doria Tillier, che assieme a Daniel Auteuil, che fanno davvero buona
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E' film che lascia il segno: bella la sceneggiatura, brava la regia e gli attori, ottima la fotografia ... il risultato sono 110 minuti che portano con mano lo spettatore in questa dimensione fra sogno e realtà, nella quale i sentimenti, le passioni, la nostalgia diventano un tutt'uno con la storia stessa. E' vero che la "magia" degli anni 70, il gusto retrò per gli anni che furono, aiuta a dare una dimensione passionale e nostalgica alla narrazione. Ma l'idea di "giocare" sul doppio piano fra realtà e finzione non cade mai nel banale o nel retorico ... con la capacità di divertirsi in maniera giusta con un pizzico di sana auto ironia. Bravi tutti gli attori: in particolare mi sono piaciute le due attrici, Fanny Ardant e Doria Tillier, che assieme a Daniel Auteuil, che fanno davvero buona parte del film!!!
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giovanni_b_southern
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sabato 30 novembre 2019
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abbastanza deludente
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Il film è vedibile, sia chiaro. Però per un film francese è sicuramente una spanna sotto lo standard. Auteuil è sempre un gigante. Fanny Ardant è doppiata malissimo. Il film ha una partenza e una idea molto buona. Si perde però. I dialoghi non hanno alcuna profondità. Tutto è molto scontato e molto sopra le righe. Chiare le citazioni : Truman e Il Prigioniero. Sostanzialmente si può vedere, ma non è un capolavoro. Mi sento comunque di consigliarlo. Però se amate il cinema francese (che non sbaglia un colpo) preparatevi ad una pellicola assai 'pop'.
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