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manuela potiti
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lunedì 25 novembre 2019
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una commedia divertente per sognatori un po' retro
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Il film non delude. Veloce divertente a tratti scoppiettante scatta la fotografia di una Francia a metà tra il sogno e la realtà. Gli attori bravi e bellissimi. Vien voglia di saltare dentro lo schermo. Fa sorridere e commuovere.
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massimiliano santucci
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lunedì 25 novembre 2019
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la bellezza è potere
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“Lui vorrebbe tornare al passato, lei andare avanti" recita la presentazione di Mymovies.
Parto di qui ma rovescio l'analisi. A mio avviso è proprio Marianne a rifiutare l'avanzare del tempo e a rimanere ancorata al suo carattere (dispotico) e al suo passato (che è ancora il suo presente, ossia quello di una donna bellissima nonostante l'età). E visto che nel film, magistralmente orchestrato, ci sono riferimenti volutamente qualunquistici alla politica e al mondo che cambia ma molti di più alla psicanalisi, proprio in merito a quest'ultimo campo mi spingo a dire che l'artificio su cui tutto si regge è oltremodo semplice nella sua platealità: un uomo qualunque, non particolarmente bello né particolarmente in gamba (è fugace anche il suo successo in campo professionale negli anni 80) venera questa moglie eternamente adolescente, tanto imprevedibile quanto bella.
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“Lui vorrebbe tornare al passato, lei andare avanti" recita la presentazione di Mymovies.
Parto di qui ma rovescio l'analisi. A mio avviso è proprio Marianne a rifiutare l'avanzare del tempo e a rimanere ancorata al suo carattere (dispotico) e al suo passato (che è ancora il suo presente, ossia quello di una donna bellissima nonostante l'età). E visto che nel film, magistralmente orchestrato, ci sono riferimenti volutamente qualunquistici alla politica e al mondo che cambia ma molti di più alla psicanalisi, proprio in merito a quest'ultimo campo mi spingo a dire che l'artificio su cui tutto si regge è oltremodo semplice nella sua platealità: un uomo qualunque, non particolarmente bello né particolarmente in gamba (è fugace anche il suo successo in campo professionale negli anni 80) venera questa moglie eternamente adolescente, tanto imprevedibile quanto bella.
Sul piano della realtà è inverosimile che siano stati assieme per 40 anni tanto quanto il fatto che lei si reinnamori di lui. In realtà traspare bene che Marianne non è in grado di provare molto più che tenerezza verso gli uomini, tanto è piena di sé, ed assolutamente inidonea a sopportare la routine (altrui) pur essendo affezionatissima alla propria (la sua “maschera del sonno" rende comprimario anche un cunnilinguo…).
Sullo sfondo ma molto più realistico ed equilibrato il rapporto tormentato tra Antoine, nevrotico e possessivo e Margot, bella e fumantina. Un rapporto sul quale non si favoleggiano cambiamenti romanzati e allo spettatore in attesa di un secondo lieto fine (la scena del matrimonio lo spinge a questa conclusione) non resta che prendere atto dell'immutabilità dei caratteri umani. La belle epoque vive solo nelle nostre menti.
Decisamente godibile.
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giovanni_b_southern
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domenica 24 novembre 2019
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deludente per essere un film francese
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Per essere un film francese, gente che non sbaglia mai un colpo, il film è deludente. Oltremodo trito, pop e pieno di "già visti" : due su tutti Truman e Il Prigioniero. Piacerà sicuramente a chi va di rado al cinema e chi vede poco i film francesi. In genere il livello del cinema francese è diffusamente più alto di questo film..vedibile ma nulla più.
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angelo umana
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domenica 24 novembre 2019
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le magìe del cinema
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La vita è sogno (Calderòn de la Barca), un film è sogno, ergo la vita è un film. Lo sceneggiatore e regista di La belle époque, Nicolas Bedos, si è addirittura inventato di far rivivere alle persone in un film di cui sono protagoniste - con set cinematografico appropriato, interni, esterni, pantaloni a zampa di elefante, capelli lunghi e auto dell'epoca - momenti da ricordare che loro hanno vissuto, a cui sono legate, o che per loro significano moltissimo. Alla proposta di un impresario di cinema ha aderito Victor (Daniel Auteuil), e suo figlio non sembra del tutto estraneo all'invito che gli è stato fatto. Victor sceglie il 16 maggio 1974, la sera in cui conobbe e s'innamorò di Marianne.
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La vita è sogno (Calderòn de la Barca), un film è sogno, ergo la vita è un film. Lo sceneggiatore e regista di La belle époque, Nicolas Bedos, si è addirittura inventato di far rivivere alle persone in un film di cui sono protagoniste - con set cinematografico appropriato, interni, esterni, pantaloni a zampa di elefante, capelli lunghi e auto dell'epoca - momenti da ricordare che loro hanno vissuto, a cui sono legate, o che per loro significano moltissimo. Alla proposta di un impresario di cinema ha aderito Victor (Daniel Auteuil), e suo figlio non sembra del tutto estraneo all'invito che gli è stato fatto. Victor sceglie il 16 maggio 1974, la sera in cui conobbe e s'innamorò di Marianne. Questa è tuttora sua moglie (Fanny Ardant) che lo vede attualmente come disilluso, è disoccupato dal suo mestiere di disegnatore, non animato da nulla, vita vuota; lei è propositiva, attiva, vuole vivere nel futuro, ha pure un'amante, come succede spesso nel vero quando il partner "perde colpi". La mancanza d'animo e il tornare indietro ricorda il protagonista del recente Dolor y Gloria di Almodòvar e, perché no?, del recentissimo e bellissimo I migliori anni della nostra vita di Lelouch.
Tra altri attori-sceneggiatori di loro momenti passati nel set Victor incontra pure un personaggio che reincontra e parla col padre defunto da tempo, con cui si dice cose che i due non fecero in tempo a dirsi, e l'attore è Pierre Arditi! Negli anni 70 si parlava a tavola, non c'erano telefonini, non si badava a mangiare sano perché ingrassavi e morivi ridendo, qualcuno dice anche se lo so che è tutto finto è bello lo stesso. Ma per Victor quel maggio '74 è il reincontro con quella ragazza che ora è sua moglie e con la quale ha perso slancio, interpretala serata che avrei voluto rivivere assieme.
Fare marcia indietro è un'illusione, abbastanza triste, ma per Victor sortisce l'effetto di fargli riprendere il lavoro di disegnatore, coi suoi disegni suggerisce alla regia di quel set momenti e fatti che lui visse allora, la cosa ha pure il risultato di farlo innamorare della giovane attrice che per finta impersona Marianne. Il regista, che ha un lìo con l'attrice (bel termine spagnolo, è una relazione) ha rivisto questa davvero innamorata sulla scena, si ingelosisce, la sposerà... tutti i salmi finiscono in gloria. Ma succederà dell'altro: tornando con la memoria e per finta a quell'incontro Victor si reinnamora della moglie, toh!, cose che al cinema succedono spesso e... con tutte le avventure che il mio cuore ancora coglie mi sono innamorato di mia moglie (non c'entra ma la cantava Gianni Nazzaro nell'83, finiti d poco gli anni '70...). Và detto: un film godibilissimo e i due interpreti Ardant e Auteuil ottimi, appartengono ai mostri sacri del cinema francese, del cinema tutto: Madame Fanny Ardant, disse lei - più o meno - a Jep Gambardella ne La grande bellezza.
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sabato 23 novembre 2019
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non lo so ma....
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Ho ascoltato la recensione e visto che mi ha detto come va a finire.... Non andrò a vederlo. Complimenti!!!
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stefania guidi
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domenica 17 novembre 2019
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l'eterna adolescenza è femmina
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Belle epoque
La bellissima Fanny ardant ha 70 e interpreta la signora Drummond, donna che non accetta lo scorrere del tempo e decide, per fermarlo, di iniziare una relazione con un uomo più giovane di cui è psicanalista. I due non condividono nulla, a parte il letto e anche quello con poca convinzione
Il signor Drummond non riesce più a lavorare ed è costretto a lasciare casa.
Il figlio regala al padre la possibilità di rivivere un giorno in un determinato periodo storico, affidandosi a un'agenzia che ricostruisce esattamente ciò che si vuole rivivere.
Il signor drummond decide per quella sera del 1974 in cui ha incontrato la moglie.
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Belle epoque
La bellissima Fanny ardant ha 70 e interpreta la signora Drummond, donna che non accetta lo scorrere del tempo e decide, per fermarlo, di iniziare una relazione con un uomo più giovane di cui è psicanalista. I due non condividono nulla, a parte il letto e anche quello con poca convinzione
Il signor Drummond non riesce più a lavorare ed è costretto a lasciare casa.
Il figlio regala al padre la possibilità di rivivere un giorno in un determinato periodo storico, affidandosi a un'agenzia che ricostruisce esattamente ciò che si vuole rivivere.
Il signor drummond decide per quella sera del 1974 in cui ha incontrato la moglie. Consapevole che tutto è finto si innamora dell'attrice che prende i panni di quella che sarebbe diventata sua moglie. E l attrice stessa non è indifferente al suo fascino tanto da fare ingelosire il regista, suo partner turbolento e sconclusionato
Il film è originale pur ricordando a tratti The Truman show, con attori molto bravi.
A tratti risulta lento e non tutti i passaggi sono chiari a una prima visione
La tematica amorosa è preponderante. L amore viene visto nel suo momento iniziale, quello della passione e nel momento critico, quello a noia che lo può cogliere dopo una quarantina di anni di matrimonio
Il punto cruciale è però la difficoltà di accettarsi ormai settantenni, la signora Drummond abbandonando il marito scappa da sé stessa , dalla decadenza inevitabile dell'età senile. Ha un guizzo di adolescenza che viene condannato da chi le sta accanto, ma ha anche gli strumenti intellettivi per fare autoanalisi, tornare sui suoi passi e guardare in modo critico e costruttivo quelli che sono stati i suoi atteggiamenti sbagliati dettati dalla paura, umana, dello scorrere irrevocabile del tempo
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pietro viola
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venerdì 15 novembre 2019
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una piacevole sorpresa
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Un vero spettacolo. Attori splendidi, sceneggiatura brillante, montaggio da applausi in questa sorta di amarcord in tempo reale, in cui la nostalgia per ciò che è stato (o che pensiamo sia stato) ridà linfa e spinta vitale a un presente in apparenza grigio e vuoto, in realtà lì in attesa solo di essere apprezzato e rivalutato. Ed è così che attraverso un gioco ad incastri tra presente e passato, amore e illusione, verità e finzione, i protagonisti, come tutti noi al contempo attori e personaggi reali e attori in quanto personaggi reali, mettono in scena la bellezza della vita, basata, come afferma più volte la grandissima Fanny Ardant, nel film una psicoanalista amara e disillusa, sull'azione, il coraggio di agire.
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Un vero spettacolo. Attori splendidi, sceneggiatura brillante, montaggio da applausi in questa sorta di amarcord in tempo reale, in cui la nostalgia per ciò che è stato (o che pensiamo sia stato) ridà linfa e spinta vitale a un presente in apparenza grigio e vuoto, in realtà lì in attesa solo di essere apprezzato e rivalutato. Ed è così che attraverso un gioco ad incastri tra presente e passato, amore e illusione, verità e finzione, i protagonisti, come tutti noi al contempo attori e personaggi reali e attori in quanto personaggi reali, mettono in scena la bellezza della vita, basata, come afferma più volte la grandissima Fanny Ardant, nel film una psicoanalista amara e disillusa, sull'azione, il coraggio di agire. Tra dialoghi scoppiettanti e battute memorabili, a fronte della profondità dei temi trattati, si guarda il film con un senso crescente di gratitudine, ritrovandoci alla fine il cuore più leggero e il sorriso che stempera le nostre quotidiani pesantezze su noi stessi e su chi ci sta intorno. Unico rilievo (forse) sul doppiaggio, che sembra ben fatto ma mi sembrava a volte forzare la recitazione originale. Da rivedere in lingua per poter meglio valutare.
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maramaldo
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martedì 12 novembre 2019
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bei tempi d'una volta
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Definizione, lamentazione di un passato che non ti "vuole passare". Lo trovi bello ancorchè ricordi che ci hai sofferto indicibilmente.
Per illustrare il concetto Nicolas Bedos ha scomodato il cinema di Francia di alcuni decenni. Di chi si è servito? Di uno smarrito "viaggiatore del tempo", Victor, per il quale si prova la compassionevole indulgenza che si riserva a chi percorre i sentieri del climaterio, deluso ma con ancor tanti grilli per la testa. Attore di rango, Daniel Auteuil avrebbe gigioneggiato un po' di più ma Bedos ne preserva la simpatia moderandolo saggiamente.
Anche perchè altre due belve del protagonismo reclamavano spazio.
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Definizione, lamentazione di un passato che non ti "vuole passare". Lo trovi bello ancorchè ricordi che ci hai sofferto indicibilmente.
Per illustrare il concetto Nicolas Bedos ha scomodato il cinema di Francia di alcuni decenni. Di chi si è servito? Di uno smarrito "viaggiatore del tempo", Victor, per il quale si prova la compassionevole indulgenza che si riserva a chi percorre i sentieri del climaterio, deluso ma con ancor tanti grilli per la testa. Attore di rango, Daniel Auteuil avrebbe gigioneggiato un po' di più ma Bedos ne preserva la simpatia moderandolo saggiamente.
Anche perchè altre due belve del protagonismo reclamavano spazio. L'inossidabile Fanny Ardant (Marianne), problematica consorte di Victor, a fasi alterne sprezzante e affettuosa, inquieta e sentimentale, avrebbe nevrotizzato tipi ben più coriacei del povero Drummond.
Emozioni e palpiti che abbisognano del giusto "mood" di un tempo sono garentiti da Doria Tillier (Margot). Gagliarda e provocante, piccante e leggiadra. Carattere e glamour da vendere, non vedo l'ora che torni sullo schermo.
Solo Cinema? Intanto mancano richiami alla Nouvelle Vague che allora imperversava (Godard, Truffaut..., sicuramente Bedos con queste omissioni si è guadagnato la gratitudine di più d'uno spettatore), Si rievoca il 1974. Il terribile "secolo breve" volgeva al termine senza immaginare la gioiosa apocalisse dell'89. Si era, invece, appena metabolizzato il '68 con un De Gaulle (al quale è riservata una battuta che pochi hanno afferrato) e un Cohn-Bendit e i suoi trambusti e deliri. Nel film si dice chiaramante come in quei giorni la gente fosse spontanea e sincera. Ingenua. Destra e sinistra erano direzioni di marcia e non ghirigori mistificanti. E c'erano speranze. E si viveva l'illusione, la leggenda dell'amore. Davvero si credeva "que l'on s'aimait". "Quand les Amants..."
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[+] i ricordi fanno soffrire
(di angelitas)
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carlox
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lunedì 11 novembre 2019
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assolutamente da vedere!
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Visto nel weekend, dopo settimane di attesa...film bellissimo!
Si ride e ci si emoziona, bravissimi gli attori (sia i "vecchi" Auteil e Ardant sia i "giovani" Canet e Tillier), straordinaria la regia con una sceneggiatura perfetta.
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elisaf
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lunedì 11 novembre 2019
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un film che fa sognare!
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Interpretazioni strepitose di tutti e quattro i protagonisti, una sceneggiatura brillante e una struttura per niente banale. Un film che emoziona dall'inizio alla fine e non annoia mai. Consiglio assolutamente a tutti!
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