Il film War for the Planet of the Apes è il terzo della serie reboot iniziata nel 2011. La prima e fortunata serie risale al 1968.
Un film è quasi più psicologico che di azione, un po’ eccessivamente claustrofobico.
The war – il pianeta delle scimmie trae spunto da una serie di citazioni filmiche: il cattivissimo Colonnello interpretato da Woody Harrelson è una citazione di Francis Ford Coppola in Apocalipse Now del 1979 il personaggio del Colonnello Kurtz interpretato dall’indimenticabile Marlon Brando. La stessa scritta come pun sulla roccia “Ape-pocalypse Now” né è l’esplicito tributo.
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Il film War for the Planet of the Apes è il terzo della serie reboot iniziata nel 2011. La prima e fortunata serie risale al 1968.
Un film è quasi più psicologico che di azione, un po’ eccessivamente claustrofobico.
The war – il pianeta delle scimmie trae spunto da una serie di citazioni filmiche: il cattivissimo Colonnello interpretato da Woody Harrelson è una citazione di Francis Ford Coppola in Apocalipse Now del 1979 il personaggio del Colonnello Kurtz interpretato dall’indimenticabile Marlon Brando. La stessa scritta come pun sulla roccia “Ape-pocalypse Now” né è l’esplicito tributo. La cupezza di neve e di fango rimanda, invece, a Quentin Tarantino nel suo The Hateful Eight del 2015. Come mi faceva notare la mia informatissima compagna di cinema, qua e là si trovano altri riferimenti come a John Ford di Sentieri Selvaggi del 1956 o Sam Peckinpah del Mucchio Selvaggio del 1969, forse per la profondità psicologica dei personaggi. Mi viene un dubbio e mi chiedo se la passione per il citazionismo sia uno snobismo per cinefili o un-copia-e-incolla che nasconde scarsa inventiva? Forse un po’ entrambe.
Nella foresta dove in una grande grotta nascosta dietro la cascata vive lo scimpanzé Cesare e la sua tribù di scimmie varie – orangotango, gorilla e scimpanzé. È una lotta continua per la sopravvivenza: Cesare aveva da poco ucciso Koba, un bonobo aggressivo che rifiutava di vivere in pace con l’uomo, ma a loro volta vengono aggrediti da soldati capeggiati da un certo Colonnello cattivissimo che li vuole schiavi affamati per costruire un muro di protezione (da altri uomini cattivi), e che li vuole comunque controllare e sottomettere al suo potere.
Vicende varie di poco conto accadono nei 140 minuti di film che portano alla luce tipologie di scimmie varie, come ad esempio la apparentemente stupida bertuccia da zoo che si unisce al gruppetto che salverà le scimmie, così come la coraggiosissima bimba muta salvata da Cesare che simboleggia la purezza dell’infanzia. Incontri/scontri moralisti sulla pietas nei (per fortuna) ridottissimi dialoghi tra scimmie e umani o tra scimmia e scimmia con i sottotitoli di faticosissima lettura.
War for the Planet of the Apes è stato girato in Canada nel Lower Mainland vicino Vancouver, ha dato lavoro a un’infinità di persone assommando persone in costume, con la tecnica della motion capture, a centinaia scimmie digitali. Il trucco della Naomi Bakstad merita sicuramente un Oscar, ma, alla fine, tutto sommato il film risulta abbastanza noioso.
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