| Titolo internazionale | Willy the 1st |
| Anno | 2016 |
| Genere | Drammatico |
| Produzione | Francia |
| Durata | 82 minuti |
| Regia di | Ludovic Boukherma, Zoran Boukherma, Marielle Gautier, Hugo P. Thomas |
| Attori | Daniel Vannet, Romain Léger, Noémie Lvovsky, Robert Follet, Geneviève Plet Eric Jacquet, Kiki, Léa Viller, Alexandre Jacques, Cécile Lefrançois, Bruno Delaporte, Michèle Sevestre, Christine Helbaume. |
| MYmonetro | 3,07 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 21 dicembre 2017
Quando il suo fratello gemello muore, Willy, 50 anni, decide finalmente di lasciare la casa dei suoi genitori. Si trasferisce in una vicina cittadina per ricominciare tutto da capo.
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CONSIGLIATO SÌ
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L'esistenza di Willy Pruvost è tutt'altro che gratificante. Cinquantenne e single, l'uomo vive con i genitori, aspira foglie morte e trascorre il tempo libero davanti alla tv. Una vita anonima sconvolta dalla morte del fratello gemello che, una sera come tante, si suicida. Privato del fallimentare alter ego e allontanato dalla famiglia, Willy si trasferisce a Caudebec-en-Caux, un comune distante pochi chilometri da casa. L'obiettivo è dimostrare alle persone, e a se stesso, che non è il disadattato che tutti credono. Una missione che Willy tenterà di portare a termine attraverso una bizzarra lista di desideri. Un programma complicato per un uomo che sopravvive faticosamente al confine della normalità.
Il cinema, come la vita reale, è fatto di eroi e di antieroi. Willy 1er si fonda su una terza categoria di anime cinematografiche: i disadattati sociali.
Rinchiuso nel suo statico mondo di ricordi, Willy si trasferisce a Caudebec-en-Caux, un paese lontano dallo sfarzo delle città francesi. Un microcosmo popolato da personaggi caratteristici che trascorrono le giornate tra il rombo dei motorini ed i testacoda nelle strade deserte. Il paradiso alternativo di un uomo che, nonostante gli sforzi, resta il disadattato che osserva la realtà attraverso le lenti distorte dell'inadeguatezza.
Il brillante team autoriale, attraverso l'improbabile storia di un cinquantenne che ruba dal piatto altrui e non sa fare il nodo alla cravatta, firma una straordinaria analisi dell'alterità. La condizione sociale dove l'invisibilità è il punto di arrivo di chi, come Willy, a cinquanta anni è poco più di un bambino. Prigioniero della sua estraneità, il protagonista di Willy 1er è invisibile come il ricordo del fratello, il triste presagio di un futuro in cui la morte è l'unica strada per lasciare un segno sulla Terra. Il suicidio del gemello spinge Willy ad una rivalsa statica che gli permette di afferrare le redini della sua esistenza: l'improbabile rivincita di chi, nonostante tutto, cavalca uno scooter con la stessa intensità delle star del cinema d'azione. L'antieroe che, facendo i conti con i fantasmi del passato, inizia finalmente a vivere.
Liberamente ispirato alla vita di Daniel Vannet (lo straordinario attore protagonista, qui al suo debutto cinematografico, è stato sfruttato nel mondo lavoro perché analfabeta), Willy 1er è un film sincero ed emozionante. Un commovente ritratto che, impreziosito da uno humour grottesco e da una regia graffiante, abbatte il muro della normalità. La difficile ricerca di un uomo che, scegliendo di vivere una vita degna di essere chiamata tale, consacra la tragicomica metafora della nostra esistenza.
Un gioiello di rara sensibilità. Attori misurati, formidabili, veri. Una scrittura mai forzata, piena di intuizioni, sempre su un filo delicato ma coraggioso. Tante idee, dolcezza, tenerezza ironia e commozione.
Bello. Commuovente. La storia di Willy è narrata con una rara sensibilità, con grande poesia, ma con coraggio. Un film che non si può dimenticare facilmente.