guidobaldomariariccardelli
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lunedì 12 giugno 2017
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un poliziesco di livello assoluto
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Pellicola di genere a cui non manca oggettivamente nulla, segue i canoni prediletti con zelo, riuscendo nello stesso momento a variarne caratterizzazione e tono.
Rodrigo Sorogoyen infatti non comprova solamente la propria conoscenza del filone in questione, bensì arricchisce la già prelibata pietanza con particolari finezze.
L'intreccio narrativo si snoda a partire da un riferimento ideale, l'indagine sull'escalation di omicidi, utile soprattutto per far luce sul fulcro, de facto, della pellicola, ossia il ritratto dei nostri protagonisti, due poliziotti, tratteggiati con mano sapiente ed interpretati con altrettanto successo.
Pellicola vivida, sensoriale, a tratti disturbante, lavora con ritmo incessante fin dalla scena d'apertura, in una corsa che tale rimane anche nei brani dall'andatura più compassata.
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Pellicola di genere a cui non manca oggettivamente nulla, segue i canoni prediletti con zelo, riuscendo nello stesso momento a variarne caratterizzazione e tono.
Rodrigo Sorogoyen infatti non comprova solamente la propria conoscenza del filone in questione, bensì arricchisce la già prelibata pietanza con particolari finezze.
L'intreccio narrativo si snoda a partire da un riferimento ideale, l'indagine sull'escalation di omicidi, utile soprattutto per far luce sul fulcro, de facto, della pellicola, ossia il ritratto dei nostri protagonisti, due poliziotti, tratteggiati con mano sapiente ed interpretati con altrettanto successo.
Pellicola vivida, sensoriale, a tratti disturbante, lavora con ritmo incessante fin dalla scena d'apertura, in una corsa che tale rimane anche nei brani dall'andatura più compassata.
Scelta e resa, anche nei ruoli secondari, eccelse, su tutti svetta un Roberto Álamo maiuscolo.
Unico appunto, peraltro recato con cautela: il messaggio di fondo dell'opera è portato avanti senza troppa convinzione in alcune fasi, come se la pellicola in questione non ne necessitasse così tanto; orbene, nella pratica la situazione sta effettivamente in questi termini, usando il filo conduttore solo da spunto, da cornice di un'opera del tutto capace di sostenersi e sostentarsi da sola.
Non v'è dubbio che possa ambire al ruolo di "classico" del genere, imperdibile.
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elgatoloco
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mercoledì 25 ottobre 2017
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grande film , il meglio del "noir"made en espana
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"QUe Dios nos perdone"di Rodrigo Sorogoyen(2016), film in qualche modo emblematico di un periodo e di uno stile, il"noir"spagnolo: soprattutto un fikm basato sul poliziesco psicologico, sul thriller psicologico, presentandoci due figure di"policias"(poliziotti)diversissimi l'uno dall'altro: uno molto timido, balbuziente, se pure con qualche momenti di inaspettata e inopportuna"vivacità"(a un certo punto quasi violenta una donna che aveva manifestato qualche simpatia per lui), un altro impulisvo , iper-estroverso, decisamente colletico, in crisi familiare. Due personalità non solo"divergenti"ma decisamente conflittuali come quelle brevemente descritte si trovano a dover risolvere un caso di "serial killer"di donne anziane, con l'aggravante di un reato sessuale.
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"QUe Dios nos perdone"di Rodrigo Sorogoyen(2016), film in qualche modo emblematico di un periodo e di uno stile, il"noir"spagnolo: soprattutto un fikm basato sul poliziesco psicologico, sul thriller psicologico, presentandoci due figure di"policias"(poliziotti)diversissimi l'uno dall'altro: uno molto timido, balbuziente, se pure con qualche momenti di inaspettata e inopportuna"vivacità"(a un certo punto quasi violenta una donna che aveva manifestato qualche simpatia per lui), un altro impulisvo , iper-estroverso, decisamente colletico, in crisi familiare. Due personalità non solo"divergenti"ma decisamente conflittuali come quelle brevemente descritte si trovano a dover risolvere un caso di "serial killer"di donne anziane, con l'aggravante di un reato sessuale... Molte difficoltà, date anche dal contesto(visita papale a Madrid, estate 2011), che porteranno a una soluzione faticosa, difficile, controversa e...dopo molto tempo, dopo(più che altro )molte difficoltà tra i due incaricati delle indagini e con i colleghi. Fine thriller psicologico, decisamente "altro"anche nel panorama anche spagnolo di questi anni(diciamo da fine anni Novanta in qua, per maggiore esattezza), estremamente raffinato nella costruzione; anche apparentarlo alla grande tradizione del"polar"francese anni 1960-1970 potrebbe in qualche modo avere un senso, ma forzerebbe i termini della cosa, in quanto, in realtà, ""Que Dios nos perdone"è comunque "altro" e le modalità stilistico-.espressive spagnole, nel cinema come nelle altre artti, fatta salva una certa influenza francese(e in parte italiana, ma meno)che esiste, indubbiamente, hanno una loro autonomia tale da consentire pochi raffronti; oltre a tutto Sorogoyen ha una cifra stilistica assolutamente originale, dove le interpretazioni di Antonio de la Torre y Roberto Alamo(ma anche dei"comprimari"; peraltro)hanno una loro ragione d'essere molto forte, contribuendo alla creazione di un'opera decisamente nuova e"potente"nella sua aseità feconda. El Gato
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luciano sibio
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giovedì 24 agosto 2023
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la vendetta come risoluzione umana condannabile
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Non mi voglio attardare nell'elargire complimenti a un poliziesco noire di rara bellezza. Noto però in tutti i commemti letti che nessuno spiega il perchè del titolo che invece a mio avviso chiaresce il vero senso del film al dilà dell'intreccio poliziesco e delle indagini che sempre definiscono lo svolgersi di ogni banale poliziesco e che qui invece rimangono un pochino in secondo piano.
Il film in verità si svela nel finale in cui adotta una conclusione che invita ad una seria riflessione collettiva .
Come dovremo comportarci se un serial killer di rara violenza su persone anziane e indifese su cui perpetra anche violenze sessuali fugge e si rifà una vita in santa pace ? Possiamo mai accettare che questo serial killer rimanga impunito ? e la naturale risposta della collettività per il regista è NO.
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Non mi voglio attardare nell'elargire complimenti a un poliziesco noire di rara bellezza. Noto però in tutti i commemti letti che nessuno spiega il perchè del titolo che invece a mio avviso chiaresce il vero senso del film al dilà dell'intreccio poliziesco e delle indagini che sempre definiscono lo svolgersi di ogni banale poliziesco e che qui invece rimangono un pochino in secondo piano.
Il film in verità si svela nel finale in cui adotta una conclusione che invita ad una seria riflessione collettiva .
Come dovremo comportarci se un serial killer di rara violenza su persone anziane e indifese su cui perpetra anche violenze sessuali fugge e si rifà una vita in santa pace ? Possiamo mai accettare che questo serial killer rimanga impunito ? e la naturale risposta della collettività per il regista è NO.E per l'occasione,infatti ,
Sorogoyen confeziona un finale ad hoc con tanro di aggiunta di violenza personale a carico del feroce assassino......... perchè così vorremo tutti e che DIO CI PERDONI.
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