emanuele 1968
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mercoledì 21 settembre 2016
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bello
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Come un quadro un po particolare, bello ma non lo comprerei. "Tutti i santi giorni" del 2012 personalmente e piu bello.
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fabal
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lunedì 1 agosto 2016
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un rassicurante servillo
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Otto capi di stato delle nazioni più industrializzate si radunano per un summit indetto dal presidente del Fondo Monetario Internazionale, Daniel Roché, per discutere di una manovra finanziaria che potrebbe cambiare il destino economico del mondo. Oltre ai politici vengono convocati anche una nota scrittrice di libri per ragazzi, un cantante a capo di una ONG e il monaco certosino Roberto Salus. La location è un albergo di gran lusso sul Mar Baltico. Roché, durante la prima notte, convoca Salus nella propria stanza per confessarsi ma poche ore dopo viene trovato morto, con un sacchetto intorno alla testa.
La bellissima cornice della Germania del Nord è il Grand Hotel Heilingendamm, situato nella cosiddetta "città bianca", dove si svolse veramente un G8 alcuni anni fa.
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Otto capi di stato delle nazioni più industrializzate si radunano per un summit indetto dal presidente del Fondo Monetario Internazionale, Daniel Roché, per discutere di una manovra finanziaria che potrebbe cambiare il destino economico del mondo. Oltre ai politici vengono convocati anche una nota scrittrice di libri per ragazzi, un cantante a capo di una ONG e il monaco certosino Roberto Salus. La location è un albergo di gran lusso sul Mar Baltico. Roché, durante la prima notte, convoca Salus nella propria stanza per confessarsi ma poche ore dopo viene trovato morto, con un sacchetto intorno alla testa.
La bellissima cornice della Germania del Nord è il Grand Hotel Heilingendamm, situato nella cosiddetta "città bianca", dove si svolse veramente un G8 alcuni anni fa. L'ariosa credibilità del luogo meraviglia con la spiaggia di sabbia finissima e i suoi giardini curati, e spacca da subito Le confessioni in una netta alternanza tra dentro e fuori. L'interno del resort, adattato quasi a bunker, è invece frammentato in riquadri, dove ciascun personaggio vive in modo piuttosto distaccato dagli altri. Quando la regia di Andò abbandona l'intimità (seppur piuttosto fredda) dei primissimi piani, diventa geometrica al limite del maniacale: interessata all'equidistanza dei protagonisti sulla scena giunge al limite della coreografia nella nuotata in piscina dei tre capi di stato. L'inquadratura è sempre rigorosamente occupata da elementi coordinati, senza che questo renda "barocca" o semplicemente ridondante la regia squadrata di Andò.
L'ottima partenza de Le confessioni introduce la tensione da thriller politico, soprattutto nella nebulosa presentazione dei personaggi, in cui lo spettatore riconosce immediatamente la superiorità etica, nonché la sua estraneità al contesto, dell'ottimo Toni Servillo, in parte fin dalla primissima apparizione nel suo saio bianco. Qui Servillo conferma il suo intrinseco dna da outsider ma nel suo senso più positivo: è la personalità rassicurante, l'appiglio del pubblico laddove lo scottante mondo della politica e finanza, specie ai nostri tempi, non può che destare una legittima diffidenza.
Il resto del cast, certamente di livello, interpreta personaggi non caricaturali ma spesso asettici, distaccati dall'empatia che solo il nostro monaco, la scrittrice (forse l'equivalente della Rowling?) e in parte Favino riescono a dare. Auteil è una sorta di totem di chi è condannato ad avere il potere, vorrebbe forse liberarsene, ma ne rimane avvinghiato. Le confessioni, la sua come quelle sottaciute degli altri capi di stato, restano solo parziali, accennate, così come il fascino del film va forse ricercato nella sua incompiutezza. Le confessioni, infatti, è un film che non decolla mai nella tensione più marcata e resta, di fatto, un thriller solo potenziale e con un finale che lascia la bocca asciutta. Ma l'apparente senso di vuoto coincide, se vogliamo, anche con un "nulla di fatto" politico, e questa equivalenza non solo fa riflettere ma strappa anche un amaro sorriso.
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astromelia
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venerdì 10 giugno 2016
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essenziale,lucido,da premio
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finalmente un film di valore italiano,essenziale,lucido,plausibile,veritiero,sintetico nei dialoghi ma profondo e diretto al concepimento di un pensiero generale sulla crisi monetaria e sul potere decisionale di alcuni personaggi che la disumanità dovuta al ruolo,relega ad una distanza siderale dall'ignoranza del popolo,ottimi attori per un'opera che a mio parere andrebbe divulgata ed esaltata,bravo il regista che ha saputo portare in pellicola l'odierno con una sinteticità unica,del resto viva la libertà che ho apprezzato molto ha aperto l'esplorazione dentro la denuncia.
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dinoroar
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lunedì 16 maggio 2016
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rassicurante come il male ...
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Non riesco a sperticarmi in lodi. Servillo bravo, ma inflazionato. Un G8 o più correttamente un mini Bildemberg che ci racconta quelle che sono ormai sono pubbliche certezze.
Il Mondo è in mano a pochi; il fine giustifica i mezzi; la maggior parte della popolazione mondiale è sacrificabile; governare le masse è più semplice di quanto si pensi.
Qualche personaggio fuori posto che mai nella realtà verrebbe realmente invitato ad una riunione del genere.
Il resto, amore, fede, amicizia, ideali, sesso ... sono variabili lasciate agli umani, che irrompono per tentare, senza riuscirci, di infrangere questa macchina perfetta di soppressione di massa che è il capitalismo sfrenato.
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Non riesco a sperticarmi in lodi. Servillo bravo, ma inflazionato. Un G8 o più correttamente un mini Bildemberg che ci racconta quelle che sono ormai sono pubbliche certezze.
Il Mondo è in mano a pochi; il fine giustifica i mezzi; la maggior parte della popolazione mondiale è sacrificabile; governare le masse è più semplice di quanto si pensi.
Qualche personaggio fuori posto che mai nella realtà verrebbe realmente invitato ad una riunione del genere.
Il resto, amore, fede, amicizia, ideali, sesso ... sono variabili lasciate agli umani, che irrompono per tentare, senza riuscirci, di infrangere questa macchina perfetta di soppressione di massa che è il capitalismo sfrenato. Non vi riescono forse perché non toccano i vertici, immuni da questo e sono varibili-rischi calcolati e se ne conosce l'antidoto. Neanche la presenza di un uomo di profonda fede e conoscienza, può nulla, o quasi. La morte del "gran maestro" sembra potersi attribuire ad un risveglio indotto dal dialogo con il frate, invece ... guardatevi il film.
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pintaz
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giovedì 12 maggio 2016
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il tempo non esiste, e' solo una dimensione...
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... dell'anima!
Questa è una delle risposte ghiaccio che il monaco Servillo esprime a uno dei componenti del G8. Film di Andò che va a scoprire l'anima ancora prima dei compromessi fra potenti. Appena inizia il film si vede il monaco che con una scusa, provando il proprio registratore, esprrime le parole di una poesia di Ferdinando Russo si capisce già molto sul senso della pellicola. Quanno ncielo n'angiulillo nun fa chello c'ha da fà, 'o Signore int'a na cella scura 'o fa nzerrà.
Il pretesto della morte di Auteil serve soltanto per far uscire allo scoperto il complesso rapporto fra politica, politicanti e politichese.
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... dell'anima!
Questa è una delle risposte ghiaccio che il monaco Servillo esprime a uno dei componenti del G8. Film di Andò che va a scoprire l'anima ancora prima dei compromessi fra potenti. Appena inizia il film si vede il monaco che con una scusa, provando il proprio registratore, esprrime le parole di una poesia di Ferdinando Russo si capisce già molto sul senso della pellicola. Quanno ncielo n'angiulillo nun fa chello c'ha da fà, 'o Signore int'a na cella scura 'o fa nzerrà.
Il pretesto della morte di Auteil serve soltanto per far uscire allo scoperto il complesso rapporto fra politica, politicanti e politichese. Alcuni, fra cui un grande Favino, cominciano ad avere rimorsi e, in un meraviglioso momento di cinema, il confronto serrato con il padre spirituale gli sarà utile per cercare la salvezza interiore piuttosto che una facile popolarità all'interno del gruppo. Viene fuori in maniera piuttosto netta la sensazione che, ad un certo punto della vita, l'anima non pesa soltanto 21 grammi, come si usa dire, ma diventa un macigno difficile da sopportare non venendo, allo stesso tempo, supportata da ragioni di sorta. La scena del cane che si ribella alle parole fuffa nella riunione finale è un simbolo inequivocabile di come il popolino, nonostante stia a cuccia, possa recepire più di quanto non si possa pensare. E se il monaco nell'ultima parte, mentre esegue una sorta di omelia testamento davanti a tutti i presenti non fosse altro che il nostro io che giornalmente domanda senza ottenere alcuna risposta?
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pier delmonte
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mercoledì 11 maggio 2016
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fantasioso ma evocativo
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Confesso che questa pellicola mi ha affascinato, niente capolavoro per carita’ ma, a differenza del Sorrentino lungo e noioso, Ando’ eccelle nel dialogo e non si perde in intrusioni inutili (solo la scene delle “femen” buttata li’… ma Sorrentino l’avrebbe fatta durare minuti e forse riproposta) , insomma il monaco che fuma, i due ministri che se la fanno, il vecchio riccone con l’alzheimer , tutto e’ strano e buffo ma il diverbio tra potere e umanita’ emerge tutto e forte.
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pintaz
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lunedì 9 maggio 2016
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perdere tempo non ha mai fatto male a nessuno!
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In un lussuoso resort in Germania sta per riunirsi ilG8 dei ministri dell'economia pronto ad adottare una manovra segreta che avrà conseguenze molto pesanti per alcuni paesi. All'interno dell'hotel ci sono anche il direttore del Fondo Monetario Internazionale, Daniel Roché (Auteil), e tre ospiti: una celebre scrittrice di libri per bambini, una rock star, e un monaco italiano, Roberto Salus (Servillo). La prima notte succede un fatto tragico e totalemente inaspettato e la riunione deve essere sospesa.
I ministri sospettano che Salus, attraverso la confessione di uno di loro, sia riuscito a sapere della terribile manovra che stanno per varare, e lo sollecitano in tutti i modi a dire quello che sa.
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In un lussuoso resort in Germania sta per riunirsi ilG8 dei ministri dell'economia pronto ad adottare una manovra segreta che avrà conseguenze molto pesanti per alcuni paesi. All'interno dell'hotel ci sono anche il direttore del Fondo Monetario Internazionale, Daniel Roché (Auteil), e tre ospiti: una celebre scrittrice di libri per bambini, una rock star, e un monaco italiano, Roberto Salus (Servillo). La prima notte succede un fatto tragico e totalemente inaspettato e la riunione deve essere sospesa.
I ministri sospettano che Salus, attraverso la confessione di uno di loro, sia riuscito a sapere della terribile manovra che stanno per varare, e lo sollecitano in tutti i modi a dire quello che sa. Il monaco, uomo particolare e non corruttibile, si fa custode inamovibile del segreto della confessione. Gli uomini di potere, a questo punto, iniziano a vacillare.
Particolare film di Andò che, con la scusa dell'omicidio suicidio all'interno del G8, ci fa riflettere sullo stato d'animo di ognuno. Un meraviglioso Favino, dopo un inizio senza dubbi, comincia a fare i conti con la propria anima percependo sempre più che in realtà non pesa solo 21 grammi ma è insostenibile via via che la verità viene a galla.
Servillo unico! Spiazzante fino al paradosso ci riporta, anche con il sorriso, a quei personaggi del medio oriente degli anni '60 dove ogni parola era un macigno da sopportare venendo supportata da dilemmi e semplicità in un mix onirico.
Le confessioni è senza dubbio un film da vedere e, aldilà della storia, bisogna cogliere sempre il messaggio del regista che si mette a disposizione, inesorabilmente, della bravura dei propri attori per raccontare in sostanza il dubbio alla fine del percorso di ognuno. Sono da standing ovation la scena del colloquio all'interno della camera in penombra tra Favino e Servillo. Il cuore, dopo una vita in balia delle onde, rischia di non essere solo un muscolo...
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mauro2067
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sabato 7 maggio 2016
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il libero arbitrio....
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Le confessioni:
ennesima perla di Toni Servillo che oramai non sbaglia un colpo, quasi noioso nella sua bravura.
Qui in un personaggio ambiguo, un frate con il voto del silenzio ma anche e sopratutto un investigatore dell’animo umano.
Ma è davvero la figura di un frate che Servillo interpreta o si è spinto fino all’assurdo, all’inumano, all’inverosimile, fino all’interpretazione di in Dio che guarda e giudica in base alle scelte di ognuno dei protagonisti?
Nella trama è un monaco chiamato dal direttore del Fondo Monetario a partecipare al summit degli otto ministri economici delle più grandi potenze del mondo con lo scopo di confessarsi.
Il direttore (interpretato da Daniel Autiel, un grande) dopo la confessione si suicida (??).
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Le confessioni:
ennesima perla di Toni Servillo che oramai non sbaglia un colpo, quasi noioso nella sua bravura.
Qui in un personaggio ambiguo, un frate con il voto del silenzio ma anche e sopratutto un investigatore dell’animo umano.
Ma è davvero la figura di un frate che Servillo interpreta o si è spinto fino all’assurdo, all’inumano, all’inverosimile, fino all’interpretazione di in Dio che guarda e giudica in base alle scelte di ognuno dei protagonisti?
Nella trama è un monaco chiamato dal direttore del Fondo Monetario a partecipare al summit degli otto ministri economici delle più grandi potenze del mondo con lo scopo di confessarsi.
Il direttore (interpretato da Daniel Autiel, un grande) dopo la confessione si suicida (??).
Gli altri otto ministri, dopo il suicidio e consapevoli del segreto che li unisce, saranno chiamati a fare la conta con la propria coscienza.
E davanti alla propria coscienza saranno messi proprio da questo umile e silenzioso monaco.
La decisione è la vostra, io sono qui solo per giudicare la strada che intraprenderete, se veramente siete pentiti o se è solo frutto di interessi e macchinazioni.
E’ il libero arbitrio, fatene buon uso…
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raffele
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sabato 7 maggio 2016
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le segrete del globo, materia e spirito
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quante domande, quanti dilemmi, uscendo dalla sala. più che sul film, sul rapporto fra politica, finanza, fondi monetari, miseria, guerre, ragion di stato, poteri industriali, pragmatismo, filosofia, etica, religione, logiche mediatiche ... aleggiano, con incombenza onirica, non uno, ma tanti summit, della mafia, dei servizi segreti, dei poteri bancari, tutti nel dualismo perenne della gestione di una versione ufficiale degli accadimenti, da consegnare alle masse, e della parte segreta, riservata ai pochi vertici delle piramidi umane che organizzano il mondo.
ad Andò forse l'idea venne quando lesse la notizia curiosa di Jovanotti invitato ad un summit fra il capo della banca mondiale e le persone più importanti del mondo, al quale fece seguito il proclama, fra il "déjà vu" ed il naif, del cantante, secondo cui le scelte non le fa più la politica: i politici sono esecutori e gregari dei banchieri.
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quante domande, quanti dilemmi, uscendo dalla sala. più che sul film, sul rapporto fra politica, finanza, fondi monetari, miseria, guerre, ragion di stato, poteri industriali, pragmatismo, filosofia, etica, religione, logiche mediatiche ... aleggiano, con incombenza onirica, non uno, ma tanti summit, della mafia, dei servizi segreti, dei poteri bancari, tutti nel dualismo perenne della gestione di una versione ufficiale degli accadimenti, da consegnare alle masse, e della parte segreta, riservata ai pochi vertici delle piramidi umane che organizzano il mondo.
ad Andò forse l'idea venne quando lesse la notizia curiosa di Jovanotti invitato ad un summit fra il capo della banca mondiale e le persone più importanti del mondo, al quale fece seguito il proclama, fra il "déjà vu" ed il naif, del cantante, secondo cui le scelte non le fa più la politica: i politici sono esecutori e gregari dei banchieri. dalle crociate, ai Rothschild, al piano Marshall, non è esattamente una novità. La fotografia strizza l'occhio a Sorrentino, il faccione compassato, dolente di Servillo evoca un Francesco d'Assisi che ha perso la gioia di vivere ma non la capacità di ammansire il cagnone bavoso, la scrittrice per bambini ed il ministro canadese, bionda e bruna sexy quanto basta, sono la ventata di vanità da strumentalizzare ed il dissenso dagli algoritmi del cinismo, Pierfrancesco Favino fin troppo sereno nel ruolo di chi si schiera contro le agghiaccianti macchine della storia. musiche e sceneggiatura che non si concedono troppo al solenne o al simbolico. Ateuil ci consegna un mostro di potere mondiale consapevole del fattore di imponderabilità. non so fino a che punto è reale il tutto, ma è del tutto reale e utile il dubbio. film da vedere, meditare.
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franco rascozzile
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sabato 7 maggio 2016
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l'inconsistenza delle allusioni
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Un film d'allusioni, questa la definizione stringata possibile dell'ultima fatica di Roberto Andò, sul mondo dell'economia, o meglio dei protagonisti che la governano. Film che da una parte richiama per argomenti noti film del passato, dall'altra pure elementi di film di Sorrentino (la presenza di Toni Servillo, l'ambientazione in un albergo lussuoso, l'indugio in alcune inquadrature). Il film trascorre fluido ma senza guizzi (pur essendoci l'elemento del giallo nella trama), accompagnato da una colonna sonora con giusti interventi. La recitazione degli attori, seppur di buon livello, appare molto standardizzata e omogenea, fatto che non aiuta di certo a capire la psicologia dei personaggi, che rimangono piuttosto abbozzati senza acquisire una propria autonomia e tridimensionalità.
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Un film d'allusioni, questa la definizione stringata possibile dell'ultima fatica di Roberto Andò, sul mondo dell'economia, o meglio dei protagonisti che la governano. Film che da una parte richiama per argomenti noti film del passato, dall'altra pure elementi di film di Sorrentino (la presenza di Toni Servillo, l'ambientazione in un albergo lussuoso, l'indugio in alcune inquadrature). Il film trascorre fluido ma senza guizzi (pur essendoci l'elemento del giallo nella trama), accompagnato da una colonna sonora con giusti interventi. La recitazione degli attori, seppur di buon livello, appare molto standardizzata e omogenea, fatto che non aiuta di certo a capire la psicologia dei personaggi, che rimangono piuttosto abbozzati senza acquisire una propria autonomia e tridimensionalità. Si rimane insomma sulla superficie. Il concreto, la frenesia di Wall Street, Piazza Affari e Francoforte non compare, tutto rimane fuori dal meeting dei potenti della Terra, che si ritrovano in una culla di surreale e quotidinaità allo stesso tempo.
Quello che emerge è proprio il fatto che nulla si disveli, si comprenda, la sensazione è proprio che si rinunci a scavare, a capire veramente: si preferisce accennare a luoghi comuni sull'economia, sulla finanza, cercando di sottolinearli con pause, indugi e soprattutto un aurea di mistero. La sensazione è quasi come se il regista dei fatti economici non capisse a tutto tondo e più di tanto interessasse, ma a questo punto non rimane molto, dal momento che nemmeno le figure umane che vi agiscono sono approfondite. L'inconsistenza delle allusioni, insomma.
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