pier71
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domenica 24 aprile 2016
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andò vuoto e presuntuoso
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Questo film testimonia e ribadisce quanto quel Viva la Libertà sia stato solo un caso nella filmografia di questo "regista". Pretestuoso, presuntuoso, personaggi che parlano per frasette vuote dei baci perugina, scopiazzamenti goffi di inquadrature Sorrentiniane. Servillo mai stato così stolido, un uovo sodo e antipatico.
Non si può fare un film con un protagonista così irritante. C'è anche una traccia di giallo. Ma poi? Come finisce? Dove va a parare? Non viene data alcuna spiegazione. Il finale poi è uno dei finali più imbarazzanti del cinema degli ultimi trent'anni. Senza capo ne coda, vuole essere intellettuale e invece è solo una gran puzza sotto il naso.
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Questo film testimonia e ribadisce quanto quel Viva la Libertà sia stato solo un caso nella filmografia di questo "regista". Pretestuoso, presuntuoso, personaggi che parlano per frasette vuote dei baci perugina, scopiazzamenti goffi di inquadrature Sorrentiniane. Servillo mai stato così stolido, un uovo sodo e antipatico.
Non si può fare un film con un protagonista così irritante. C'è anche una traccia di giallo. Ma poi? Come finisce? Dove va a parare? Non viene data alcuna spiegazione. Il finale poi è uno dei finali più imbarazzanti del cinema degli ultimi trent'anni. Senza capo ne coda, vuole essere intellettuale e invece è solo una gran puzza sotto il naso. Terribile. Fuori dalla sala viene voglia di gridare "viva Zalone!", ho detto tutto.
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giulio vivoli
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domenica 24 aprile 2016
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la troika si cofessa
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TEMA DI LE CONFESSIONI
All’interno di un thriller metafisico ambientato in un lussuoso albergo tedesco di montagna, va in scena la satira del sistema dei Poteri Forti politico-economici che, riunitisi in un G8 di emergenza per prendere decisioni estreme e impopolari, saranno presi in ostaggio e moralmente processati da un allegorico monaco certosino, scomodo ospite del Summit. Come già in Viva La Libertà, Roberto Andò usa la maschera carismatica di Toni Servillo che, con una recitazione giocata tra grottesca mimica facciale e beffarda voce sentenziosa, conferisce al suo personaggio un tocco di follia soprannaturale. Lì Andò mise a nudo la crisi d’identità e di leadership di un grande partito popolare italiano come il PD, qui sale a mettere sotto accusa la Troika dell’Eurozona, facendole confessare per bocca del suo massimo esponente, il Direttore del FMI, le proprie colpe morali e gli errori strategici commessi nella gestione dell’attuale crisi economico-finanziaria.
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TEMA DI LE CONFESSIONI
All’interno di un thriller metafisico ambientato in un lussuoso albergo tedesco di montagna, va in scena la satira del sistema dei Poteri Forti politico-economici che, riunitisi in un G8 di emergenza per prendere decisioni estreme e impopolari, saranno presi in ostaggio e moralmente processati da un allegorico monaco certosino, scomodo ospite del Summit. Come già in Viva La Libertà, Roberto Andò usa la maschera carismatica di Toni Servillo che, con una recitazione giocata tra grottesca mimica facciale e beffarda voce sentenziosa, conferisce al suo personaggio un tocco di follia soprannaturale. Lì Andò mise a nudo la crisi d’identità e di leadership di un grande partito popolare italiano come il PD, qui sale a mettere sotto accusa la Troika dell’Eurozona, facendole confessare per bocca del suo massimo esponente, il Direttore del FMI, le proprie colpe morali e gli errori strategici commessi nella gestione dell’attuale crisi economico-finanziaria. Quello che emerge è un ritratto amaro e impietoso di una classe politica messa a nudo nei suoi limiti di competenza tecnica, nelle profonde divergenze ideologiche e in una certa leggerezza etica di fondo. Il film è di fatto non solo una sorta di giudizio universale di un modello capitalistico cinico, avido, ormai fuori controllo e autodistruttivo,come il pastore tedesco Rolf, ma una potente riflessione sulle disuguaglianze sociali da esso prodotte, con la proposta di uno stile di vita improntato alla sobrietà e ad uno sviluppo sostenibile. La risposta e la soluzione ai rischi globali è il ritorno ad una concezione del mondo basato sulla Fede nei valori originali del Cristianesimo pauperistico: chiaro il riferimento a Papa Francesco, anch’egli capace come il monaco Salus di imporre all’agenda dei Grandi della Terra l’urgenza di un concreto rinnovamento politico e spirituale. Essenziale, diretto e comprensibile, al tempo stesso ricercato, simbologico ed enigmatico, espresso nel sottofondo delle musiche di Nicola Piovani attraverso immagini e linguaggio carichi di valenza metaforica per un montaggio dai ritmi lunghi e dilatati, elogio di rinnovata aspirazione ad una saggia lentezza, che è il messaggio stesso racchiuso nel film. GV
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lillapunto
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sabato 23 aprile 2016
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un giallo etico
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Quanno ncielo n'angiulillo nun fa chello c'ha da fà, 'o Signore int'a na cella scura scura 'o fa nzerrà».
Un inizio che chiarisce lo scopo del film ed è un monito per i potenti di questa terra e per i loro collaboratori.
Ho letto alcune recensioni, una lunghissima, addirittura suddivisa in cinque punti, nella quale vengono sottolineti pedissequamente i presunti limiti del film. Al contrario trovo "Le confessioni" un bel film. Un giallo etico ben congegnato grazie all'abile montaggio. Il giallo c'è tutto e non è di immediata comprensione, mi piace sottolineare l'espressione perplessa del monaco all'uscita da una stanza e poi quella disperata all'uscita da un'altra.
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Quanno ncielo n'angiulillo nun fa chello c'ha da fà, 'o Signore int'a na cella scura scura 'o fa nzerrà».
Un inizio che chiarisce lo scopo del film ed è un monito per i potenti di questa terra e per i loro collaboratori.
Ho letto alcune recensioni, una lunghissima, addirittura suddivisa in cinque punti, nella quale vengono sottolineti pedissequamente i presunti limiti del film. Al contrario trovo "Le confessioni" un bel film. Un giallo etico ben congegnato grazie all'abile montaggio. Il giallo c'è tutto e non è di immediata comprensione, mi piace sottolineare l'espressione perplessa del monaco all'uscita da una stanza e poi quella disperata all'uscita da un'altra. Vale la pena pensare anche al significato della registrazione del canto degli uccelli consegnata alla scrittrice . Mi sembra una operazione sterile confrontare fra loro due film di un bravo regista, ho letto che "Le confessioni" non è questo e non è quell'altro ..... . non è che si vuole troncare un film che parla dell'operato dei potenti del mondo che ci stanno "inguaianno" ? ". È ingenuo pensare che il film faccia delle considerazioni ingenue. Quello che il film sottintende è molto più di quello che dice.
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maurizio meres
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sabato 23 aprile 2016
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salus è la salvezza
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Film ben fatto,da interpretare in due direzioni opposte,la prima schematica e occidentalista,potere,lussuria,non fare nulla per i deboli,egoismo esistenziale,per loro potenti il futuro dei paesi più deboli non conta nulla,un racconto di politica economica,lento e noioso.
La seconda,chi è Salus,un monaco,sicuramente la figura più spirituale del cattolicesimo,il nome non scelto a caso dal regista può significare,salvezza,dell'anima,lui è lo specchio in cui ognuno può vedere la propria coscienza,una entità metafisica del credere ad un qualcosa di divino,nel film il bisogno di vedersi dentro diventa un utopia,nessuno dei potenti difatti ammette le proprie colpe,nessuno conosce il proprio essere,il potere sovrasta ogni ragione umana.
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Film ben fatto,da interpretare in due direzioni opposte,la prima schematica e occidentalista,potere,lussuria,non fare nulla per i deboli,egoismo esistenziale,per loro potenti il futuro dei paesi più deboli non conta nulla,un racconto di politica economica,lento e noioso.
La seconda,chi è Salus,un monaco,sicuramente la figura più spirituale del cattolicesimo,il nome non scelto a caso dal regista può significare,salvezza,dell'anima,lui è lo specchio in cui ognuno può vedere la propria coscienza,una entità metafisica del credere ad un qualcosa di divino,nel film il bisogno di vedersi dentro diventa un utopia,nessuno dei potenti difatti ammette le proprie colpe,nessuno conosce il proprio essere,il potere sovrasta ogni ragione umana.Il Monaco è una entità,ascolta gli uccelli,parla con il cane,dialoga tramite il pensiero con un malato di alzheimer,niente lo turba,ma tutto ciò che ascolta lo rende disgustato.
Salus e la salute un elisir in cui i potenti si rigenerano,in una pulizia della loro coscienza,senza capire il messaggio sul significato della parola,altruismo,che in ognuno di noi la coscienza ci trasmette.Lui è la purezza dell'anima,esiste in ognuno di noi,senza che c'è ne rendiamo conto.
Magnificamente interpretato da un Servillo in ottima forma,come un direttore d'orchestra detta i tempi,poche parole ma atteggiamenti,espressioni,e soprattutto i silenzi danno al film la giusta atmosfera quasi surreale della trama,ottimamente recitata da tutti gli altri attori.
Ottima ambientazione,che rispecchia la tematica del film,lusso ai massimi livelli in un resort quasi monastico.
Se la seconda direzione è quella giusta diventa un bellissimo film.
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fabiofeli
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sabato 23 aprile 2016
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quann' 'n angiulillo nun fa ...
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In un lussuoso albergo di Heiligendamm, sul mar Baltico tedesco, si riuniscono i potenti del G8 sotto la direzione di Roché (Daniel Auteil), presidente del FMI, per cercare il rilancio dell’economia mondiale. Con loro ci sono anche una scrittrice di favole per l’infanzia (Connie Nielsen), un cantante famoso ed un altro inopinato ospite, Padre Salus (Toni Servillo), un frate certosino, autore di diversi libri. Questi fa parte di un ordine dedito al silenzio e alla meditazione, è appassionato del canto degli uccelli che raccoglie nel suo registratore ed è un valente matematico. E’ dell’opinione che la vita non ci appartiene e registra per prova un detto napoletano: “Quann’ ‘n angiulill’ nun fa chell’ ch’ ha dda fa’, inta ‘na cella scura scura ‘o Signore ‘o fa ‘nzerrà”.
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In un lussuoso albergo di Heiligendamm, sul mar Baltico tedesco, si riuniscono i potenti del G8 sotto la direzione di Roché (Daniel Auteil), presidente del FMI, per cercare il rilancio dell’economia mondiale. Con loro ci sono anche una scrittrice di favole per l’infanzia (Connie Nielsen), un cantante famoso ed un altro inopinato ospite, Padre Salus (Toni Servillo), un frate certosino, autore di diversi libri. Questi fa parte di un ordine dedito al silenzio e alla meditazione, è appassionato del canto degli uccelli che raccoglie nel suo registratore ed è un valente matematico. E’ dell’opinione che la vita non ci appartiene e registra per prova un detto napoletano: “Quann’ ‘n angiulill’ nun fa chell’ ch’ ha dda fa’, inta ‘na cella scura scura ‘o Signore ‘o fa ‘nzerrà”. Rompe il protocollo alla cena iniziale, perché di sera digiuna e pretende di portare via dalla tavola i piatti sporchi. Viene convocato da Roché, che all’inizio del film elabora in solitudine una formula matematica economica, per farsi confessare: ma l’assoluzione di Salus non c’è, perché non c’è pentimento nel pianificare sangue, sudore e lacrime per chi già soffre. La vicenda si tinge di giallo: Roché viene trovato morto, soffocato da un sacchetto di plastica in testa. Lo stesso Salus appare indiziato: il sacchetto conteneva il suo registratore ed è l’ultimo ad aver visto vivo il presidente del FMI. Quando i partecipanti alla riunione cercano di sapere cosa ha confessato Roché al frate, questi risponde scrivendo la formula matematica assassina …
C’è del reale nel film di Andò: Heiligendamm è stata effettivamente la sede di un contestato G8 alcuni anni fa, che ha sancito ulteriori sacrifici per i poveri del mondo originando l’attuale macelleria sociale. C’è anche del simbolico: Heiligendamm in tedesco significa muro (o riva) dei Santi; Salus in latino significa salvezza; lo stesso silenzio di Salus è molto più eloquente del mare di parole dei potenti che nascondono la verità: quando nella giungla amazzonica un certo uccello emette il suo canto meraviglioso tutti gli altri uccelli tacciono. Una storia religiosamente laica, perché afferma che quando si è padroni di tutto, si è anche padroni di togliersi la vita; ma anche laicamente religiosa nel desiderio dei potenti di emendarsi dei propri peccati confessandoli. Sono rintracciabili analogie della vicenda nel Todo modo di Petri, surreale e grottesco apologo sul potere: nel convento di esercizi spirituali i big democristiani riuniti per delimitare le spartizioni di campo vivono analoghe lacerazioni tra omicidi e suicidi. L’indimenticabile sintesi la opera Volonté nei panni di Aldo Moro alla ricerca di un’impossibile mediazione tra la distruzione di una lettera compromettente, ma anche utilizzabile con vantaggio politico, o bruciacchiarla soltanto. La fotografia del film di Andò colpisce per la precisione e la ricerca di simmetrie come nelle migliori foto “minimal”. La recitazione conta su un cast di tutto riguardo nel quale svettano Servillo e Auteil con i primi piani o addirittura i dettagli degli sguardi. Non un capolavoro, ma una storia rarefatta e concreta da non mancare.
Valutazione *** ½
FabioFeli
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joker 91
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sabato 23 aprile 2016
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grande film
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Un prete scompagina un vertice di uomini potentissimi tutti ministri dell'economia al G8. I popoli vengono percepiti da Andò come inutili,non sovrani e inconsci di tutto ormai rincitrulliti dai mass media che se li sono lavorati per bene negli ultimi 30 anni. Interesse pubblico,Privato e potere finanziario sovra-politico vengono ben rappresentati,i popoli non sono più sovrani di nulla. UN Servillo monumentale totalmente in parte affronta temi scottanti,un film totalmente economico che affronta il potere con tono pacato quasi monastico religioso. Davanti a Servillo sfilano attori maestosi(su tutti Favino)che interpretano personaggi disperati adatti a rappresentare una collettività ormai inconsca di tutto.
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Un prete scompagina un vertice di uomini potentissimi tutti ministri dell'economia al G8. I popoli vengono percepiti da Andò come inutili,non sovrani e inconsci di tutto ormai rincitrulliti dai mass media che se li sono lavorati per bene negli ultimi 30 anni. Interesse pubblico,Privato e potere finanziario sovra-politico vengono ben rappresentati,i popoli non sono più sovrani di nulla. UN Servillo monumentale totalmente in parte affronta temi scottanti,un film totalmente economico che affronta il potere con tono pacato quasi monastico religioso. Davanti a Servillo sfilano attori maestosi(su tutti Favino)che interpretano personaggi disperati adatti a rappresentare una collettività ormai inconsca di tutto. Un film forte che sicuramente non avrà un incasso alto visto il livello mentale della popolazione Italiana. Se fossi stato Andò avrei toccato anche il tema massoneria(che ha interessi spaventosi nella politica),potere finanziario sovra-politico con nomi- cognomi e infine avrei toccato anche il tema delle crisi pilotate dalla grande finanza... evidentemente non si poteva andare oltre certi argomenti di facciata(da storico so perfettamente che un regista non può andare troppo oltre). Ottimo film
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alex2044
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venerdì 22 aprile 2016
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perdere tempo non ha mai fatto male a nessuno
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Le confessioni è un bel film forse bellissimo . Me ne sono accorto alla parola fine che mi ha colto quasi di sorpresa . Avrei continuato a guardarne ancora un po' . Il problema è che l'inizio, seppur visivamente molto apprezzabile , mi dava l'impressione che stentasse a prendere una forma originale e rischiasse di cadere nel deja-vu un po' troppo ispirato a Sorrentino . Poi però il fim ha decollato e, se si escludono alcuni , pochi , momenti di stanca , ha catturato la mia attenzione , come ho già detto , ben oltre la fine . D'altra parte il problema del potere attraversa ogni tipo di società . Ancora di più quando viene affrontato in un sistema democratico .
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Le confessioni è un bel film forse bellissimo . Me ne sono accorto alla parola fine che mi ha colto quasi di sorpresa . Avrei continuato a guardarne ancora un po' . Il problema è che l'inizio, seppur visivamente molto apprezzabile , mi dava l'impressione che stentasse a prendere una forma originale e rischiasse di cadere nel deja-vu un po' troppo ispirato a Sorrentino . Poi però il fim ha decollato e, se si escludono alcuni , pochi , momenti di stanca , ha catturato la mia attenzione , come ho già detto , ben oltre la fine . D'altra parte il problema del potere attraversa ogni tipo di società . Ancora di più quando viene affrontato in un sistema democratico . Può qualunque sistema farne a meno ?. Naturalmente no , l'importante è poterlo , se non controllare completamente , almeno condizionarlo . Roberto Andò ci prova attraverso l'opera di un monaco . Che riuscirà nell'intento , seppur con molta fatica , di obbligare i partecipanti a questo G8 molto cinematografico ma efficace a riflessioni molto profonde ed a creare dei dubbi così importanti che nel caso del Presidente del fondo avranno un risultato tragico , portandolo al suicidio . Gli attori sono tutti bravi , Servillo di più . Con il rischio di oscurare tutti gli altri . Rischio che Servillo supera brillantemente con una recitazione calibrata che lo porta a non esagerare ma anzi ad abbassare i toni . Esemplare e molto chiarificatrice all'inizio del film la frase " Perdere tempo non ha mai fatto male a nessuno " . Frase che , per il monaco che lui interpreta , è una dichiarazione di modo di vivere . Gli ambienti sono naturalmente molto attraenti , mica male un albergo così .La musica di Piovani è bellissima . Finalmente una colonna sonora di altissima qualità in un film italiano , purtroppo cosa rara . Per concludere Roberto Andò si dimostra dopo il fulminante e forse anche fenomenale e per questo forse inimitabile " Viva la Libertà " un regista che sa il fatto suo . Un regista come pochissimi in Italia di respiro internazionale e non solo per i cast dei suoi film ma piuttosto per i contenuti e gli svolgimenti che vanno oltre al , qualche volta eccessivamente asmatico e di routine , cinema nostrano . Insomma quando di un film si parla , e molto anche dopo la proiezione , vuol dire che ha centrato il bersaglio e che vale proprio la pena averlo visto . Bravo Andò ed alla prossima .
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enzo70
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giovedì 21 aprile 2016
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un film che va oltre uno stratosferico servillo
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Un cast importante, Servillo su tutti, per un film che merita molta attenzione. In Viva l’Italia Andò aveva un buon progetto ed ha scelto il modo peggiore per affrontarlo, con un film intriso di facile demagogia; con le confessioni, invece, lo spunto iniziale un prete che scompagina un vertice dei ministri economici deputato ad imporre l’ennesima austerità ai popoli, come dice il film, non sovrani, viene portato ai massimi livelli con un tono narrativo che indugia all’inizio per esaltarsi nello straordinario finale. E così un’intelligente riflessione sul rapporto tra economia e politica, tra interessi pubblici e privati, si trasforma in una deliziosa schermaglia dialettica tra i protagonisti, favorita dalla scelta del regista di sovrapporre scene brevi in modo da declinare il film con un ritmo inusuale.
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Un cast importante, Servillo su tutti, per un film che merita molta attenzione. In Viva l’Italia Andò aveva un buon progetto ed ha scelto il modo peggiore per affrontarlo, con un film intriso di facile demagogia; con le confessioni, invece, lo spunto iniziale un prete che scompagina un vertice dei ministri economici deputato ad imporre l’ennesima austerità ai popoli, come dice il film, non sovrani, viene portato ai massimi livelli con un tono narrativo che indugia all’inizio per esaltarsi nello straordinario finale. E così un’intelligente riflessione sul rapporto tra economia e politica, tra interessi pubblici e privati, si trasforma in una deliziosa schermaglia dialettica tra i protagonisti, favorita dalla scelta del regista di sovrapporre scene brevi in modo da declinare il film con un ritmo inusuale. Salus, il protagonista del film, è un frate certosino che si trasforma da confessore in imputato in uno strano processo in cui l’etica dell’economia prevale sui fatti. Ma la stessa rappresentazione del potere, mai sontuoso, appariscente, quasi monastico, si perdoni il giro di parole, consente al regista siciliano di inquadrare il tema da un alto diverso; ed allora si riesce anche ad andare oltre il difetto originale della cultura italiana di ritenersi tale solo se ispirata ad un’etica, sempre la stessa, perché la ragione sta anche nel gioco della dialettica. E la formula che consente di andare oltre le austerità si trasforma in una speranza che parte proprio dagli asettici algoritmi dell’economia, spesso basato su equazioni perfette che partono da variabili errate. Bravo Andò.
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