Le confessioni

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angelo umana venerdì 6 maggio 2016
film da premio nobel Valutazione 4 stelle su cinque
25%
No
75%

 Se un summit internazionale tra ministri economici così come lo ha immaginato il regista Roberto Andò nel film Le Confessioni fosse possibile o reale, dove cioè ci fossero invitati con competenze diverse dall’economia, ad es. un monaco certosino (Tony Servillo), un’avvenente scrittrice di successo di libri per bambini (Connie Nielsen) e una rockstar, un vertice le cui conclusioni tenessero conto dei punti di vista di chi è lontano da teorie economiche, allora il film e il regista riceverebbero di certo un Nobel per la pace.
 
Il luogo prescelto è un albergo dall’aria claustrale dove un vero vertice di primi ministri si tenne nel 2007, ad Heiligendamm sulla costa tedesca di fronte alla Danimarca: c’era già la Merkel, c’erano ancora Prodi, Blair, Sarkozy, Abe, Putin, Bush, Schroeder. [+]

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gianluca sersante mercoledì 4 maggio 2016
grande film !!! Valutazione 4 stelle su cinque
30%
No
70%

un film che mi ha emozionato tantissimo pur nella sua gelida rappresentazione...molto bello , fa riflettere ed e' carico di simbolismi che a me piacciono molto..voto 9 !!

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no_data lunedì 2 maggio 2016
mostrare, non spiegare, grazie Valutazione 2 stelle su cinque
64%
No
36%

Una regia gelida, stretta su personaggi privi di spessore, interpretati da bravi attori mal diretti. Le confessioni è tutto ciò che non dovrebbe essere un film italiano attuale, dopo tanti tentativi e successi di "giovani di razza" come Rovere o Mainetti: una sequela di monologhi in cui viene maldestramente spiegato ciò che una storia dovrebbe invece mostrare e raccontare, dove viene esternato il pensiero del regista (anche condivisibile, ma dov'è l'invito alla riflessione?) quando i personaggi dovrebbero esprimere il proprio punto di vista coi fatti e con il conflitto. Ridondante e capace di parlare solo alla pancia, privo di mordente narrativo e quindi piatto, l'ultimo film di Andò è la dimostrazione di come un tema forte, se affrontato con ingenuità, contribuisca solo a rendere sterile e fine a se stessa un'opera che invece poteva essere densa e psicologicamente serrata. [+]

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robert eroica domenica 1 maggio 2016
confessioni inutili Valutazione 1 stelle su cinque
51%
No
49%

 

In un incontro al vertice organizzato dal Fondo Monetario Internazionale, i potenti della Terra si trovano in una lussuosa struttura alberghiera in terra tedesca. Assieme a loro è convocato anche uno strano monaco certosino italiano, chiamato ben presto a svolgere il suo ruolo di religioso nell’ambito di una importante e decisiva confessione. Andrebbe tutto (parzialmente bene) se non fosse che la mattina successiva, colui che ha chiesto il sacramento viene trovato nella sua stanza morto stecchito con un sacchetto di plastica intorno alla testa. Suicidio ? Omicidio ? Ma più che un giallo, “Le confessioni” di Roberto Ando’ tenta la strada impervia del racconto morale, incappando in un disastro di dimensioni colossali. [+]

[+] condivido quasi totalmente.... (di francesco2)
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vincenzo ambriola sabato 30 aprile 2016
un monaco tiene testa ai potenti Valutazione 4 stelle su cinque
31%
No
69%

A una singolare riunione del G8 partecipano tre ospiti della società civile, il direttore muore. Sarà stato un suicidio o un omicidio? Il monaco certosino, invitato senza plausibili ragioni dal direttore, si trova al centro di un dilemma che attanaglia i membri del G8: attuare le misure draconiane già accettate prima della morte del direttore. Un film lento, a tratti teatrale, dominato dalla figura imponente di Servillo, il monaco, che sovrasta gli altri protagonisti con il suo saio e il suo silenzio. Molto è lasciato allo spettatore, riempire le pause e interpretare le frasi solenni pronunciate dal monaco. Non amo questo stile, che trasmette una sensazione di pigrizia del regista quasi come se il film lo debba girare chi lo vede, ma Andò è riuscito a farmene apprezzare le pause, le inquadrature della natura, i suoni e le finzioni. [+]

[+] pienamente d'accordo! (di gianluca sersante)
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raffiraffi venerdì 29 aprile 2016
tanto rumore per nulla Valutazione 1 stelle su cinque
53%
No
47%

Un film deludente e nebuloso nei contenuti. Poco credibili un po' tutti i personaggi, in primis quella del direttore del fondo monetario internazionale (di solito animali feroci e attaccati alla propria esistenza con una voracità che esclude l'idea troppo sentimentale del suicidio per malattia), ma soprattutto quella del monaco. La sua figura di essere dotato di una speciale attitudine etica naufraga contro l'aura arrogante di cui sono dotati un po' tutti gli uomini che sentono di essere investiti di un superiore potere di giudizio sugli altri. Questa boria, perfettamente impersonata dalla vanità recitativa di Servillo (cielo che inutile manierismo! ormai i suoi personaggi sono tutti uguali) diminuisce gli intenti politici del film che avrebbero voluto essere taglienti, ma falliscono trasformandosi in trucchi da prestigiatore. [+]

[+] pienamente d'accordo. (di bizantino73)
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fabriziog giovedì 28 aprile 2016
un andò sorrentiniano Valutazione 4 stelle su cinque
19%
No
81%

 Da “Le confessioni” di Sant’Agostino a “Le confessioni” di Roberto Andò, film corale, immaginifico, ricco di simbolismi similmente alla estetica cineastica di Paolo Sorrentino, avviluppato nelle varie e algide tonalità di bianco, con una fotografia splendida (Maurizio Calvesi)  e accompagnato dalle sonorità di Nicola Piovani.
Toni Servillo(insieme  ad un cast di notevole caratura fra cui emergono Pierfrancesco Savino e Daniel Auteuil ), con i suoi  silenzi, i  suoi fraseggi fatti di parole spruzzate e lemmi solo lievemente accennati, la  sua recitazione teatrale, giganteggia per tutta la proiezione: il sermone finale, superbo, incantevole  e incantato, composto da unasumma di estrapolazioni evangeliche, ricorda la precedente opera del regista, quando in  “Viva la libertà”  il personaggio interpretato da Toni Servillo recita un vibrante  Brecht difronte una folla sterminata a piazza San Giovanni in Roma. [+]

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mauridal martedì 26 aprile 2016
l'eretico al summit Valutazione 4 stelle su cinque
9%
No
91%

 A volte quando il silenzio ti aiuta a non giudicare, a non assolvere né condannare, quando sei parte di un gioco più grande di te ,ma pur sempre un gioco a cui non vale la pena giocare perché i grandi o presunti tali che giocano non sono compagni di gioco, ma acerrimi nemici la cui posta in gioco è la distruzione totale e senza resa, allora ben venga un eretico , un monaco eretico votato al silenzio e all'ascolto delle altrui pene , ma senza poteri, senza alcuna voglia di possedere niente neanche la propria vita. Ben venga e si sieda pure al tavolo dei potenti della terra che giocano ad affondare o a salvare popolazioni e nazioni intere sulla base del dio denaro e del suo profitto. [+]

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serafino paternoster martedì 26 aprile 2016
nelle “confessioni” le stimmate del potere Valutazione 0 stelle su cinque
67%
No
33%

In questo bellissimo film il regista prova, attraverso una visione laica, ad approfondire il rapporto tra potere e sacralità soffermandosi sui segni miracolosi che essa lascia sul corpo e nella mente: le stimmate. Non si vedono, ma si percepiscono. Il potere provoca non solo in chi lo insegue ma anche in chi lo esercita segni fisici, psichici o sociali, marchi dolorosi, piaghe che diventano riconoscibili da chi le riceve. “D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: difatti io porto le stimmate di Gesù nel mio corpo”, dalla Lettera ai galati attribuita a Paolo di Tirso. Intorno a questo pensiero sembra muoversi il protagonista del film, Daniel Auteil, che interpreta il direttore del fondo monetario internazionale. [+]

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flaw54 martedì 26 aprile 2016
sono perplesso Valutazione 2 stelle su cinque
71%
No
29%

C' è una chiara volontà di grandeur in Andò che spesso si manifesta attraverso una sorta di estetismo estremo fatto di silenzi e di riflessionj, ma che si concretizza spesso in un evidente vuoto contenutistico. Il film comunque ha un certo fascino dovuto in gran parte alla ieratica e carismatica  figura di Servillo che riesce a convincere, non si sa come, i vari ministri a non continuare su una linea economica di esclusivo sfruttamento. Insomma Andò cerca più di apparire che di essere.

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