nanni
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venerdì 10 febbraio 2017
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la battaglia di hacksaw ridge
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Durante l'inferno della battaglia sull'isola di Okinawa, l'obiettore di coscienza Desmond Doss, con tanto di bibbia al seguito, eroicamente soccorrerà e salverà 75 suoi commilitoni.
Per questo riceverà la decorazione più alta. Con un film che evoca lontanamente un'idea di pacifismo, in questo preciso momento storico denso di conflitti religiosi che coinvolgono lo scacchiere globale, l'obiettivo del "buon" Mel Gibson è, in realtà, l'apologia del Cristianesimo. E' la Bibbia il vero protagonista del film. Simbolo potente del sedicente primato culturale del cosiddetto emisfero occidentale su tutti..........perchè si sa che il vero vero buon Dio parla sicuramente inglese e forse è nato in U.
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Durante l'inferno della battaglia sull'isola di Okinawa, l'obiettore di coscienza Desmond Doss, con tanto di bibbia al seguito, eroicamente soccorrerà e salverà 75 suoi commilitoni.
Per questo riceverà la decorazione più alta. Con un film che evoca lontanamente un'idea di pacifismo, in questo preciso momento storico denso di conflitti religiosi che coinvolgono lo scacchiere globale, l'obiettivo del "buon" Mel Gibson è, in realtà, l'apologia del Cristianesimo. E' la Bibbia il vero protagonista del film. Simbolo potente del sedicente primato culturale del cosiddetto emisfero occidentale su tutti..........perchè si sa che il vero vero buon Dio parla sicuramente inglese e forse è nato in U.S.. God bless America.
Sciovinista....se non peggio. Da smaltire nell'indifferenziata. Ciao nanni
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fedecap
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venerdì 10 febbraio 2017
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sono i miei occhi il paese più straziato
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La storia di Hacksaw Ridge vede protagonista Desmond Doss (Andrew Garfield, candidato all'Oscar per questo ruolo, attore in continua ascesa), giovane cristiano avventista, che decide di partire per la guerra in maniera particolare: senza imbracciare arma alcuna. Questa decisione scatena l'iniziale opposizione dei suoi superiori e la diffidenza della compagnia. Ma Doss, animato da un'incrollabile fede e aiutato dal padre (Hugo Weaving, ottima interpretazione), reduce della Grande guerra, riuscirà a convincere tutti e partire per Okinawa, un'inferno di sangue e morte. Quinta prova da regista per Mel Gibson, dieci anni dopo il pregevole Apocalypto. Come nei suoi precedenti film, Gibson non riparmia la sofferenza umana, portata allo stremo con budella e interiora sparse ovunque.
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La storia di Hacksaw Ridge vede protagonista Desmond Doss (Andrew Garfield, candidato all'Oscar per questo ruolo, attore in continua ascesa), giovane cristiano avventista, che decide di partire per la guerra in maniera particolare: senza imbracciare arma alcuna. Questa decisione scatena l'iniziale opposizione dei suoi superiori e la diffidenza della compagnia. Ma Doss, animato da un'incrollabile fede e aiutato dal padre (Hugo Weaving, ottima interpretazione), reduce della Grande guerra, riuscirà a convincere tutti e partire per Okinawa, un'inferno di sangue e morte. Quinta prova da regista per Mel Gibson, dieci anni dopo il pregevole Apocalypto. Come nei suoi precedenti film, Gibson non riparmia la sofferenza umana, portata allo stremo con budella e interiora sparse ovunque. Una visione crudele che di certo rafforza il realismo ma non la storia in sé. Difatti, nella seconda parte, quella della battaglia, assistiamo a sequenze con atti di eroismo puro (che sfiorano l'americanata) molto incentrate sui compagni di Doss (armati, non dimentichiamocelo) e ad una fotografia che frastorna gli spettatori: niente di più sbagliato per un personaggio come Desmond Doss. Il protagonista ci ricorda infatti di essersi sempre considerato modesto, cercando di far passare l'obiezione di coscienza come una cosa normale (e lo è). Se vuoi fare un film sul protagonista, devi adattarlo al protagonista, in tutto e per tutto. Cosa che Gibson non ha colto. Vi è poi una notevole scopiazzata a Full Metal Jacket con le sequenze all'interno dell'accampamento e il duro addestramento portato avanti dal sergente Howell (Vince Vaughn, avrei preferito qualcun'altro) e dal capitano Glover (Sam Worthington, fa il compitino, come sempre). Più che tributi al celebre film, queste sequenze mostrano la mancanza di idee ed il qualunquismo che anima la regia di Gibson. Il montaggio (di John Gilbert, candidato all'Oscar), a volte troppo frettoloso, si sposa male male con la colonna sonora durante le scene di combattimento. Un plauso invece al sonoro e al montaggio sonoro, candidati all'Oscar: di questi tempi i film bellici riescono più di altri in questa categoria, essendo film molto più 'rumorosi' di altri (vedi per esempio Black Hawk Down, American Sniper e The Hurt Locker). Detto questo, penso che la storia meritasse ben altra regia: sarebbe stato meglio un tocco più d'autore, che quello caotico di Gibson. Miglior film e regia da dimenticare.
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giovedì 9 febbraio 2017
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sono i miei occhi il paese più straziato
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La storia di Hacksaw Ridge vede protagonista Desmond Doss (Andrew Garfield, candidato all'Oscar per questo ruolo, attore in continua ascesa), giovane cristiano avventista, che decide di partire per la guerra in maniera particolare: senza imbracciare arma alcuna. Questa decisione scatena l'iniziale opposizione dei suoi superiori e la diffidenza della compagnia. Ma Doss, animato da un'incrollabile fede e aiutato dal padre (Hugo Weaving, ottima interpretazione), reduce della Grande guerra, riuscirà a convincere tutti e partire per Okinawa, un'inferno di sangue e morte. Quinta prova da regista per Mel Gibson, dieci anni dopo il pregevole Apocalypto. Come nei suoi precedenti film, Gibson non riparmia la sofferenza umana, portata allo stremo con budella e interiora sparse ovunque.
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La storia di Hacksaw Ridge vede protagonista Desmond Doss (Andrew Garfield, candidato all'Oscar per questo ruolo, attore in continua ascesa), giovane cristiano avventista, che decide di partire per la guerra in maniera particolare: senza imbracciare arma alcuna. Questa decisione scatena l'iniziale opposizione dei suoi superiori e la diffidenza della compagnia. Ma Doss, animato da un'incrollabile fede e aiutato dal padre (Hugo Weaving, ottima interpretazione), reduce della Grande guerra, riuscirà a convincere tutti e partire per Okinawa, un'inferno di sangue e morte. Quinta prova da regista per Mel Gibson, dieci anni dopo il pregevole Apocalypto. Come nei suoi precedenti film, Gibson non riparmia la sofferenza umana, portata allo stremo con budella e interiora sparse ovunque. Una visione crudele che di certo rafforza il realismo ma non la storia in sé. Difatti, nella seconda parte, quella della battaglia, assistiamo a sequenze con atti di eroismo puro (che sfiorano l'americanata) molto incentrate sui compagni di Doss (armati, non dimentichiamocelo) e ad una fotografia che frastorna gli spettatori: niente di più sbagliato per un personaggio come Desmond Doss. Il protagonista ci ricorda infatti di essersi sempre considerato modesto, cercando di far passare l'obiezione di coscienza come una cosa normale (e lo è). Se vuoi fare un film sul protagonista, devi adattarlo al protagonista, in tutto e per tutto. Cosa che Gibson non ha colto. Vi è poi una notevole scopiazzata a Full Metal Jacket con le sequenze all'interno dell'accampamento e il duro addestramento portato avanti dal sergente Howell (Vince Vaughn, avrei preferito qualcun'altro) e dal capitano Glover (Sam Worthington, fa il compitino, come sempre). Più che tributi al celebre film, queste sequenze mostrano la mancanza di idee ed il qualunquismo che anima la regia di Gibson. Il montaggio (di John Gilbert, candidato all'Oscar), a volte troppo frettoloso, si sposa male male con la colonna sonora durante le scene di combattimento. Un plauso invece al sonoro e al montaggio sonoro, candidati all'Oscar: di questi tempi i film bellici riescono più di altri in questa categoria, essendo film molto più 'tecnici' di altri (vedi per esempio Black Hawk Down, American Sniper e The Hurt Locker). Detto questo, penso che la storia meritasse ben altra regia: sarebbe stato meglio un tocco più d'autore, che quello caotico di Gibson. Miglior film e regia da dimenticare.
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themaster
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giovedì 9 febbraio 2017
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film ispirato e antimilitarista solamente a tratti
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Mel Gibson è sempre stato un cane di regista e dopo quella schifezza di Braveheart,quel polpettone idiota reazionario de Il Patriota e il pretenzioso La Passione di Cristo,Gibson era riuscito ad impressionarmi solamente grazie ad Apocalypto di cui avevo apprezzato la regia e la potenza di certe immagini e con questo ultimo film Gibson si dimostra leggermente migliorato rispetto al passato,portando in scena un film la cui prima metà e sfilacciata e poco solida,la cui parte centrale sembra un plagio riuscito male ad un capolavoro della storia del cinema e l'ultima parte che esplode in una bellezza e in una qualità che farebbero invidia allo Spielberg degli ultimi quindici anni. Se infatti la descrizione del personaggio di Desmond Doss,della sua storia d'amore e della sua vita prima della guerra sono state a dire poco banali e soporifere,se la parte dell'addestramento è un plagio a Full Metal Jacket la cui unica cosa credibile è Vince Vaughn,quando si sbarca ad Okinawa la situazione cambia,la regia diventa improvvisamente consapevole,con movimenti di macchina degni di nota,attori in parte,effetti speciali e splatter incredibili e un montaggio sonoro che è tra i migliori che io abbia mai sentito,tuttavia al contrario la colonna sonora non mi ha colpito.
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Mel Gibson è sempre stato un cane di regista e dopo quella schifezza di Braveheart,quel polpettone idiota reazionario de Il Patriota e il pretenzioso La Passione di Cristo,Gibson era riuscito ad impressionarmi solamente grazie ad Apocalypto di cui avevo apprezzato la regia e la potenza di certe immagini e con questo ultimo film Gibson si dimostra leggermente migliorato rispetto al passato,portando in scena un film la cui prima metà e sfilacciata e poco solida,la cui parte centrale sembra un plagio riuscito male ad un capolavoro della storia del cinema e l'ultima parte che esplode in una bellezza e in una qualità che farebbero invidia allo Spielberg degli ultimi quindici anni. Se infatti la descrizione del personaggio di Desmond Doss,della sua storia d'amore e della sua vita prima della guerra sono state a dire poco banali e soporifere,se la parte dell'addestramento è un plagio a Full Metal Jacket la cui unica cosa credibile è Vince Vaughn,quando si sbarca ad Okinawa la situazione cambia,la regia diventa improvvisamente consapevole,con movimenti di macchina degni di nota,attori in parte,effetti speciali e splatter incredibili e un montaggio sonoro che è tra i migliori che io abbia mai sentito,tuttavia al contrario la colonna sonora non mi ha colpito. Nonostante una spettacolarizzazione quasi sopra le righe della guerra,le scene di violenza sono molto realistiche e angoscianti e la recitazione degli attori è sempre ispirata,soprattutto Andrew Garfield e Vince Vaughn,per non andare a parare sulla parte di Hugo Weaving che offre una performance incredibile. Ciò che Gibson non ha perso è la retorica snervante di una visione dell'America decadente,legata alla vecchia tradizione nazionalista e militaresca che risulta a tratti molto forzata e fastidiosa,almeno finchè non si assiste alle atrocità della guerra e non si comprende la visione di Desmond Doss,inoltre le immagini di repertorio offrono un valore aggiunto. La fotografia è molto bella,così come le scenografie e i costumi.
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lorenzoferraro
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giovedì 9 febbraio 2017
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da applauso spontaneo
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Mi è piaciuto. Perché è fatto bene. La regia, ottima, è quella dei grandi classici americani, ma sotto un certo aspetto rinfrescata, perfetta per la storia incredibile che viene raccontata. Anderw Garfield è una gran conferma, perfettamente a suo agio nei panni di Desmond Doss, il primo obiettore di coscienza a ricevere la medaglia d'onore del Congresso. E proprio questa fede incrollabile che guida il protagonista, in contrasto con la violenza e l'inumanità della guerra, che a fine film fa riflettere lo spettatore, in tempi dove la fede appunto viene spesso calpestata, malamente. P.S. Quando sono andato a vederlo al cinema, a fine film è partito un applauso spontaneo. Riconoscimento che vale più di mille recensioni entusiaste.
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giovedì 9 febbraio 2017
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grande film
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Crudo, vero...Consigliatissimo!
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matlevant
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giovedì 9 febbraio 2017
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per i ragazzi come me.
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Questo film mi ha colpito, perché vivo in una generazione in cui si sono persi valori di ogni genere, dove i ragazzi "giocano" con le armi, fanno i gangster, gli "uomini vissuti", quando di "uomo" e di "vissuto" hanno solo il sesso e gli anni che si ritrovano. Questo film dovrebbe essere visto da tutti, per sensibilizzare, per far capire che impugnare un arma non è uno scherzo, perché le armi uccidono e la morte, la morte non fa ridere. Oltre a questo insegna a non mollare, a non abbandonare chi è in difficoltà, di credere in qualcosa, avere fede in te stesso e di essere grato dei piccoli gesti, che sono quelli che ti danno la forza per andare avanti, a non voltarti e scappare, ma guardare dritto e combattere fino a che c'è qualcuno che grida il tuo aiuto.
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Questo film mi ha colpito, perché vivo in una generazione in cui si sono persi valori di ogni genere, dove i ragazzi "giocano" con le armi, fanno i gangster, gli "uomini vissuti", quando di "uomo" e di "vissuto" hanno solo il sesso e gli anni che si ritrovano. Questo film dovrebbe essere visto da tutti, per sensibilizzare, per far capire che impugnare un arma non è uno scherzo, perché le armi uccidono e la morte, la morte non fa ridere. Oltre a questo insegna a non mollare, a non abbandonare chi è in difficoltà, di credere in qualcosa, avere fede in te stesso e di essere grato dei piccoli gesti, che sono quelli che ti danno la forza per andare avanti, a non voltarti e scappare, ma guardare dritto e combattere fino a che c'è qualcuno che grida il tuo aiuto. Non tutti siamo forti e coraggiosi, ma ognuno è speciale a suo modo, e a suo modo può cambiare le cose, migliorarle, per gli altri, ma soprattutto per se stesso, e se nessuno crede in te e in ciò che fai, stringi i denti e dimostragli che si sbagliano.
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giovedì 9 febbraio 2017
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per i ragazzi come me.
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Questo film mi ha colpito, perché vivo in una generazione in cui si sono persi valori di ogni genere, dove i ragazzi "giocano" con le armi, fanno i gangster, gli "uomini vissuti", quando di "uomo" e di "vissuto" hanno solo il sesso e gli anni che si ritrovano. Questo film dovrebbe essere visto da tutti, per sensibilizzare, per far capire che impugnare un arma non è uno scherzo, perché le armi uccidono e la morte, la morte non fa ridere. Oltre a questo insegna a non mollare, a non abbandonare chi è in difficoltà, di credere in qualcosa, avere fede in te stesso e di essere grato dei piccoli gesti, che sono quelli che ti danno la forza per andare avanti, a non voltarti e scappare, ma guardare dritto e combattere fino a che c'è qualcuno che grida il tuo aiuto.
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Questo film mi ha colpito, perché vivo in una generazione in cui si sono persi valori di ogni genere, dove i ragazzi "giocano" con le armi, fanno i gangster, gli "uomini vissuti", quando di "uomo" e di "vissuto" hanno solo il sesso e gli anni che si ritrovano. Questo film dovrebbe essere visto da tutti, per sensibilizzare, per far capire che impugnare un arma non è uno scherzo, perché le armi uccidono e la morte, la morte non fa ridere. Oltre a questo insegna a non mollare, a non abbandonare chi è in difficoltà, di credere in qualcosa, avere fede in te stesso e di essere grato dei piccoli gesti, che sono quelli che ti danno la forza per andare avanti, a non voltarti e scappare, ma guardare dritto e combattere fino a che c'è qualcuno che grida il tuo aiuto. Non tutti siamo forti e coraggiosi, ma ognuno è speciale a suo modo, e a suo modo può cambiare le cose, migliorarle, per gli altri, ma soprattutto per se stesso, e se nessuno crede in te e in ciò che fai, stringi i denti e dimostragli che si sbagliano.
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mauridal
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mercoledì 8 febbraio 2017
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un sushi di frattaglie
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Quando si sceglie di vedere un film di guerra, allora lo spettatore non può sfuggire alle scene di guerra , le più truculente, aggressive o come direbbe il critico cinefilo “splatter”.
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Quando si sceglie di vedere un film di guerra, allora lo spettatore non può sfuggire alle scene di guerra , le più truculente, aggressive o come direbbe il critico cinefilo “splatter”.E in questo film di schizzi e parti schizzate ve ne sono in gran quantità sangue, budella, gambe , braccia cervella , un misto frattaglie che il buon Mel Gibson , forse non ha mai assaggiato come prelibatezza di certi piatti del sud Italia, dalla trippa alla milza, al piede alla coda .Anche se in questi piatti non di carne umana si tratta. Dunque un film di guerra con tutti gli orrori di una guerra ,combattuta sul campo, boots on the ground , come dicono i militari , ma specialmente gli americani , che come tecniche di guerra hanno usato ben altri strumenti, tipo bombardieri, missili bombe nucleari, napalm , di tutto di più. Poiché l’America in guerra ci sa fare, e sia i cattivissimi giapponesi che i vietcong, ma anche tutti gli altri ,dopo la II guerra mondiale, lo sanno troppo bene. Ma qui si racconta di una battaglia precisa in una guerra tra l’America, e il Giappone, a dire tra una Civiltà democratica e i nemici da eliminare, dovunque essi siano. La grande Storia la conosciamo ,ormai, sappiamo come è andata, e il film marcia su questo dato consapevole, L’esercito americano ha vinto la guerra. La storia del soldato ,protagonista del film , il simpatico Desmond Doss, fosse pure egli un credente cristiano, pacifista, vissuto realmente nel 1945, e soldato obiettore nell’uso di armi da guerra ,potrebbe sembrare una storia insulsa, ma ci si interroga sul senso di un film come questo, oggi , fatto da un regista e un personaggio di cinema come Gibson, che certo non è un tranquillo, romantico, intellettuale , e che si trova a vivere in una America sempre pronta a scendere in campo. Le risposte dubbiose dello spettatore di questo film vanno dall’approvazione e adesione simpatica al personaggio Desmond che vuole salvare vite umane medicando e soccorrendo feriti ,alla condanna della guerra come risoluzione dei conflitti dell’umanità. Ma allora perché rappresentare questa battaglia, questo tipo di guerra .In fondo Gibson vuole rappresentare la parte buona e cattiva dell’uomo , il pacifista e il soldato macellaio, giapponese o americano che sia, per uno che salva le vite ve ne sono cento che si scannano in una stessa battaglia. Questo sembra voglia dire il film , ma il dubbio di significato rimane, visto che la ultima cinematografia americana , quella da oscar per capirci, insiste sulla civiltà occidentale americana in conflitto con quella orientale vedi il grande Scorsese che pure sceglie il Giappone medioevale per il suo Silence. (mauridal )
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begoloz
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lunedì 6 febbraio 2017
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un pugno nello stomaco
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Dopo1 ora di profilazione del personaggio in un contesto classico e già visto, non vedevo l' ora di vedere le scene di guerra. Mai visto scene così crude e diciamolo pure stomachevoli, senza un attimo di pausa e alla lunga quasi stancante.alla fine ho versato anche qualche lacrima.ottimo anche il sonoro e la fotografia. mi hanno colpito molto anche le sequenze in scorrimento orizzontale e al rallenty. In conclusione uno dei film di guerra + belli.
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